Una luce nella notte

“Ciao, benvenuti!”
29 Marzo 2012

E’ da un po’ che sto partorendo questo post. 

Ad ottobre scorso Virginia mi incontra in corridoio a ricreazione, tutta eccitata, allegra e mi fa: “Prof. mi è successa una cosa incredibile. Gliela devo raccontare. Sabato scorso sono andata alla notte d’oro a Ravenna. Eravamo in giro col mio moroso e altri due amici, vicino al centro. Ad un certo punto abbiamo incontrato una coppia di ragazzi. Ci hanno fatto un saluto simpatico e hanno detto che se volevamo potevamo andare ad un appuntamento con Gesù. A me mi è preso male”.

“Ho pensato: no i testimoni di Geova no! Poi hanno continuato a spiegarci. Un incontro assolutamente “free”, ma molto reale perché Lui è vivo. E uno dei due ad un certo punto ha detto che lui aveva scoperto che c’è altro da vivere, altre emozioni, altri incontri e che era un modo diverso di passare la solita serata del sabato. Ma la cosa strana è che, dopo il primo momento, ad ascoltarli mi sembravano del tutto normali e non erano “invasati”. E ho pensato che forse non erano dei testimoni di Geova. Il mio moroso mi ha guardata e mi ha detto in un orecchio: “Questi sono fuori!”. E, mentre i due parlavano coi nostri amici, ho detto al mio moroso: “Mah, si è strano… ma mi sembrano normali… magari andiamo a mettere il naso… poi veniamo via”.

“Non so perché ho risposto così, ma mi piaceva l’idea che ci fosse una roba diversa dal solito da scoprire. Allora ci hanno dato un volantino. C’era una foto della sindone, uguale a quella che lei ci ha fatto vedere l’anno scorso. E dietro c’era la scritta: Gesù ti aspetta… Allora siamo entrati nella Chiesa che diceva il volantino. All’ingresso è arrivata una ragazza che ci ha detto sorridendo: “Ciao, benvenuti!”. Mi è venuta una strana sensazione… non so… mezza felice e mezza stupita, e soprattutto incuriosita. C’erano 5 o 6 ragazzi seduti, tre che cantavano a bassa voce, poca luce, ma si stava bene, un bel clima. E poi ho visto l’ostia, grande e illuminata sull’altare. La ragazza ci ha detto: “Se volete vi accompagno da Gesù”. 

“Cavolo prof. detto così, diretto, secco secco, mi ha fatto un effetto strano. Era come se davvero ci fosse qualcuno che mi aspettava. Io sono andata. Il mio moroso è rimasto lì in fondo alla Chiesa. Mi sentivo bene, e mentre andavo pensavo: “cosa ci faccio qui?”, io non vado in Chiesa da un vita, da quando facevo catechismo. 

Quando siamo arrivate davanti all’ostia la ragazza è rimasta in piedi dietro me. Io mi sono inginocchiata. E le giuro, prof. non so cosa mi è preso…, ma mi sono messa a fissare quella luce… e dopo un po’ mi sono venute le lacrime. Pensavo di essere impazzita, ma ero… bhò, strana…, ma contenta di stare lì. Come se guardando quella luce qualcosa… qualcosa di dolce e buono… insomma… arrivasse dentro di me. Prof. non mi dica che sono pazza, però io è da due settimane che continuo a pensarci a sta cosa. Ho capito cos’è la preghiera, anche se non so chi ho pregato. Sono andata  a catechismo per anni e nessuno mi ha mai fatto vivere una cosa così. E mi piacerebbe ritrovarli quelli li, perché è stato bello”. 

Le ho detto: “Eh, credo anche io che sarebbe bello se li ritrovi, ma chi sono, un gruppo?”. “Non lo so prof. Dopo sono venuta via perché un po’ mi vergognavo di aver pianto, che il mio moroso mi ha preso in giro tutta la sera. E mi ha fatto arrabbiare questo, perché per me era una cosa molto… insomma… mia…  intima. Mi ricordo che sul volantino c’era scritto “una luce nella notte”.

Ovviamente mi sono buttato su internet. E ho scoperto un mondo. E credo che per chi ha a cuore modi e forme per dare corpo ad una nuova evangelizzazione, vale la pena. E ho scoperto la scuola di sant’ Andrea, i corsi Alfa, le cellule parrocchiali, I Testimoni di Gesù risorto, Jeunesse Lumier, la comunità Nuovi orizzonti e una trentina ancora di tentativi di trovare una forma di evangelizzazione che sia efficace per le persone di oggi. Magari per molti sono cose già conosciute. Per me è stato bello scoprire che esiste una Chiesa in Italia che ci prova, che ha smesso di piangersi addosso e sta esplorando delle possibilità.

Ovviamente io sono critico. Sensazionalismo, estemporaneità, soggettivismo spirituale sono le prime cose che mi sono venute in mente. Però, dopo aver letto un po’ di libri e aver annusato qualche esperienza diretta, mi sono convinto che queste cose meritano almeno di essere attentamente prese in considerazione. Per questo ho deciso di scrivere il post. Se una studentessa normale di 17 anni mi racconta queste cose e mi dice che in anni di catechismo nessuno le ha mai “proposto” esperienze così, qualcosa deve essere successo quel sabato, ma soprattutto qualcosa deve essere mancato in quegli anni di catechesi. 

Credo che abbia ragione padre E. Biemmi quando dice che la nostra evangelizzazione normale non genera la fede, ma la presuppone. E questo oggi non è più scontato, anche tra i praticanti. Mons. Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano, già nel 2004 dichiarava che la sua diocesi era piena di “praticanti non credenti”. E allora credo abbiamo il dovere di ripensare modi per “generare” e “rigenerare” la fede e non solo per farla crescere. E cosa genera la fede se non l’incontro con Cristo?

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