Esperienza o culto? Per un dibattito circa la “Nota su Medjugorje”

Anche chi ha visitato e vissuto Medjugorje come pellegrino, volontario e accompagnatore può pretendere maggiore chiarezza teologica e spirituale dal Dicastero per la Dottrina della Fede
24 Settembre 2024

Il 19 settembre è stata pubblicata la Nota dal titolo: “La Regina della Pace” a cura del Dicastero per la Dottrina della Fede. Il sottotitolo della Nota rievoca direttamente “l’esperienza spirituale legata a Medjugorje”. Dal sottotitolo la Nota appare un testo che non vuole direttamente pronunciarsi sui “presunti fenomeni” o sui “presunti messaggi” ma sull’esperienza spirituale. Tuttavia, l’attenzione sull’esperienza cede il posto al culto e ai “presunti fenomeni e messaggi” creando non poche ambiguità.

Vorrei qui offrire alcune riflessioni in continuità sia con ciò che ho accennato nel mio blog (qui) sia con le perplessità nutrite e pubblicate da Andrea Grillo (qui) con la speranza che i teologi nutrano la volontà di un prossimo e ulteriore dibattito serrato.

Tuttavia, mi sia concesso di premettere una breve precisazione.

Poiché è stato osservato che bisogna partecipare per osservare (e quindi giudicare) antepongo al testo seguente una piccola nota personale. Chi scrive ha visitato Medjugorje più volte, dagli anni Ottanta fino a circa quindici anni fa, ora come pellegrino, ora come volontario, ora come accompagnatore. L’aver visto e sentito, oggi mi consente avere opinioni nate anche “sul campo”. È evidente però che la riflessione su alcuni aspetti della Nota non può assolutamente dipendere dalla condivisione o meno del “fenomeno medjugoriano”. È una questione di chiarezza teologica oltre che di chiarezza spirituale e per questo c’è bisogno di argomentazioni piuttosto che di pellegrinaggi.

 

Esperienza di fede come metro di misura?

La Nota sembra voler concentrarsi sull’esperienza. Vi è però una piccola discontinuità: nel sottotitolo l’esperienza è “di fede”, nel resto del testo è “esperienza spirituale” (una volta appare “esperienza umana” –richiamando il testo delle Norme– ed un’altra come “esperienza di Medjugorje”, con valore di esperienza in quel luogo).

La discrepanza tra sottotitolo e testo può apparire di poco conto: tuttavia se nel sottotitolo “l’esperienza” è accostata alla “fede” ci si aspetta che il Dicastero competente si pronunci chiaramente anche sul “contenuto di fede” che lega l’esperienza spirituale dei fedeli a “quei luoghi” e a “quei fatti”. La Nota non sembra volere pronunciarsi sui “fenomeni soprannaturali” (detti “presunti”; aggettivo che accompagna anche “veggenti”, “messaggi”, “apparizioni”, “eventi soprannaturali”) o almeno lo fa solo indirettamente. Al contrario, richiama l’importanza dell’esperienza spirituale in relazione ai frutti, soprattutto quelli derivanti dai sacramenti e dai sacramentali e da una certa “spiritualità medjugoriana” ovvero “messaggi, preghiera, digiuno, adorazione, Santa Messa, confessione”.

Qui, insieme al tentativo di un certo “cambio di paradigma” per passare dalla valutazione di “verità oggettiva” alla valorizzazione e la tutela di “una” esperienza spirituale, si nota una forte discrepanza non solo nell’uso dei sostantivi e dei loro aggettivi ma nell’aver posto tra gli elementi della “spiritualità medjugoriana” i messaggi non solo accanto ma addirittura prima della preghiera, del digiuno, dell’adorazione, e dei sacramenti della “Santa Messa” e della “confessione”.

È evidente che questo tentativo di cambio di modello paga lo scotto di voler accontentare un po’ tutti cedendo ad una forte ambiguità: i “messaggi” accanto e prima dei sacramenti?

