La drammatica pandemia di coronavirus, con il primo lock-down tra l’inverno e la primavera scorse, ha impresso un’accelerazione improvvisa al mondo digitale cattolico e proposto nuove sfide che vogliamo raccogliere.
La creatività di diocesi, parrocchie, laici e gruppi religiosi, suscitata dal necessario distanziamento fisico, ha generato inedite efficaci prassi di pastorale in rete che costituiscono un tesoro prezioso anche per il post-pandemia.
Fenomeno esemplare è quello del successo sui canali social di un giovane sacerdote della diocesi di Milano, don Alberto Ravagnani, che con i suoi video su Facebook, Instagram e TikTok, ha ottenuto una grande visibilità mediatica, dimostrando come anche un sacerdote può servirsi di questi strumenti per annunciare il Vangelo.
Ma don Alberto è una mosca bianca o è la punta di un ice-berg?
Sta nascendo una nuova generazione di credenti che sanno comunicare la loro fede con i nuovi linguaggi digitali o serve investire in formazione tecnologica?
Cambiando la forma cambia anche il messaggio?
Le gerarchie stanno a guardare, promuovono il fenomeno o lo subiscono, tranne poi sfruttarlo quando gli fa comodo?
Credere troppo nei social è dannoso per una vita (di Chiesa) costruita sulle relazioni autentiche?
A queste (e altre) insidiose domande proveremo a rispondere durante il PRIMO WEBINAR di VinoNuovo
Martedì 16 febbraio dalle 20.30 alle 22.00
Personaggi e interpreti:
Don Alberto Ravagnani (il fenomeno), sacerdote ambrosiano, responsabile Oratorio San Filippo Neri e insegnante di religione a Busto Arsizio
Vera Gheno, (la socioesperta) sociolinguista specializzata in comunicazione digitale e traduttrice
Don Luca Peyron (il teologo) coordinatore del Servizio per l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino, docente all’Università Cattolica di Milano
Modera:
Fabio Colagrande (il modeattore), giornalista e firma del Blog VinoNuovo.it
https://app.livestorm.co/editricemissionariaita…/vinonuovo
Grazie! Ho ascoltato la registrazione del webinar. Ho capito che abitare gli spazi in rete, con autenticità, porta i suoi frutti.
Se il linguaggio digitale può servire a promuovere quel Vangelo che è depositato nei Sacri Libri e divulgato a viva voce da Apostoli, dalla Chiesa la quale con i suoi Missionari l’ha fatto conoscere fino a tutti i confini della Terra come le era stato comandato dal suo Maestro e Signore, se tutto questo è stato fatto anche questa nuova via Web – va imboccata e sperimentata. Perché ciò che conta è stare in mezzo al cammino delle genti, con sacca o zaino o strumenti digitali a raggiungere altri luoghi. L’importante è che la Parola viaggi a raggiungere persone nei luoghi dove si trovano, anche malati negli ospedali, . Una voce possibile a essere udita a confermare lo sfiduciato, il solo, l’abbandonato, il povero che attraverso questo strumento creato dalla ingegneria reso utile, intelligenza dell’uomo rende di per se onore al Dio Creatore avvicinandolo a confidare in Lui. Fare catechesi anche con questo mezzo e oggi una necessità perche tanta e l’ignoranza di un Dio amore.
Io sono anziana, puo’ essere una occasione per sentirsi meno soli. Buon lavoro e grazie.
Graziella
Si la rete costituisce un grande tesoro per mantenere uniti i gruppi e farne dei nuovi e in questo momento Susanna Mattei