La corsa del secondo e del terzo

«Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti»
27 Marzo 2016

Domenica di Pasqua: Gv 20,1-9

LA CORSA AL SEPOLCRO IL MATTINO DELLA RESURREZIONE (Eugène Burnand, 1898, Parigi, Museo d’Orsay)

 

È uno dei momenti più cinematografici dei Vangeli, la corsa – col cuore in gola – di un giovane e di un anziano che, senza dirsi nulla, si fiondano al sepolcro pensando «No, non ci posso credere. Non può finire così».

«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!», ha riferito loro Maria di Magdala. Per cui Giovanni e Pietro vanno a verificare, attraversati dalle mille congetture di noi piccoli uomini. A tutto pensando, tranne che lui potesse essere risorto.

Per un po’ i due corrono appaiati, come mostra il quadro. Poi, com’è normale che sia, l’eterno secondo, più giovane, stacca il compagno e arriva primo (lo confesserà in tarda età, senza aver perso un grammo della sfrontatezza giovanile e senza tacere d’aver lasciato il posto al meno giovane).

Una volta entrati, alla vista delle fasce e del sudario messi in quel modo, il «Non ci posso credere» si muta in «Ci credo». Pure su questo potremmo – da piccoli uomini – formulare mille ipotesi, senza che nessuna ci venga garantita come esatta. Alla nostra fede, che si appoggia sugli apostoli e non su prove scientifiche, è sufficiente la fede di Giovanni: che, pur non avendo visto la risurrezione e pur avendo visto che nel sepolcro Gesù non c’era, da un segno ha capito che era vivo e che non poteva essere stato trafugato.

Questa – di vedere con gli occhi un’assenza e di sentire col cuore una presenza – è un’esperienza che possiamo fare anche noi con questo quadro. In cui Maria di Magdala non appare. Ma, se i due corrono a cercare Gesù, è grazie alla donna sveglia che li ha svegliati: è stata lei la prima a giungere al sepolcro, con buona pace di Giovanni e dei maschi spesso vinti dal sonno. Lei, che già aveva corso per raggiungere i due apostoli, è facile che sia tornata di corsa con loro: tant’è che la ritroviamo di nuovo lì, «all’esterno, vicino al sepolcro», in lacrime. Ed è stata lei a cedere il posto ai maschi, come spesso è accaduto alle donne e tuttora accade (ad es. nella lavanda dei piedi del giovedì santo, in parrocchia). Gesù rende onore a Maria di Magdala mostrandosi a lei prima che agli altri, chiamandola per nome e affidandole le parole da dire ai fratelli: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».

 

 

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