Dove finiscono dopo il loro episodio i personaggi di cui ci parlano i Vangeli? Nella Via Crucis di quest’anno ho voluto provare a lasciarmi accompagnare da una di loro, che incrociamo proprio nel tempo della Quaresima. Ho provato a guardare i nostri Calvari di oggi con gli occhi della Samaritana, improvvisamente aperti dall’incontro con il Maestro (Gv 4,1-42). Per cercare di entrare con lei nel mistero della Pasqua di Gesù.
PRIMA STAZIONE
GESU’ E’ CONDANNATO
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Matteo
Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
Lo riconobbi così, quel giorno al pozzo. È stato quello che ha guardato dentro alla mia storia. Mi ha aiutato a vedere la verità là dove tutti avevano solo puntato il dito: «Sei quella dei cinque mariti…». Gesù mi ha rivolto una domanda semplice. Non mi ha condannato: mi ha aiutato a trovare la verità dentro la mia risposta. Per questo corsi subito a dirlo a tutti: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto». Che tentazione terribile giudicare. Eppure ci cadiamo tutti ogni giorno. «Ma che male ha fatto?». Ti guardo ora, Maestro, e penso a tutte le vittime dei nostri pregiudizi. Penso a quante persone abbiamo marchiato a vita per un loro errore. Penso a chi sta aspettando da me una parola buona.
Signore, insegnaci
a far incontrare ancora tra loro
verità e misericordia.
E a coltivare una giustizia
che non condanna
ma riaccende il cuore.
Padre Nostro…
SECONDA STAZIONE
GESU’ CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Matteo
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e impara te da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Eri stanco anche quel giorno, Maestro. Per questo eri rimasto seduto lì, accanto al nostro pozzo, mentre i tuoi discepoli erano andati in città, laggiù. Quella grande città che oggi si chiama Nablus e nei secoli è cresciuta in Palestina accanto a questo pozzo. Nelle ultime settimane è tornata a ribollire con i suoi morti e le sue violenze nel nostro conflitto che non finisce mai. Ancora oggi siamo tutti “stanchi e oppressi”, in questa Terra Santa; ma questo non interessa più a nessuno nel mondo. Palestinesi, israeliani e anche noi samaritani: periodicamente ci ritroviamo in ginocchio a leccarci le nostre ferite. Proprio come te, che stai salendo al Calvario. E come milioni di vittime di tante guerre dimenticate in tutto il mondo.
Signore, stai vicino
a tutti quanti sono stanchi
della propria vita.
Aiutali a rialzarsi
dalle cadute
con la tua Parola che dona vita
anche là dove sembra regnare la morte.
Padre Nostro…
TERZA STAZIONE
IL CIRENEO AIUTA GESU’ A PORTARE LA CROCE
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Luca
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
Il cireneo che ha portato la croce con il Maestro era uno straniero, proprio come me. Anche quel giorno andò così: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”, gli chiesi subito. In questi giorni ascolto tante vostre discussioni sul tema delle migrazioni: la tragedia di Cutro ci ha sconvolti tutti. Tanti dicono che non si è fatto abbastanza, che bisogna aiutarli in mare: non possono mica morire così. E hanno ragione. Altri replicano dicendo che bisogna aiutarli a casa loro. E hanno ragione anche loro. Però io mi fermo un attimo e penso: ma è solo un caso se una delle poche volte in cui il Maestro nei Vangeli ha avuto bisogno di qualcosa, l’ha chiesto proprio a me che in Israele ero considerata straniera? Serve umiltà per lasciarsi aiutare da uno straniero. Chiede di riconoscersi poveri di qualcosa. Ed è proprio quello che non siamo mai capaci di fare.
Signore, donaci il coraggio
di lasciarci aiutare
senza sentirci onnipotenti.
Insegnaci a non riporre
la nostra fiducia
sulle nostre certezze,
ma sulla capacità
di riconoscerci fratelli
con chi ci passa accanto.
Padre Nostro…
QUARTA STAZIONE
GESU’ E’ SPOGLIATO DELLE SUE VESTI
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Giovanni
«I soldati poi quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte»
Anche quel giorno, Maestro, non avevi nulla con te. E io te lo feci notare, quando pretendevi che fossi io a chiederti da bere. “Non hai nemmeno una brocca, come pensi di fare? Sei forse più grande di Giacobbe che ci ha dato questo pozzo?”. Poi, però, la brocca sono stata io a lasciarla lì; finalmente stando con te mi ero sentita libera, anche dalle quattro cose che avevo. Oggi penso alla Turchia e alla Siria, devastate da un terremoto che dopo l’emozione del momento stiamo già dimenticando. Penso a chi in pochi secondi si è ritrovato spogliato di tutto. Magari anche di quel poco che era riuscito a racimolare dopo essere stato già colpito dalla guerra o essersi rifugiato lì perché in fuga dal suo Paese. Penso alle macerie di Antiochia, il primo posto dove noi tuoi discepoli fummo chiamati cristiani.
