Nient’altro che una benedizione. Ma basta e avanza

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore»
1 Maggio 2016

VI domenica di Pasqua: Gv 14,23-29

CRISTO BENEDICENTE (Antonello da Messina, 1465-75, Londra, National Gallery)

 

Null’altro che una benedizione: un piccolissimo gesto, fatto da mani che-più-esili-non-si-può. E null’altro che uno sguardo, impagabile per la serenità che trasmette. È poco? È quanto basta per sentire la pace di Gesù. Così diversa da quella del mondo, sempre armata perché mai sicura.

Nemmeno il buio alle sue spalle fa paura, perché Gesù, dandoci fiducia, toglie ogni timore: è lui a chiamarci amici, a credere in noi ancor prima che noi crediamo in lui, è lui a farci luce. E lo percepiamo vicino nonostante il parapetto, inventato dai pittori quattrocenteschi per mantenere – più che una distanza – una zona di rispetto, da non oltrepassare.

Nel quadro non c’è una storia. Con lui ci siamo soltanto noi, guardati dai suoi occhi che rimettono al mondo. Come deve essere successo a tanti uomini e donne che lo hanno incontrato: talmente felici del suo donare da non osar chiedere altro. O da accontentarsi di un’inezia: come il centurione, al quale, per la salute del suo servo, sarebbe bastata «soltanto una parola» (Mt 8,8); come l’emorroissa di Cafarnao, che, per essere salvata, avrebbe toccato «anche solo le sue vesti» (Mc 5,28); come la gente di Gennèsaret, a cui sarebbe stato sufficiente «almeno il lembo del suo mantello» (Mc 6,56).

In verità sono gli abitanti di Gerusalemme a battere tutti, quando, per la guarigione dei loro malati, aspettano «almeno l’ombra» di Pietro (At 5,15). Non è fantastico che, quando viene da Dio, il minimo sia un massimo? che, di tanta luce, ci si faccia bastare l’ombra? Confidare in qualcosa d’inafferrabile, d’impossibile da conservare e da venerare, dice a quali vette possa arrivare la fede. Che non è un bisogno di cose, ma un desiderio di unione.

Se senti che l’altro ti guarda e ti vede bello, che crede in te e ti dà fiducia, hai forse bisogno di prove? Che te ne fai della dimostrazione schiacciante, scientifica, che dà soddisfazione alla ragione? Alla fede occorre poco… Il padre di Roberto Benigni fu capace di dire al figlio, scettico sull’esistenza di Dio: «Se esisto io, figùrati lui!».

Non può non credere a un padre chi si sente figlio. Di certo gliel’avrà messo nel cuore lo Spirito Santo, lo Spirito della verità, che insegna ogni cosa e ricorda tutto ciò che Gesù ha detto.

 

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