Tra credere e tentare Dio

La fede è un dono che però va custodito e alimentato; la mia mi pare piccolina e fragile: come faccio a chiedere o guardare miracoli da tutte le parti? Se poi non li vedo mi gioco la fede!?
30 Aprile 2020

È passato già un po’ di tempo, ma ho ancora davanti agli occhi il Papa in piazza San Pietro, zoppo e incerto che ostende il Signore in una piazza materialmente vuota di persone, ma spiritualmente lì convocata e con la colonna sonora di campane, segno di gioia e divino e di sirene ad indicare la nostra umanità sofferente. Benedicendo la città ed il mondo sembrava dire a Dio: “ Siamo rinchiusi e affranti, perdonaci e abbraccia tutti,  placa la tempesta”. Sì perché il vangelo letto e poi così ben commentato era quello della tempesta sedata. “Non t’importa che moriamo?” dice San Pietro al Signore e Lui si alza e calma le acque e chiede: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”

Io, nato ben dopo l’età dei lumi e cresciuto con il vaticano II°, quindi in grado, potenzialmente, di usare fede e ragione, alla fine di quel momento toccante, per cui ancora adesso che scrivo sono commosso, non ho potuto fare a meno di dirmi: “Signore, la tempesta non è sedata”. So bene che l’umanità ha passato tragedie enormemente più grandi e con palese mano d’uomo: pensiamo al dramma della Siria; a come trattiamo i tanti profughi; alla strage dei musulmani Rohingya; i Tutsi; i sei milioni di ebrei nei campi di sterminio, più milioni di altri; e tutti gli amerindi del nord e del sud e … e davanti a queste carneficine dove era Dio?

Cerco di rispondere con la mia piccola e povera fede. La prendo lunga spendendo qualche parola sugli “operai della prima ora”. Sono stato battezzato dopo pochi giorni di vita,  era la Pasqua del Signore del ‘56 e dall’età di 7/8 anni ho frequentato la Messa e sono sempre stato attivo in parrocchia, nelle parrocchie. Quali difetti abbiamo noi aficionados? Beh, che possiamo dare tutto per scontato, diventare dei ritualisti, prendere possesso delle cose di Dio; tepidezza (aiuto! cosa dice l’Apocalisse dei tiepidi?), fariseismo (aiuto! quale è la categoria con cui Cristo se la prende sempre?); impiegati della pastorale ma senza cuore (aiuto! quale è l’unica cosa che san Paolo dice che conta e conterà sempre?). Di queste cose forse non mi manca niente,forse non le ho “spinte spinte”, credo però di dovermi attaccare alla fedeltà. È indubbio che una certa fedeltà l’ho avuta: non è stata scoppiettante, non ardente, non totalizzante. Non l’ho resa robusta come la casa costruita sulla roccia, ma alla Roccia,  da scriteriato e improvvisato scalatore quale sono, mi  sono appigliato, magari all’ultimo momento.

Tornando a noi, penso che il Signore operi miracoli anche ora, ma sottotraccia. Qui come nella Palestina di 2000 anni fa, il miracolo vero è salvare l’umanità donandoci la vita eterna. Da genitore so che per amare  i figli  bisogna lasciar loro la libertà, perciò non siamo marionette nelle mani del Creatore; questo è un bene ma anche un limite perché dobbiamo rimboccarci le maniche. Non nascondo che sono anni che chiedo un miracolo in particolare e sono stato tentato di fare un’azione forte e decisa per mostrare la mia rabbia perché mi sembra sia successo poco o niente; poi non so se per pigrizia o forse per fedeltà ho desistito, tuttalpiù mi son detto ed ad alcuni ho detto che chiederò lumi quando Lo incontrerò, post-mettendo che in caso di condono della mia pochezza, non sarei stato lì a far storie, soprattutto perché chi entra nel cuore di Dio non ha più bisogno di spiegazioni umane.

Torniamo al coronavirus: ho trovato, diciamo che ho intuito, in diverse persone che conosco dello sconcerto. Persone di fede provata che si sono scandalizzate che si pensasse a misure drastiche del tipo: bloccare l’ingresso degli ausiliari alla Casa della Carità, oppure smettere di dire messa pubblicamente. Il pensiero soggiacente penso che fosse. “ Siamo nelle mani del Signore, farà lui”.

Da “cristianuzzo” da poco non la vedevo e vedo così, poi un po’ alla volta sono arrivati tutti, però credo che di fondo in loro l’interrogativo rimanga. La fede è un dono che però va custodito e alimentato; la mia mi pare piccolina e fragile: come faccio a chiedere o guardare miracoli da tutte le parti? Se poi non li vedo mi gioco la fede!? Non sono tra quelli che dicono che questa esperienza ci farà crescere; per me la merda è merda poi è vero che “dal letame nascono i fior”, ma non me la sento di dirlo a chi muore soffrendo perché non ha aria ed è solo come un cane. Mi confortano le parole dell’ultimo vangelo sentito in chiesa a messa, la prima di quaresima, dove il diavolo dice a Gesù: “Dai fa lo sborone, se credi veramente nel Padre, buttati giù dal campanile, vedrai che ci pensa lui. Fai il Jesus Christ Superstar!”. Ma Gesù gli risponde: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. E’ vero che a volte si forza la mano alla Provvidenza, ma “cum grano salis”, perché le strade del cielo sono misteriose per noi terragnoli, almeno per me.

Poi se il mio parroco avesse fegato, sarei disposto a girare per le strade del quartiere con auto scoperta e l’immagine delle Beata Vergine delle Grazie, nostra patrona, perché ci dia la forza e la grazia di resistere ed aiutare chi ne ha bisogno.

Mi è venuta in soccorso una frase di sant’ Ignazio : “ Prega come se tutto dipendesse da Dio, opera come se tutto dipendesse da te”; ecco penso e mi auguro che la fede mi aiuti sempre a cercare il più possibile l’armonia col Creatore e con tutte le creature. Da  piccolo e “storcignaccolo” quale  sono, si intende!

Una risposta a “Tra credere e tentare Dio”

  1. Francesca Vittoria Vicentini ha detto:

    Una riflessione:a Lourdes Maria, la Madre, si è fatta presente;non mi stupisce che lo sia anche oggi a Medjugorie con tanti anni di solerte ammonimento all’amore reciproco e richiamo ad aver fede volto a un mondo che ha rifiutato il Suo caro Figlio e Signore.Vede uomini che persistono a credere più nel vitello d’oro che a un Dio.Creatore. Il mondo dove siamo era bello, l’aria ossigenata, le stagioni si alternavano,c’era un ordine e regnava armonia.nella natura. Di che cosa siamo ostaggi oggi? quello che la nostra libertà ha creato,regna il disordine nella natura ne siamo coinvolti con malattie,guerre stupide,avendo conoscenza ampia, e istruzione ,persistiamo a non far uso della Parola intelligente ma obbediamo all’arroganza animale che impone di togliere a un altro,creare schiavi non uomini liberi, ambire a ricchezza che .E stiamo male,un virus ne è il risultato che offende il mondo creato da un Dio che l’ha fatto per un uomo felice di abitarvi.

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