La Via Crucis della settimana

Il Super Tuesday, i profughi di Calais, Spotlight e il caso pedofilia, le impiccagioni in Pakistan tra le notizie della settimana in dialogo con la Passione di Gesù.
4 Marzo 2016

I STAZIONE
GESÙ È CONDANNATO A MORTE

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 22-23.26
Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”.
Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

Un processo farsa, in cui a essere condannata a morte è prima di tutto la verità. “Quid est Veritas?” si chiede Pilato. La verità è Gesù Cristo, ma il popolo sceglie Barabba, Bar-Abbas, “figlio del padre”. Un gioco di parole che mischia le carte, confonde l’opinione pubblica. È così che viene votata la condanna a morte di un innocente, e la liberazione di un criminale. Con il benestare del potere: il consenso politico val bene il sacrificio di un giusto.

Tre giorni fa era il supermartedì, momento in cui in dodici stati americani gli elettori sono chiamati a scegliere i propri candidati alla presidenza. Sul fronte repubblicano ha vinto il super Tuesday Donald Trump, un candidato “che non ha perso consensi neanche quando gran parte delle sue affermazioni si sono dimostrate palesemente false. Lui stesso ha riassunto il suo programma elettorale in una frase che descrive bene il clima in cui si svolgono queste elezioni: “I’ll do various things very quickly”, farò tante cose molto velocemente” (Alessio Marchionna, Internazionale).

Signore Gesù, da quanti giochi di parole sono ingannati gli elettori oggi? E quanti Pilato continuano a sacrificare l’innocente sull’altare del dio consenso? Ti preghiamo per i candidati, per i governanti e per i loro comunicatori, perché le parole, in politica, vengano utilizzate per rendere chiara la verità, non per confonderla. Ma, soprattutto, ti preghiamo per noi, perché è comodo credere a tutto ciò che si ascolta, è comodo farsi trascinare dalla folla, è comodo scegliere in base ai propri interessi. In cabina elettorale così come in ufficio, in casa, per strada: nei “processi” cui assistiamo tutti i giorni. Quanti giusti abbiamo “condannato a morte” per pigrizia?

Padre Nostro…

 

II STAZIONE
GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca.  2, 34-35.51
«Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima”»
Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

Chissà se si sono detti qualcosa, in quel momento, sul Calvario, Maria e suo figlio. Probabilmente hanno solo incrociato gli sguardi: gli occhi erano sufficienti a parlarsi. Due volti lacerati dal dolore, e quello di Maria che chiede “perché?”.

Forse una risposta la sta cercando anche una mamma a Idomeni, al confine tra la Grecia e la Macedonia. Stavolta è suo figlio a domandare, in una delle tappe della loro personale via crucis di migranti. Si tengono per mano, circondati dal silenzio. Camminano, inseguendo l’orizzonte del senso. Ma questo si sposta sempre più in là, campo profughi dopo campo profughi, stazione dopo stazione.

Signore Gesù, quante mamme non riescono a trovare per i loro figli una risposta a quel “perché”? Quanti figli non possono far altro che assistere, impotenti, alla disperazione delle proprie madri? In quante vite l’orizzonte del senso sembra essere lì, accessibile alla vista, ma continuamente sfuggente alle scarpe che percorrono il cammino? Ti preghiamo perché anche questo silenzio possa sempre essere abitato da Te.

Padre Nostro…

 

III STAZIONE
GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 26
Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

Percorrere come sempre, di ritorno dal lavoro, la strada di tutti i giorni. Non ci vuole molto per entrare nel Vangelo. Lo sa bene Simone di Cirene, che ha incontrato Cristo per caso, all’interno della propria ordinaria quotidianità. Non ci vuole molto nemmeno per essere fotografati da professionisti di fama internazionale: è sufficiente continuare a tagliare i capelli dei vicini, basta riempire d’acqua una vasca da bagno e immergerci le proprie figlie. Anche in Siria, anche a Gaza, dove la guerra ha spogliato di tutto, pure dell’ordinarietà.

Signore Gesù, ti accontenti di così poco? Ci basterebbe davvero questo per vivere il Vangelo? Solo questo? Aiutaci a ridimensionare le nostre manie di grandezza, a capire che per seguirti non abbiamo proprio alibi: la tua Salvezza è davvero alla portata di tutti.

Padre nostro…

 

IV STAZIONE
GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 27-28
Seguiva Gesù una grande moltitudine di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli».

Le donne piangono, si lamentano, si scandalizzano per la tortura cui è sottoposto Gesù. Ma lui, quasi, le rimprovera. Perché? Forse perché anche lamentarsi, scandalizzarsi fa parte della giostra quotidiana dell’indifferenza. Per scenderne, ci vuole ben altro. Ad esempio la compassione, soffrire con. Che non vuol dire stare a guardare, “stracciandosi le vesti”, ma condividere un’esperienza, farsi carico di un fratello.

