Donne messe a tacere?

“Vedo profilarsi dei tempi in cui non ci sarà più ragione di sottovalutare animi virtuosi e forti per il solo fatto che appartengono a donne” diceva Teresa d’Avila nel XVI secolo, tuttavia, ancora oggi, le donne sono, di fatto, messe a tacere e inquadrate in ruoli subalterni
8 Marzo 2021

Per qualche anno (pochi a dir la verità) le redazioni dei giornali chiedevano ad una donna di scrivere l’editoriale in prossimità della Festa della Donna. Una tradizione che possiamo registrare come già abbandonata, almeno a restare in questo 2021.Certo non basta un articolo, anche se questo significa la possibilità di dire qualcosa di femminile, di far sentire una voce altrimenti messa a tacere, ma anche quello rappresentava un piccolo segnale di una mentalità che stava cominciando a cambiare: non più solo parole (e pensiero) maschili, bensì un ascoltare cosa aveva da dire anche l’altra metà del cielo, per evitare che le donne finiscano sui giornali spesso solo come vittime di femminicidi. E invece le donne ci sarebbero nella società, come nella Chiesa, ci sono nel quotidiano della vita delle nostre società, ma non vengono ascoltate, anzi viene loro impedito di esprimersi, così semplicemente, senza rivendicazioni di sorta.

A ben guardare, non basterebbe neppure un pezzo all’anno, ma sui giornali dovremmo trovare “normalmente” editoriali di uomini e donne, indistintamente mescolati settimana dopo settimana, Così come uomini e donne sono mescolati nella società, se pure con alterne fortune. Si stanno moltiplicando (anche se molto lentamente) i giornali affidati ad una direzione femminile, ma ancora molto difficile che questo accada nei settimanali delle chiese diocesane (qualche esempio c’è stato, ma attualmente non se ne vedono).

Il solito problema di potere? Difficile dirlo, anche se aveva ragione un amico giornalista, allora al settimanale, che aveva titolato il suo pezzo per l’8 marzo, una trentina di anni fa: “Lei lavora, lui comanda”. Perché non si tratta di parlare della Festa della Donna, è piuttosto una questione che mette in luce una mentalità quotidiana: tutti lavorano, in diversi ambiti, ma ai vertici, guarda caso, troviamo sempre i soliti noti, i maschi così abituati a comandare che sembrerebbe loro un affronto avere come capo una donna. O, quantomeno, confrontarsi con una donna prima di prendere decisioni.

«Vedo profilarsi dei tempi in cui non ci sarà più ragione di sottovalutare animi virtuosi e forti per il solo fatto che appartengono a donne»: così scriveva Teresa d’Avila, impegnata in un arduo e contrastato compito di riforma nella Chiesa. «Ancora oggi, 500 anni dopo, queste parole risuonano quale appello profetico, al riconoscimento reale delle donne e alla necessaria trasformazione ecclesiale» commenta la teologa Serena Noceti, una vita dedicata alla teologia.

Non si possono negare tutti passi compiuti da papa Francesco, che non si è limitato ai discorsi, ma è passato ai fatti per un’autentica promozione del ruolo delle donne nella Chiesa, laiche e consacrate. Ma certo occorre fare di più, senza addossare colpe e responsabilità ai preti, perché il corpo di Cristo è formato essenzialmente da laici ed è lì che il clericalismo (comunque maschilismo) affonda le sue radici.

O forse è venuto anche il momento di muoversi da parte delle donne. “Avresti dovuto proporti” ho detto ad un’amica che aveva condiviso tutta la sua indignazione in sede locale. Ma certo occorre muoversi, non fare il prezzemolo o diventare come il giovedì, ma per dire che non si può essere messe a tacere: né l’8 marzo, né gli altri giorni. E proprio perché un anno di giorni ne ha 365 vediamo come lavorare “insieme” nel quotidiano. Soprattutto in famiglia, prima ancora che nella società. E se l’esperienza della maternità è quanto di più straordinario possa capitare ad una donna, vediamo che lo possano credere anche i loro partner per la paternità. Perché non c’è solo la carriera, e magari il comando e il potere, ma per entrambi, donne e uomini in questo caso in coppia, si trova un senso per vivere soprattutto nell’essere compartecipi della creazione, un’esperienza sempre meno frequente sia in Italia che in quell’Europa ormai “nonna” come l’ha definita papa Francesco nel suo famoso discorso a Strasburgo. A patto di spiegare alle nostre figlie e a tutte le giovani donne che non deve più accadere che si debba scegliere (avvilente!) tra la famiglia e il lavoro, come accadeva decenni fa (e la Chiesa propendeva per la prima a scapito di un lavoro extradomestico) e in certe situazioni anche oggi (quante lettere di licenziamento firmate al momento dell’assunzione!).

All’indomani dell’8 marzo solo uno spunto di riflessione per tutti, donne e uomini, per i lavoratori e i datori di lavoro, per gli sposi e le spose, per i genitori: in nome di un’evangelica parità tra uomini e donne, forse sarebbe ora di superare antichi pregiudizi e consolidate tradizioni per la separazione dei generi. La logica della “comunione” (qualcuno legge complementarietà) esige ben altro: dopo duemila anni Vangelo e storia della Chiesa ci obbligherebbero ad incamminarci su un’altra strada. Meglio tardi che mai.

 

2 risposte a “Donne messe a tacere?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Messe a tacere, umiliate,sfruttate, non riconosciute le doti che al pari dell’uomo ma in modo diverso il Creatore ha voluto essere prodigo in sensibilità e talenti.” L’uomo ti dominerà”, vero visto quanto a distanza di secoli ci si lamenta; anche dirigenti in tutti i campi dove il progresso spinge, perfino nello spazio, eccellenze nella ricerca, presenze efficaci contribuendo al successo maschile,,responsabili a portare avanti il peso di una famiglia da sole, ,o di governare un Paese, La storia al femminile si dipana non meno ricca di quella maschile, ma viene raccontata esaltata, fatta conoscere sempre seconda. Il freno sembra essere che da lei nasce l’uomo/e non le si vuole riconoscere questo come il dono supremo, più grande di ogni altro. Non si valuta almeno pari di uno stipendio;,le cure, l’intelligenza, i talenti sacrificati tutto speso generosamente a educare,crescere,curare la persona umana,famiglia e società.. Dio l’ha fatta regina!,all’uomo…?

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Ieri mattina il fantastico Paolo ( Sottocorona) ha letto, commosso, qs frase di Shakespeare:

    Per tutte le violenze consumate su di lei,
    per tutte le umiliazioni che ha subito,
    per il suo corpo che avete sfruttato,
    per la sua intelligenza che avete calpestato,
    per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
    per la libertà che le avete negato,
    per la bocca che le avete tappato,
    per le sue ali che avete tarpato,
    per tutto questo:
    in piedi, signori, davanti ad una Donna.

    2000 anni da Cristo,
    500 da Teresa,
    300 da Shakespeare,
    Ma siamo sempre tutti comodi e ..seduti.

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