È vero che emerge il “non-riconoscimento” da parte della Chiesa dei fatti di Medjugorje quali “fenomeni soprannaturali”; il cambio sostanziale di approccio rispetto alle esperienze e al loro uso rimane importante e appare come un segnale da evidenziare insieme all’attenzione data alla “percezione soggettiva del fenomeno”. Ma l’ambiguità generale può aprire a confusioni e a imprecisioni radicali.

D’altra parte, fa parte delle possibilità poste dalle nuove Norme del Dicastero la soluzione di non includere «una dichiarazione circa la soprannaturalità del fenomeno oggetto di discernimento, cioè la possibilità di affermare con certezza morale che esso proviene da una decisione di Dio che l’ha voluto in modo diretto», ma “concedere” un “nihil obstat” con cui i fedeli «sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione» come “aiuto” «del quale non è obbligatorio fare uso».

Ma se un fedele si lascia “guidare” dai messaggi (prima di ogni altra cosa, visto l’elenco offerto dal Dicastero) come farà ad essere prudente circa i contenuti degli stessi?

Qui l‘ambiguità è palese per non dire scandalosa.

 

“Nihil obstat” rispetto al culto o alla spiritualità?

Il presunto “fenomeno soprannaturale” di Medjugorje non ha avuto un “riconoscimento ufficiale”. La Nota però non vuole essere una dichiarazione sul fenomeno ma appare preoccupata che si possa utilizzare «inadeguatamente questo fenomeno spirituale». Così i due elementi su cui si sofferma la Nota sono la “percezione” dei singoli che gioca sempre un ruolo determinante anche nella “percezione di Dio” e la “esperienza spirituale” che può condurre a “buoni frutti” al di là di una “dottrina ambigua” presente in alcuni gruppi. Per questo la Nota chiede ai vescovi di vigilare sulle esperienze religiose dei singoli e dei gruppi.

Tuttavia, questa posizione appare la novità ma anche il limite della Nota stessa che, pur usando un diverso “paradigma teologico valutativo dei fatti soprannaturali”, rimanda alla vigilanza dei vescovi, alla prudenza e alla bontà della pietà dei fedeli l’uso della “spiritualità medjugoriana”. Resta la domanda: la bontà della pietà dei fedeli che si recano a Medjugorje si costruirebbe sui messaggi?

La Nota, d’altra parte, analizza alcuni messaggi, ne valuta aspetti teologici, e offre necessari chiarimenti in riferimento a “rimproveri e minacce”, a “messaggi alla parrocchia”, ad “autoesaltazione della Madonna”.

Non mancano dunque dubbi sia sulla forma sia sul contenuto dottrinale dei messaggi (presunti).

Qui altra ambiguità: la Nota non si pronuncia sul presunto fenomeno ma concede il nihil obstat autorizzando il “culto pubblico” (di cosa?). Anzi, sembra che “culto pubblico” sia confuso con “metodo spirituale” (che nel CJC rimane di libera scelta).

Il testo poi ricorda che “i fedeli non sono obbligati a credervi”. Un inciso non dovuto che, proprio perché non richiesto dalla concessione stessa che riguarda il “culto”, sembra più una concessione per chi “non ci vuole credere”; e non è dato sapere in cosa…

Forse la specificazione sulla distinzione tra “metodo spirituale” e “culto pubblico” andava fatta. D’altra parte, non si tratta di un articoletto apparso su un giornalino parrocchiale ma di una Nota ufficiale della Santa Sede.

 

Un buon lavoro della Congregazione?

Nella giornata di sabato 21 ho letto le letture della domenica seguente. Credo che siano due gli errori da evitare quando si leggono brani biblici: non dare per scontato quello che leggi e non dimenticare gli occhiali se ne hai bisogno. In quel frangente ho commesso il secondo errore e per un attimo ho letto “serratore” al posto di “servitore”. Ne è risultato un versetto alterato: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il serratore di tutti». Nonostante la mia mente avesse provveduto prontamente all’autocorrezione quel “serratore” mi rimaneva dentro. Ma chi potrebbe mai essere un serratore nelle parole di Gesù? Uno che “serra”, “chiude”… ma cosa?… Forse un serratore dovrebbe aver cura delle “relazioni” come un condottiero ha cura dei “ranghi”: se i ranghi si serrano per evitare la dispersione e per affrontare le difficoltà insieme, le relazioni si serrano per evitare dispersione e confusione. Ecco, nella Chiesa un “servitore” può e deve ben essere un “serratore”. Un serratore/servitore o serra i ranghi e conserva le relazioni, con franchezza e con lucidità, o disperde.