Signore, stai vicino
a chi ha perso tutto.
Dona il tuo conforto
nell’ora delle tenebre.
E tieni accesa in noi
la fiamma della carità
Padre Nostro…
QUINTA STAZIONE
GESU’ DALLA CROCE DICE: “HO SETE”
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal vangelo secondo Giovanni
Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
Ti guardo sulla croce, Maestro, e risento quelle parole: “Dammi da bere”. Intorno a queste parole abbiamo costruito tante letture metaforiche; invece adesso le vediamo riflesse a caratteri cubitali nel creato stesso che ci circonda: “Dammi da bere”. Nel mondo ormai si combatte per controllare le sorgenti e i grandi bacini. In pieno inverno i tg parlano di livello idrometrico dei fiumi, di siccità, delle preoccupazioni dei contadini per i propri campi. “Dammi da bere”. Quel poco che riusciamo a mettere insieme ha il sapore amaro dell’aceto. Lenisce un po’ il dolore, ma non è l’acqua viva di chi ha capito che per ritrovarla sul serio occorre cambiare i nostri stili di vita.
Signore, aprici gli occhi.
Insegnaci a vedere
che con le nostre mani
abbiamo trasformato
il Giardino dell’Eden
nel legno secco della croce.
Donaci la forza
per far fiorire di nuovo
il deserto con la rugiada
della tua giustizia.
Padre Nostro…
SESTA STAZIONE
GESU’ MUORE IN CROCE
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Luca
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del Tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.
“I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. Te l’ho fatta anch’io, quel giorno, la domanda sulla questione su cui da sempre i nostri teologi si accapigliano: “Abbiamo ragione noi, vero?”. A quel tempo litigavamo di brutto, ma almeno non ci uccidevamo per questo. Ora, invece, guardo alla guerra in Ucraina e ripenso alla tua risposta di allora: “È giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre, perché i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori”. Vedo il velo del Tempio squarciato dalla tua morte e capisco; non si può rinchiudere in nessun luogo, in nessuno slogan, in nessuna ideologia travestita da religione, l’amore di quel Padre che persino dalla croce tu, Maestro, non hai smesso di indicarci.
Padre perdonaci
perché avremmo dovuto sapere
ciò che stiamo facendo.
Abbiamo crocifisso
di nuovo tuo figlio Gesù
nella morte di tanti fratelli,
pur invocando tutti
il suo nome.
Perdonaci e rendici
testimoni della tua pace
in questo mondo ferito.
Padre Nostro…
SETTIMA STAZIONE
GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Giovanni
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Me l’hai donata davvero, alla fine, l’acqua che zampilla per la vita eterna. L’hai riversata su tutti noi dal tuo costato, trafitto mentre ancora pendevi dalla croce. Mi avevi promesso che non avrei più avuto sete; e io, banalmente, ho subito pensato a quanta fatica mi potrei risparmiare senza dover più attingere al pozzo. Oggi ti chiederei ben altro: con quest’acqua vorrei che tu lenissi le sofferenze di tanti fratelli intorno a me. Vorrei che ripulissi il fango con cui troppe volte, persino dentro alla tua Chiesa, stiamo coprendo la tua bellezza. Soprattutto: vorrei che tu la usassi per irrigare il mio cuore, ogni volta che si inaridisce. Quell’acqua chiama anche la mia vita alla pienezza che la tua Pasqua annuncia.
Signore, le nostre braccia
sono troppo piccole
per accoglierti
deposto dalla croce.
Ma tu le scegli lo stesso
per custodire
il mistero più grande.
Donaci la forza
di non trattenerti nel sepolcro,
ma di un annunciarti vivo
al mondo di oggi.
Padre Nostro…
Per i meriti della sua Passione e Croce il Signore ci benedica e ci custodisca
Amen
Bellissima la via Crucis. Ma come mai solo sette stazioni? Pace e bene.
Bella la Via Crucis, ma ancora di più il punto di vista. Il punto di vista di un personaggio dei Vangeli di cui si perdono le tracce. Perché in fondo, esclusi alcuni, pochi, che rimangono alla ribalta, questo siamo tutti. Abbiamo incontrato il Signore e poi continuiamo ad attraversare i giorni, buoni e cattivi, e a compiere opere, buone e cattive. Ogni tanto cerchiamo di riconoscerlo, ci sembra di riascoltare la sua voce. Oppure no… il ricordo è così confuso da confondersi con un sogno, una favola da bambini, quando non eravamo presi da incombenze o, peggio, brame. E, comunque, questo siamo: personaggi in cerca di una buona notizia, in cerca di Vangelo.