Nella settimana precedente a quella in cui la televisione di Stato, ignorando i gusti raffinati del telespettatore italiota, ci sta imponendo il tristo rito del festival canzoniero ligure, la Diocesi di Genziana, preoccupata degli infausti effetti educativi di cotale degradante spettacolo, ha proposto coraggiosamente un’alternativa musicale più spiritualmente acconcia alla bisogna.
Frotte di spettatori plaudenti – genitori, piccini e vegliardi – si sono riversati ogni sera nell’arioso auditorio di Santa Rosa per assistere al “Festival della Canzone Pia”: occasione di svago ma anche opportunità di ravvedimento, contrizione ed edificazione personale.
Ad aprire la prima serata, come monito per gli astanti, l’intensa ballata per voce e chitarra del francescano fra Petalo Margherito dal titolo “Grazie dei fiori, ma soprattutto delle opere di bene”. Per coerenza, il religioso ha chiesto alla giuria popolare di sostituire i voti riservati a lui con dei voti di povertà.
Scene di euforia ed estasi ha destato invece la rockeggiante scatenata performance di Suor Gemma Tulipano con la sua rassicurante “Non è l’inferno”.
Pubblico più tiepido e a dire il vero qualche fischio per l’esibizione del missionario Padre Alex Ranuncolo che con tono severo e sguardo grave ha intonato la sua “Si può dare di più”. Un lancio di monetine ha salutato ironicamente la sua uscita di scena.
Qualche applauso in più ha suscitato – solo inizialmente – l’impegnativa canzone del parroco locale don Giglio Viola, tristemente noto per le sue lunghe e vacue omelie. La sua “Fiumi di parole”, pur graziosa nella sua classica melodia, è stata però interrotta dopo dodici minuti per un’insurrezione popolare. Il sacerdote è stato messo in salvo frettolosamente dagli uomini della sicurezza.
Applausi convinti e un accenno di standing ovation per l’accurata e sobria esibizione di Sua Eminenza il cardinale Ortensio Narciso che ha scandito con rigore algido e un sorriso beffardo la sua inesorabile “Soldi”.
Il pubblico si è diviso invece durante l’esibizione, per la verità discreta, del sacerdote don Zeferino Gladiolo, noto per la sua sollecitudine pastorale per Rom e Sinti. La sua “Zingara” ha destato qualche protesta in un gruppo di spettatori che brandivano cartelli con su scritto “Occhio al portafogli”.
Scongiuri e qualche gesto scaramantico ha provocato invece la lugubre interpretazione di Don Croco Crisantemi. Con la stola e l’aspersorio d’ordinanza il prelato ha portato a termine nel silenzio attonito degli astanti la sua “Buongiorno tristezza”.
Ma i fedeli spettatori hanno invece applaudito all’unisono l’allegra canzone di Sua Eccellenza il vescovo Cardo Fiordaliso, ritornato in diocesi dopo essere stato assolto dalle accuse di corruzione, peculato e distrazione dei fondi dell’8xmille. La sua ritmata “Non mi avete fatto niente” ha stravinto nelle votazioni finali e il presule è stato portato in trionfo mentre distribuiva prebende e raccomandazioni ai suoi seguaci.
(Fantaecclesia / 17)