La Nota appare un testo che non riesce a serrare le fila, ma che disperde con un manipolo di ambiguità su “culto”, “esperienza” e “messaggi” che, sebbene presunti, appaiono, nella spiritualità medjugoriana, anteposti alle forme di devozione e di culto.

A questo punto, non appaia fuori luogo che si attendono chiarimenti decisi alla Nota nella speranza che non passino altri quarant’anni…

 

 

16 risposte a “Esperienza o culto? Per un dibattito circa la “Nota su Medjugorje””

  1. Francesca Vittoria marvit.fv@libero.it ha detto:

    Mi permetto replicare che le apparizioni hanno lo scopo di essere conferma di aiuto che ci viene da un Dio presente nel mondo ma da questo anche ignorato, tenuto lontano, da un uomo intende imporsi con idee a una libertà che gli permetta di reinventarsi, vivere al di fuori delle leggi pensate bene comune da un Dio creatore. I messaggeri scelti si suppone il inseriti nella vita e cultura temporale, che meglio riferiscono messaggi a essere compresi , e ciò si deduce dal fatto che stimolano a mantenere fede salda malgrado gli accadimenti che non siamo soli ma un Dio e presente sa , vede e può intervenire. Questo è segno di amore che ci rinfranca. Da ultime news : un fuggi fuggi a migliaia da guerra, governanti fanno pressanti richieste a supporre Vittoria, dimentichi che ancora dal passato restano odii mai sopiti. “Per la Pace e la diplomazia”, basta armi, ora negoziare” è un grido che si sta levando oggi in “la Stampa)

  2. Vittorio Maccarone ha detto:

    Bisogna fidarsi della chiesa, perché Cristo parla attraverso di essa e per lei cristo ha dato la vita;:tuttavia è formata da uomini e gli uomini possono sbagliare; inoltre anche i veggenti sono persone che possono sbagliare e difatti nei loro presunti messaggi mariani ci sono molte contraddizioni ed io ascoltando loro ho dei forti dubbi anche perché i segni che hanno predetto non si sono avverati, mentre a Lourdes e Fatima si. Ora se è davvero Maria la madre di Gesù e lo si può capire dal fatto che dove c’è lei con il figlio, anche perché Maria non è una dea, ma e strettamente legata a Gesù e quindi non c’è confusione, fanatismo e divisione con la chiesa, cose che purtroppo emergono a megougorie! Comunque ognuno è libero di credere oppure no perché le apparizioni non sono oggetto di fede.

  3. Giorgio Montresor Montresor ha detto:

    Buon giorno.Non sono mai stato a Medjugorje, quindi faccio una osservazione sulla comunicazione ufficiale del Vaticano:
    non dimentichiamo che a Roma le linee guida sono dettate dai gesuiti.Ergo, tutto si spiega: quel dire e non dire non è frutto della Prudenza ma del fatto che bisogna
    accontentare tutti.

  4. STEFANO TONNA ha detto:

    Il fenomeno Medjugorjie non esisterebbe senza i veggenti. Non è che i messaggi arrivano via radio dalla Via Lattea. Per cui il primo e basilare compito della gerarchia sarebbe stato quello di dire una parola definitiva sulla loro attendibilità e buona fede. Questo non è stato fatto per un calcolo opportunistico, e ciò ingenera smarrimento e sconcerto nei fedeli, tra i quali mi annovero. Ancora più grave è aver assolutamente ignorato l’incombere dei segreti, ormai vicino. Se accadranno, la Chiesa vivrà tempi difficilissimi, perché sapeva e ha taciuto.

