La Chiesa e le chiese: i molti ruoli di una casa che ospita

Il dramma della guerra in Ucraina manifesta, ancora una volta, la centralità della Chiesa quale luogo di accoglienza e d'incontro...
30 Marzo 2022

In Sottomissione di Michel Houellebecq, romanzo che ha consacrato l’autore come uno tra i più influenti scrittori dell’ultimo decennio, c’è un’immagine particolarmente suggestiva. François, il protagonista, in fuga da una società in cui non si sente partecipe e di cui non vuole fare parte, decide di scappare. Senza particolari riflessioni, d’istinto, il professore universitario, umanista, ateo e profondo difensore della laicità alla francese, allontanandosi dal suo mondo chiede rifugio in un monastero. Un luogo che, anche se non riesce a percepire come casa, gli ricorda le sue origini e che in un momento di crisi e di messa in discussione della propria storia, gli appare come l’unico rifugio possibile.

La visione della chiesa come luogo dell’accoglienza e come rifugio è connaturata al nostro passato, alla nostra memoria collettiva e ancora oggi riesce a mantenere questo ruolo nell’immaginario sociale. L’esempio più attuale ce lo forniscono le tragiche vicende che stanno coinvolgendo il popolo ucraino: così a Kyiv, Leopoli e in molte altre città del paese questi luoghi diventano case momentanee, pronte ad accogliere chi chiede ospitalità. Certo, molte di queste chiese sono anche importanti siti culturali e la popolazione spera che per questo motivo verranno sottratte dai bombardamenti. Eppure c’è altro.

Storicamente, culturalmente, ma anche teologicamente la Chiesa e le chiese hanno questo ruolo, ma andiamo con ordine. Pensiamo ai libri delle Lettere contenuti nel Nuovo Testamento, ma anche ad altri racconti delle prime comunità cristiane. Le chiese, che siano state domestiche (quindi in una casa privata) o meno, vengono descritte in una duplice dimensione: luogo prediletto in cui incontrare Dio e celebrare, ma anche luogo in cui incontrarsi, condividere e fare memoria. Lo spezzare il pane e bere il vino indica proprio queste due dimensioni: fare memoriale ed essere comunità. Con l’istituzione della chiesa come luogo atto alla celebrazione, anche il suo ruolo di luogo di incontro per la comunità è stato mantenuto. Questo emerge soprattutto in situazioni di bisogno, ma è rimasto fino ai giorni nostri. Facciamo qualche salto indietro nella storia: pensiamo ad esempio all’assedio di Parigi dell’885-886. Gli scritti ci raccontano della popolazione parigina che si rifugia nelle chiese abbandonando le vie e le case. Ma pensiamo anche a tante vicende e racconti più vicini a noi come quelli della seconda guerra mondiale, non sono poche le storie simili, sia di perseguitati che di gente comune.

Un secondo aspetto, di pari importanza, che sollevano le immagini e i racconti che ci arrivano dall’Ucraina, è la chiesa come luogo legato alla storia e delle sue interpretazioni. Anche qui sacro e profano si legano, mischiandosi. Le chiese sono luoghi legati alla storia santa, alla storia del popolo credente, ma anche alla storia degli storici e inevitabilmente alla politica. Questo fa sì che le chiese sono diventate un luogo di contesa. Un esempio tra tutti è la Cattedrale di Santa Sofia a Kyiv, diventata in questi giorni il frutto di dichiarazioni e interpretazioni contrastanti. Da una parte viene reclamata dal presidente russo come luogo simbolico in cui è nato il Rus’ di Kiev, da cui poi nascerà l’Impero Russo. Dall’altra invece dal popolo ucraino viene interpretata come luogo simbolico dell’unità nazionale e della resistenza al potere sovietico. Ed ecco che le chiese diventano non solo un luogo in cui fare memoria, ma anche spazio attraverso cui scrivere la storia.

Tutto questo a ricordarci che la chiesa è il luogo della celebrazione eucaristica ma non solo. Questo è il suo fulcro, il suo centro vitale, ma attorno alla celebrazione si muove la vita e la vitalità della chiesa, che la celebrazione non esaurisce. Essa è luogo dell’accoglienza e dell’incontro per tutta la popolazione. Nella chiesa si ritrova la comunità, con le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce ed è tutto questo che la rende luogo di umanità, di vita.

 

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