Questa settimana, nelle Filippine, si celebrano i trent’anni dalla rivoluzione del Rosario, che portò alla caduta del regime militare di Marcos. A Manila, un museo ricorda una per una le vittime della legge marziale messa in atto proprio dal presidente Ferdinand Marcos tra il 1972 e il 1981.

Accendiamo il tg, apriamo un giornale: un omicidio, un incidente stradale, un caso di corruzione. Un pianto, un lamento, un grido allo scandalo. Siamo talmente narcotizzati dalla quantità del male da non guardare più in faccia alle sue vittime. Signore Gesù, aiutaci a scorgere il tuo volto in quello di ciascuno dei nostri fratelli che soffrono. Non per scandalizzarci come le donne, ma per asciugarne le lacrime come la Veronica.

Padre Nostro…

 

V STAZIONE
GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 18-19
Lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».

Un’iscrizione posta sulla sommità della croce per sbeffeggiare. Una morte lenta, ingiusta, per un innocente che fino all’ultimo respiro non viene ritenuto altro che un bugiardo. In nome degli interessi.

Sono centinaia, in questi ultimi anni, i minorenni vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti. Ne ha voluto parlare Il caso Spotlight, film premiato agli Oscar questo lunedì. Ne deve parlare in questi giorni il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’economia della Santa Sede, davanti alla Commissione nazionale d’inchiesta del suo Paese. È stato proprio lui ad ammettere che la Chiesa cattolica era “fortemente propensa ad accettare smentite da parte di chi era accusato, sottolineando che l’istinto allora era più di “proteggere dalla vergogna l’istituzione” che le vittime abusate” (Francesco Antonio Grana, Il Fatto Quotidiano).

Signore Gesù, troppi innocenti sono stati destinati a una lenta agonia dai tuoi ministri. Troppi innocenti sono stati ritenuti bugiardi fino alla fine, per preservare gli interessi della Chiesa. Può il tuo corpo sopportare anche questi chiodi? Può il tuo Spirito, in silenzio, abitare il vuoto di questi giovani corpi violati, là dove nessun cristiano può più arrivare a porgere una parola, un gesto di conforto?

 

VI STAZIONE
GESÙ MUORE SULLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 28-30
Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Mumtaz Qadri, eroe dei fondamentalisti islamici, aveva ucciso nel 2011 Salman Taseer, il governatore della provincia del Punjab di orientamento liberale che voleva riformare la legge sulla blasfemia. Qadri è stato impiccato a Islamabad, in Pakistan, questo martedì, tra le proteste dei suoi sostenitori. Un cordone della polizia ha dovuto contenere le contestazioni.

Cristo, un innocente che viene crocifisso al posto di un criminale osannato dalla folla. Mumtaz, un assassino che viene impiccato tra le proteste del popolo. Non tutti i condannati a morte sono innocenti, ma in tutti c’è comunque un pezzetto di Cristo. Anche in quelli che combattevano la sua Chiesa. E in tutti gli assassinii c’è una folla ottenebrata dalla menzogna.

Signore Gesù, avevi detto: “Sono venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità”, e la tua missione l’hai compiuta fino in fondo, fin quando “il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono”. Fin quando, aggiungeremmo noi, oggi, si levarono al cielo nubi di fumo denso, scuro. Perché è facile scorgerti nell’innocente calpestato, ma nel colpevole condannato a morte? È comoda la legge del taglione, è scomoda la tua “giustizia”, che la supera con la misericordia. Ma è forse l’unica strada che abbiamo per incominciare a capire il tuo lasciarti crocifiggere.

Padre nostro…

 

VII STAZIONE
GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 59-61
Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria.

Lieu de vie“, ovvero “Luogo di vita”. È ironica la scritta sui cubi di plastica in cui vivono le migliaia di migranti del campo profughi di Calais, di cui questa settimana è in corso lo sgombero. È ironica, dicevamo, ma vera. Perché ogni sepolcro, di qualsiasi materiale sia, porta in sé il germoglio della vita. Nella roccia di Gerusalemme così come nella plastica della Francia.

Il sepolcro è il luogo dove tutto sembra finire. Il luogo che tuttavia diventa prima attesa, poi punto di partenza per una nuova vita. Signore Gesù, sostieni il viaggio dei migranti, ma anche quello di noi che, spesso, ci sentiamo arenare dalle onde della quotidianità. Perché il sepolcro possa essere solo un passaggio: non il punto finale che interrompe le storie delle nostre vite.

Padre nostro…

Per i meriti della Sua Passione e Croce il Signore ci benedica e ci custodisca.
Amen

 

 

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