In epoca Covid, l’impossibilità di scambiarsi il segno della pace durante le celebrazioni eucaristiche ha scatenato la creatività liturgica nelle diocesi.
A iniziare in modo soft è stata la diocesi di Rigatone che ha proposto la formula, a dire il vero un po’ scontata, “Scambiatevi uno sguardo di pace”.
Per non discriminare nessuno, l’attigua diocesi di Bucatino ha sostituito la frase con la formula più inclusiva, ma forse un po’ equivoca, “Scambiatevi un gemito di pace”.
Ancora più ardita la proposta della diocesi di Cannolicchio che, in omaggio alla sua tradizione musicale, ha invece proposto: “Scambiatevi un fischio di pace”. La difficoltà riscontrata poi nella prassi nell’emettere un suono soffiando tra le labbra indossando la mascherina ha reso inapplicabile la bizzarra – anche se giocosa – indicazione liturgica.
“Scambiatevi un messaggino di pace sui social” è stata invece la proposta vincente della diocesi di Spaghetto che ha costretto però i parroci a installare il Wi-Fi nelle chiese locali.
“Scambiatevi di posto per la pace” la proposta dinamica e un po’ confusionaria della diocesi di Rigatone. Mentre “Scambiatevi il numero di telefono per la pace” è stato il suggerimento dell’Associazione single cattolici della diocesi di Tonnarello.
La più convincente – e anche quella più apprezzata dai fedeli – è stata però la proposta della diocesi di Fusillo: “Scambiatevi un sogno di pace”.
(Fantaecclesia – 26)
Povera umanità… ma la pagnotta di pane che mi porge il panettiere, pur con i dovuti guanti, gel igienizzante e mascherina monouso – Greta ringrazia – è scesa immacolata giù dal cielo?
Suggerirei tra tante proposte il semplice ma efficace:”Pregate per la pace del cuore di chi vi sta accanto”