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Maria a Madjugorje ha parlato a tutta l’umanità perché gli eventi che si sono verificati sono di tale gravità che da Cuore materno Dio attraverso lei ancora una volta vuole soccorrere l’uomo così deviato da essere causa dei suoi mali. E non possiamo disconoscere questa realtà, popoli interi sono in reciproco conflitto, sangue umano innocente bagna la terra e grida d’aiuto restano inascoltate. E’ venuto il Figlio, non l’hanno ascoltato ma come stiamo vedendo il suo Vangelo che la Chiesa ha divulgato per secoli, all’uomo diventato quale è oggi idolo di se stesso, ancora non trova accoglienza. Grande azione di amore ci giunge dall’alto che Dio Padre mandi ancora Maria come Regina di Pace, ad assicurarci che non siamo abbandonati ma che se c’è tanto male questo si vince con il Suo Bene. Maria ci istruisce quali i passi sicuri a ns. salvezza. Siamo stati creati per vivere una vita che non muore, la ns. esistenza non inutile, la salvezza è possibile

  6. Mariagrazia Cardilicchia ha detto:

    Io sono un frutto di Medjugorje, la Mamma (io la chiamo così) mi ha letteralmente preso per mano e portato a suo figlio Gesù, da allora sono cresciuta nella fede e continuo a farlo sempre con Lei che mi spinge come fa una mamma con la sua bambina verso un bene più grande. Chi ha fatto l’ esperienza di Medjugorje sa di essere parte di un esercito orante sparso per il mondo , che prega x la pace e che appena la campanella suona deve darsi da fare con l’ Eucarestia, il rosario il digiuno. Ancora di più in questi tempi.Perché questo è il compito che La Mamma chiede nei suoi messaggi . Con questa nota ambigua e direi diabolica si mette censura e bavaglio alla Madonna .
    Io penso che tutto questo era previsto. E adesso verrà la parte più bella di tutta questa storia . L’ economia di Dio non ragiona come la mente umana.

  7. Marica Pozzi ha detto:

    Sono stata ben 9 volte a Medjugorje nelle apparizioni ci credo e ci crederò sempre perché una bugia non può sopravvivere così a lungo per 30 anni.

  8. Anna Rita Tracanna ha detto:

    Scusate ma ancora vi meravigliate che le Note, i Documenti, le Encicliche di Papa Francesco e il Prefetto Fernandez contengono discrepanze, errori ed ambiguità e gettano i fedeli nella confusione? Ormai dovremmo esserci abituati. Purtroppo

  9. Giuseppe Risi ha detto:

    Anch’io, che non sono certo un teologo, leggendo il documento vaticano ho avuto l’impressione di troppe ambiguità. Se i frutti (ritenuti essenzialmente buoni) vengono dai messaggi, e questi messaggi si dice vengano direttamente dalla Madonna, su questi stessi messaggi occorrerebbe una parola di verità. Ma come fa il papa a dire (con la sua parola “infallibile”) che la Madonna è apparsa davvero per migliaia di volte?
    Boh.
    In ogni caso, a proposito della bontà dei frutti, occorrerebbe anche valutare quanti sono i potenziali cristiani (soprattutto giovani) che legittimamente e comprensibilmente si allontanano dalla fede perchè non ne possono più di presunte apparizioni madonnare (Lourdes e Fatima comprese), miracoli presunti o richiesti e devozionalismi vari (e spesso strambi) tendenti tutti alla pura e semplice superstizione.

    • Nadia Capacci ha detto:

      (Medjugorje) – Visto lo strano fenomeno del cosiddetto “miracolo del sole”, ma, che a mio parere, il sole non non puo’ essere assolutamente la causa di un simile sbalorditivo effetto, il questo luogo non potrebbe esserci anche un segreto militare?……..

    • Stefano Fanelli ha detto:

      Il Papa è infallibile solo quando parla “ex cathedra”. La vicenda comunque è più ingarbugliata che mai e da credente penso che lo stesso Cielo debba avere ora il suo intervento definitivo.

