Sinodo, dal pensiero all’azione

Si moltiplicano i libri, le riflessioni, gli articoli sul Sinodo: è una buona notizia, perché abbiamo bisogno di costruire pensiero per arrivare a un'azione vera non più rimandabile
12 Gennaio 2022

Chi avesse il desiderio di entrare in una delle librerie di ispirazione religiosa (che, purtroppo, sono sempre meno), troverebbe abbondanza di titoli sul tema del Sinodo. Recentemente ne ho contati più di quindici, in una libreria di provincia, frutto di diverse firme: dal teologo popolare allo specialista, dalla consacrata al laico. Differenti sono anche i tagli: da quello biblico a quello teologico, da quello esperienziale e quello ‘analogico’ (insistendo sul rapporto tra Chiesa sinodale e democrazia). C’è, dunque, un’ampia messe di materiali sul tema del Sinodo, segno che almeno a livello di pensiero, di riflessione, di confronto critico si sta muovendo qualcosa, sempre nel solco del Vaticano II e delle sue profonde intuizioni. Non mancano poi i vari commenti, brevi e lunghi, alle parole del Papa.

Indubbiamente alla base di tale proliferazione soggiacciono anche motivazioni di natura commerciale: il Sinodo, la visione sinodale della Chiesa e della parrocchia, la sinodalità come motivo di ‘aggiornamento’ delle strutture (e del pensiero) sono argomenti di stretta attualità, temi che in qualche modo vanno a toccare il nostro essere cristiani al giorno d’oggi. Una pagina in più, letta, discussa, suggerita è sempre benvenuta, perché aiuta a tenere desto il fuoco, a non far tramontare l’attenzione, sebbene – è noto – il popolo dei lettori nel nostro paese sia piuttosto ridotto, tanto più di volumi di impronta cristiana. Una pagina in più aiuta a leggere i segni dei tempi, a nutrire la meditazione e la preghiera, a vivere immersi nel mondo di oggi senza fughe e senza semplificazioni, a ispirare iniziative adatte al nostro oggi.

Il cammino sinodale, che tanto stenta a partire nel quotidiano, ha bisogno di pensiero, ha bisogno di idee e visioni, ha bisogno di radicamento biblico e teologico, di confronto e dialogo. C’è, pertanto, necessità di linfa nelle menti, perché poi essa possa animare l’azione. Qui sta il punto dolente, come abbiamo più volte sottolineato, poiché il Sinodo e la sua organizzazione rischiano di diventare un fenomeno di addetti ai lavori, di responsabili e coordinatori, di comunicatori e di pastori, non riuscendo a intercettare né il popolo di Dio più vicino alla Chiesa né i lontani che pure avrebbero parecchio da dire. È un’urgenza, quella del pensiero, tipica del nostro mondo postmoderno, dove dominano emozioni, istinti, postverità, corbellerie metodologiche, a scapito di un approccio razionale pacato, serio, fondato.

Ugualmente, le comunità cristiane devono diventare ‘officine di pensiero’, per poter dare un’anima e fornire, al tempo stesso, vera concretezza all’itinerario sinodale che stiamo vivendo, anche se pochissimi, forse, se ne sono accorti. Servono idee nuove per divenire abitatori delle nostre comunità; servono coraggio e creatività per fare del Sinodo un metodo, evitando il pericolo dell’occasione persa e la trappola dell’autoreferenzialità, che troppe volte i cristiani non hanno scansato.

Serve pensiero, per poi arrivare all’azione: quell’azione che non possiamo più rimandare, senza anacronismi e nostalgie che portano paura, chiusure, sterilità. Servono come l’aria pensatori coraggiosi, uomini e donne di profezia, che non confermino l’esistente ma spronino a guardare oltre. E serve anche rileggere qualche classico, qualche mente saggia del passato, che aveva capito ciò che stava accadendo e aveva saputo suggerire vie nuove. Ogni fecondità presuppone un’uscita: «Ecco, il seminatore uscì a seminare».

5 risposte a “Sinodo, dal pensiero all’azione”

  1. Christine Del torre ha detto:

    Suggerisco l’ascolto della trasmissione “uomini e profeti” domenica mattina su radio rai3: una serie di puntate a proposito di sinodo e commento ad un libro “una chiesa trasformata dal popolo”.

  2. Giuseppe Risi ha detto:

    Qualche buona iniziativa di apertura sinodale si sta facendo:
    https://www.avvenire.it/giovani/pagine/giovani-e-vescovi-strada-aperta-cinque-temi-per-il-dialogo
    https://www.avvenire.it/giovani/pagine/giovani-e-vescovi-riti
    https://www.avvenire.it/giovani/pagine/intercultura-giovani-e-vescovi

    Anche se, inevitabilmente forse, si raggiungono solo i giovani “vicini” o molto vicini

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Essere linfa per animare l’azione…Oggi si piange un ex giornalista un Presidente della C.E. E tanto altro della persona che lascia vivo rimpianto in tutti quelli con cui ha avuto contatto, “amico” anche se di opposte idee,; costruttore di dialogo come mezzo a raggiungere il bene comune tra popoli diversi. A quale linfa avrà attinto per lasciare tanto segno di se? Ecco, oggi c’è molto da fare per un cristiano,proprio a esserlo nell’esercizio in cariche istituzionali, a rispondere alle attese di chi fatica a vivere il giorno; non c’è tempo se non rispondere subito in presenza

  4. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Prospettiva innovativa! Inclusività! Apertura mentale! Ascolto !Accompagnamento! Corresponsabilità! Dialogo!

    Queste le linee guida del Sinodo secondo i vescovi USA . Forse hanno copiato dai programmi aziendali delle multinazionali o di qualche consulente d’immagine dei candidati politici. Un po’ strano, nessuna parola sinodale si riferisce a concetti come fede,speranza ,carita’, Dio, Cristo ,la vita eterna . Idee troppo vecchie, datate ? Certo ma siete incapaci di inventarne di pari per profondita’ ,importanza e impatto esistenziale ,cari spin doctors della sinodalita’!

  5. Gian Piero Del Bono ha detto:

    “Servono idee nuove”
    Le idee, come diceva don Abbondio del coraggio, se uno non ce l’ha non puo’ darsele. A me pare che oggi la Chiesa scimmiotti e copii le idee correnti del mondo : inclusivita’, dialogo, pacifismo, ecologismo, globalismo , femminismo tutti gli -ismi possibili. Ma se la Chiesa riprende e ripete a pappagallo le idee del mondo , a cosa serve ? A nulla. Voi siete il sale del mondo ha detto Gesu’ , non ha detto dovete avere lo stesso identico sapore del resto del mondo.

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