I stazione – Gesù è condannato a morte
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Mt 27,17-18.21-22
Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. […] Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!».
Sono i cattivi, quelli che vanno puniti, che devono pagare. Quando ci viene assegnato un castigo per qualcosa che non abbiamo fatto, ci sentiamo arrabbiati. Gesù però ha scelto di pagare al posto nostro; ci ha voluto così tanto bene da accettare il castigo più terribile e ingiusto per poterci salvare.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono.
Grazie, Gesù, perché per amore mio hai accettato in silenzio, senza ribellarti, di subire l’ingiustizia più grande. Aiuta anche noi a perdonare le ingiustizie per amore tuo. Amen.
II stazione – Gesù è caricato della croce
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Lc 9,23
[Gesù], a tutti, diceva: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Hanno messo sulle spalle di Gesù una pesante croce di legno e gli hanno fatto percorrere una strada faticosa, in salita. Soffrire, far fatica, star male, essere soli non piace a nessuno e, naturalmente, neanche a Gesù. Ma l’amore è più grande e più forte del dolore e della fatica. Gesù che accetta la croce per amore è un po’ come una mamma o un papà si sacrificano per amore dei loro bambini.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Grazie, Gesù, perché hai accettato il peso della croce, la fatica e la sofferenza per il grande e tenero amore che hai per noi. Aiutaci quando stiamo male o qualcosa ci rattrista, a mettere quel dolore nel tuo cuore, perché anche noi ti vogliamo bene. Amen.
III stazione – Gesù cade sotto il peso della croce
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Os 11,3
Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro.
Quando i bambini sono piccoli, cadono spesso, e i genitori sono pronti a rialzarli. Gesù, stanco e sfinito sotto il peso della croce, inciampa e cade; per amore nostro ha accettato di essere come un bambino piccolo, di farsi prendere in giro, di essere disprezzato.
Rialzaci, Signore, nostro Dio,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?
Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini,
e i nostri nemici ridono di noi.
Rialzaci, Dio degli eserciti,
fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Grazie, Gesù, perché cadendo sotto il peso della croce hai voluto farti piccoli, mostrarti debole senza vergognarti di inciampare. Quando ci capita di sbagliare, di cadere nel cammino della vita, fa’ che chiediamo il tuo aiuto perché le tue mani forti ci rialzino e ci aiutino a ripartire. Amen.
IV stazione – Gesù è aiutato dal Cireneo
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Lc 23,26
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
È Gesù che ci aiuta, Gesù che ci sostiene e ci dà forza. Ma qualche volta ci fa un grande regalo: ci permette di aiutarlo, di consolarlo, di stargli vicino. Gesù cerca degli amici veri, che gli diano gioia con la loro vita buona, pacifica, piena di amore.
Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
Signore Gesù, tu ci hai chiamati amici tuoi, e gli amici si aiutano a vicenda. Tu ogni giorno ci aiuti con tantissimi doni: grazie per tutte le cose belle che ci dai, ma grazie anche perché ti lasci aiutare e consolare da noi. Aiutaci a farti felice vivendo una vita buona, come tu vuoi. Amen.
V stazione – Gesù incontra sua madre
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Gv 19,25-27
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
L’amore di una mamma per il suo figlio è unico, è una delle cose più belle che esistano. E quando un bambino sta male, la sua mamma soffre come lui, o anche più di lui. Maria, la mamma di Gesù, gli è stata accanto nel cammino della croce, e Gesù le ha affidato tutti noi perché lei ci stia vicina come è stata vicina a lui.
Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in seno a sua madre;
come bimbo svezzato è l’anima mia.
Grazie, Signore Gesù, perché hai voluto che la tua mamma fosse anche mamma di ciascuno di noi. Fa’ che ci rivolgiamo a lei quando siamo tristi, ma anche quando siamo felici, sapendo che lei è sempre pronta ad abbracciarci e stringerci forte. Amen.
VI stazione – Gesù è inchiodato alla croce
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
1Pt 2:24-25
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.
Gesù ha sofferto molto quando lo hanno crocifisso. Ma una santa, Caterina, ha detto che è stato il suo amore per noi, più ancora che i chiodi, a farlo rimanere sulla croce. Gesù sulla croce è come una parola d’amore detta dal Padre al nostro cuore. Guardare Gesù crocifisso è sentirsi dire: “Ti amo, per sempre”.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Grazie, Gesù, perché le tue braccia aperte sulla croce sono come un abbraccio sempre pronto ad accogliermi. Grazie perché posso sempre correre da te e sapere che in te troverò sempre e solo un amore infinito. Amen.
VII stazione – Gesù muore in croce
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Gv 15,13
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
Una mamma e un papà danno la vita ai loro bambini perché li mettono al mondo. Uno sposo e una sposa danno la vita perché si promettono di amarsi fino alla morte. Gesù dà la vita perché accetta di morir affinché noi abbiamo la vita, e per liberarci dalla paura e dal buio della morte.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Grazie, Gesù, perché sei entrato nella notte più oscura, quella della morte, perché noi potessimo uscirne. Se tu ci tieni per mano, sappiamo di poter camminare sicuri anche se tutto è buio intorno a noi. Stringi sempre forte la nostra mano e sapremo affrontare con te anche ciò che ci spaventa, perché tu ci dai la vita con amore infinito. Amen.
VIII stazione – Gesù risorge dal sepolcro
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Lc 24,4-7
Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno».
Dentro il nostro cuore, noi lo sapevamo che non poteva finire così. Il nostro cuore sa che ci sono cose tanto belle che non possono finire. Che la vita è fatta per durare; che l’amore non finisce con la morte; che il bene ci vogliamo e che tu vuoi a noi rimane per sempre. Con la sua morte, Gesù ha calpestato la morte, e ci ha aperto la strada per una vita felice, senza fine, senza pianto, senza morte, in cui ci sia solo amore e gioia, per sempre.
Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
Non morirò, resterò in vita
e annunzierò le opere del Signore.
Il Signore mi ha provato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
Grazie, Gesù, perché morendo hai distrutto la morte e risorgendo hai ridato a noi la vita. Noi vogliamo vivere questa vita con te, per te e in te, riempiendola di amore per te e per tutti, perché l’amore non finisce mai, e in te sappiamo che tutti coloro che amiamo potranno vivere per sempre, con noi e con te. Amen.
Le scrivo da nonno, l’unico titolo su di un pezzo di carta è il diploma di ragioniere perso in qualche cassetto. Devo confessarle che la sua proposta di via crucis mi ha sconcertato, non perché sia teologicamente scorretta, ma perché manca di due elementi fondamentali visto che è “pensata” per bambini: l’esperienza e il racconto. Certo è breve nello sviluppo, perché si sa i bambini si distraggono facilmente, però posso assicurarle che se non gli si appiccicano le cose addosso, ma li si mette, con fatica certo, a contatto con ciò che si legge e si usa la narrazione (e non un linguaggio lontano millenni dal loro vissuto) è tutta un’altra cosa, provi. Per inciso, esperienza e narrazione mancano anche nelle omelie o catechesi per gli adulti, quindi deve essere un vizio di fabbrica delle facoltà teologiche. Ho figli/e della sua età, per questo mi sono permesso di scriverle con sincerità e affetto.