    • Maria Faedda ha detto:

      Non credo che i giovani si allontanino dalla fede per stanchezza di fenomeni come quelli di Lourdes o Medjugorje, ma perché vivere la fede è difficile e impegnativo. Tutta l’impostazione sociale di oggi è basata sulle scorciatoie, sulla scelta delle soluzioni più comode, sull’individualismo egoistico, sul soddisfacimento immediato dei propri gusti. La strada segnata dal Vangelo non è larga, né comoda: amare gli altri come noi stessi? Perdonare chi ci fa del male? Rinunciare al male e alla vendetta? Mettere Dio al centro della propria vita? Accogliere, aiutare, spendersi per chi ha bisogno? È molto più facile allontanarsi dalla Chiesa e dai suoi insegnamenti. Dietro l’indifferenza dei giovani, però, si intuisce la latitanza dell’esempio delle loro famiglie o dei loro educatori.

  10. Dario Busolini ha detto:

    Non biasimo il buon cardinale Fernandez perché intervenire su una questione come quella di Medjugorje dopo così tanto tempo, durante il quale si è sostanzialmente fatto finta di nulla lavandosene le mani, non è facile per nessuno: si cerca di “serrare” la stalla quando i buoi sono ormai usciti, ritornati, andati di quà e di là da un pezzo. Personalmente condivido la tesi di Ruini, secondo la quale all’inizio qualcosa di soprannaturale deve essere avvenuto e poi la stessa crescita esponenziale del fenomeno e della sua esposizione mediatica deve avere portato con sé altre dinamiche, esasperando dei problemi che, quando si tratta di culto mariano, si possono presentare anche in santuari riconosciuti. Penso che la nota sia solo il primo tempo, nel secondo si cercherà di porre Medjugorje sotto il controllo diretto della Santa Sede.

    • Daniela Dorigo ha detto:

      Per poter parlare,scrivere e tanto più decidere il destino di un evento di apparizioni,bisognerebbe sperimentare personalmente sul campo.Mi spiace che ci sono persone credenti che ancora non vogliono neanche concepire(non credere) alle apparizioni mariane,neanche Lourdes?,o Fatima che è stata confermata da un Papa Santo?…e perlopiù vengano citate come modello negativo per i giovani…non esiste.I giovani devono essere difesi da ben altro tipo l incertezza e la confusione dottrinale di questi anni.Questo documento del “buon” Cardinale Fernandez,non è altro che il solito modus operandi per offuscare,confondere i fedeli sprovveduti o incerti sulle apparizioni della Madonna.
      Anche i farisei non hanno creduto che Gesù era il Messia…la storia si ripete,purtroppo Pregherò per lei.

  11. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    La Fede deriva dalle opere, se il cielo restasse senza contatto con la terra per un umano non avrebbe corpo la sua fede, sarebbe frutto di fantasia e altro. La presenza di Maria quando il mondo sembra in pericolo di morte è aiuto a sua salvezza. Cristo ha accettato di sacrificarsi perché anche la vita dell’uomo fosse X un per sempre. e l’ha dimostrato resuscitando. Al ns. credere serve aiuto, così appare logica la presenza di Maria, anche diventata ns.Madre, a essere mandata presente oggi in un mondo di guerre, morti, odii come un cielo potrebbe restare insensibile? I suoi ammonimenti aiuto segno di amore affidati a messaggeri comuni mortali, strumenti a non farci allontanare da Cristo, ns.salvezza. I messaggi sono chiari alla ns.intelligenza e suscitano speranza, se tanta folla va al monte, il fine è manifesta Fede in Cristo, popoli diventati Chiesa che che sceglie la vita

  12. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Forse a Madjugorie aleggia una aria speciale. Il fatto di salire un sentiero come di montagna e tutti vanno con una certa attenzione a dove posare i piedi sul sentiero sassoso, molto raccolti in se stessi, magari nel proprio vissuto da rivolgere a Maria, spirituale, intimo, non comunitario. La Messa diventa partecip. di Fede, la confessione un liberare l’animo sul motivo per cui uno si trova a quell’incontro per parlare a una persona “Maria” la Madre Consolatrice: c’è chi piange, prega, ogni singolo esprime ciò che ha in cuore in modo unico,personale, in un “tu” particolare. Ovvio avere curiosità di sentir narrare esperienze di fatti ma in definitiva conta il proprio C’è gioia perché è il luogo molto solare, montagnoso che invita a un cammino verso una metà, come Per Maria la visita alla cugina Elisabetta. E il suo canto è stato incontro da terra, a cielo., Pace serenità il dono

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