Ahi ahi, qualche volta il desiderio di far vedere che «si aveva ragione» e magari di togliersi qualche sassolino dalle scarpe cardinalizie gioca brutti scherzi, soprattutto se a 93 anni si è perso un po’ del felpato savoir faire diplomatico e politico di cui Camillo Ruini è stato indiscusso maestro.
L’intervista rilasciata domenica 16 al Corriere della Sera ha fatto (giustamente) rumore per il pranzo al Quirinale con Oscar Luigi Scalfaro nel 1994, quando il presidente chiese a lui e ad altri due cardinali di «aiutarlo a far cadere il governo Berlusconi». Ruini conferma il fatto e precisa che «la nostra decisione di opporci a quella che appariva come una manovra fu unanime (…) Penso che Berlusconi abbia mostrato i suoi pregi e i suoi limiti, come tutti gli altri politici, ma che non abbia avuto in alcun modo fini eversivi. I pericoli per la Repubblica semmai erano altri».
Il retroscena conferma se non altro in modo molto esplicito il gradimento della Cei ruiniana per il fondatore di Forza Italia, ribadito in altre parti del dialogo: «Personalmente ritenevo fosse molto importante stabilire un’intesa con lui (Berlusconi), se non altro per avere una maggiore consistenza numerica (…). Non accettai la linea di demonizzare Berlusconi (…) Dopo essere diventato presidente del Consiglio fu molto gentile a venire da noi alla Cei. Si mise a disposizione. Disse che il suo governo sarebbe stato pronto a intensificare i rapporti con la Chiesa. (Sui principi e sui valori) a parole diceva di essere totalmente d’accordo con noi».
Dunque Ruini non solo giustifica, ma rivendica la scelta di campo per quel centrodestra: «Mantenere con il Ppi il rapporto che avevamo avuto con la Dc era ormai impossibile». Con ciò, nel bene e nel male, il cardinale si assume una forte responsabilità di fronte alla Chiesa italiana, chierici e laici, di ieri e di oggi. Anzi, si può persino ipotizzare che le dichiarazioni dell’anziano prelato vogliano anche essere una reazione alla differente tendenza politica adombrata dall’attuale successore alla guida della Cei (nonché dal Papa che gli sta alle spalle).
Ma c’è dell’altro. Ruini qualifica come «manovra» il tentativo di scalzare Berlusconi da parte di Scalfaro, però giustifica se stesso per analoghe manovre compiute in prima persona contro il governo Prodi: «Non ero più presidente della Cei, ma guidai ancora io quel passaggio (l’opposizione alla legge del governo Prodi sui Dico, le unioni omosessuali). E grazie alla manifestazione del Family Day quel provvedimento si fermò». Siamo nel 2007 e per Ruini quella non fu una manifestazione anche politica, bensì semplicemente un «esempio del modo in cui la Chiesa si posizionò in proprio, esprimendo direttamente la sua posizione»…
Insomma, il navigato cardinale sembra fingere di non sapere che le sue furono chiare scelte di parte, e chiaramente connotate verso la destra, e ebbero la responsabilità di spingere tanti credenti a votarla. Altri passaggi dell’intervista: dopo la fine della Dc «la collocazione politica era il tema più importante. temevo che il partito, spostandosi a sinistra, avrebbe perso il suo elettorato (…) La Dc era stata alternativa al Pci, la sua forza elettorale si reggeva sul rappresentare i cattolici ma anche, e forse soprattutto, sull’essere diga al comunismo… (Quando vinse Berlusconi) la domenica successiva sull’inserto di Avvenire per la diocesi di Roma feci pubblicare un breve articolo redazionale. C’era scritto che si prendeva atto di questa novità politica con interesse, in attesa di verificarla alla prova dei fatti. L’intenzione era di aprire una porta, non di chiuderla». E se non è schierarsi questo… Addirittura su Tangentopoli il pensiero minimizzante di Ruini farebbe tuttora piacere a tanto centrodestra: «Il giudizio era e resta negativo. Emersero effettivamente problemi di legalità, ma ero sconcertato (…) nell’assistere a metodi che sembravano intimidatori verso le persone e persino verso le istituzioni».
Niente da fare: per quella stagione, per quella Chiesa contarono solo i famosi valori irrinunciabili, i «principi della dottrina sociale della Chiesa: sulla persona, sul rispetto della vita umana, sulla famiglia, sulla libertà scolastica, la solidarietà, la promozione della giustizia e della pace». Ma l’effetto concreto fu enfatizzare gli aspetti della bioetica e della morale sessuale, molto meno quelli (non meno presenti nella dottrina sociale) della legalità, della giustizia sociale, della uguaglianza e parità, della preminenza degli ultimi, dei diritti e delle libertà, della responsabilità civica… La Chiesa italiana ha dato una grande mano a Berlusconi e al suo progetto politico: grazie, cardinal Ruini, di avercelo confermato nero su bianco.
Ricordo negli anni precedenti la guerra fatta da ambienti cattolici tipo Famiglia Cristiana contro alcuni esponenti DC, anche in sintonia con il gruppo di Repubblica amico di De Mita e già favorito da Prodi…. . La liquidazione della DC e poi PPI da esponenti sbiaditi poi divenuti accesi e ricompensati uomini PD-PCI. Il voltafaccia ideologico di Scalfaro, per chi ne conosceva il passato politico, certo fu eclatante e fa sospettare. La richiesta di Scalfaro era su temi politici che riguardavano la CEI meno di quelli più prettamente etici a cui ci si riferisce in questo articolo e che sembrano ormai abbandonati dalla CEI a guida Zuppi che sembra più seguire le disposizioni impartite dalla bolognese Schlein, qualcuno non governativo ha osservato che mentre alte istituzioni dello Stato discutevano di temi etici Zuppi se ne disinteressava per seguire la Schlein nella polemica sull’Autonomia. Ruini a 93 anni non è rimbambito
I sassolini se li sta togliendo anche Lei, caro Beretta, fuori tempo massimo. Ai tempi del duo Ruini-Boffo qualche giornalista con la schiena diritta preferì lasciare il quotidiano della CEI per intraprendere un percorso professionale più libero e fedele secondo coscienza.
Altri, tenendo famiglia, rimasero sulla sponda grigia del fiume ad aspettare…
Bah, le assicuro che la mia permanenza ad Avvenire non è stata così splendida come lei immagina, e anche per cose scritte su questo blog… Però sono soprattutto pentito di essermi fidato dei consigli della Chiesa quando ho votato più volte Berlusconi (e Formigoni!). Mea culpa, mea maxima culpa
Ok adesso abbiamo capito come si fa la politica vera in Italia: nelle stanze segrete dei palazzi chiedendo un aiutino al Vaticano e ai preti. Ma l’ Italia non era uno stato laico ! E per cacciare o sabotare un politico si chiede aiuto a un cardinale ? Sembra di essere ai tempi di Richelieu. Che tristezza.
Non so se ai cattolici manchi _cultura” ( a giudicare dalle pagine dedicate&dai € investiti in “opere_ non certo di bene..) non manca,😭ma di sicuro manca la critica STORICA.
Ricordarsi ad es di quando, inizi ‘900, zio Gianbattista, l’unico non analfabeta di tutta la famiglia, diceva:
“Io il voto a Cristo ce lo devo dare!” Confondendo Cristo con la Croce sullo stemma DC…😰
Cosa aspettarsi come REAZIONE???
Fa poi tanta differenza con il format politico del Berluska che, in mancanza d’altro, dava del MORTADELLA a Prodi oppure aggrediva Scalfaro ( quello che prima andava a A Loreto a parlare della Madonna), con l’accusa di essersi appropriato di fondi segreti che sapeva benissimo che Scalfaro non poteva Rispondergli xchę frutto del patto con l’OLP??
Che gli Italiani non siano piū analfabeti da un secolo circa.. OK! Ma la CC??
Per evitare qualunque ingerenza, il cattolico, come chiunque, deve imparare a ragionare con la sua testa.
Non è questo lo Spirito di comunità, secondo me..non si tratta di avere una compattezza di pensiero, ma una comune postura verso il mondo dovuta alla consapevolezza che in noi c’è un nucleo incorruttibile ed eterno che va oltre ogni apparenza e ap-parte-nenza.
Solo con questa consapevolezza nel cuore si può agire nel mondo in modo disinteressato, oltre la propria piccola parte.. la comunità è la famiglia umana, il mondo intero..è Cristo in tutto e in tutti..
Se il potere è un servizio, il servizio deve servire a trovare soluzioni che elevino l’umano in noi, creando occasioni di dialogo, e non ulteriori divisioni.
Non è facile estirpare una mentalità radicata, siamo stati abituati ad aspettare regole e diktat dall’alto, ma Gesù ha creduto in noi, possiamo e dobbiamo provare..