Rivoluzione laica nella diocesi di Candelabro

I laici di Battistero scendono in piazza chiedendo alle gerarchie più autonomia. Il teologo: “Sono i frutti del Concilio”. Il vescovo: “Sì, siamo alla frutta”.
18 Gennaio 2021

Stanchi di decenni di umiliante clericalismo, gli impavidi laici di Battistero, capoluogo spirituale della pia diocesi di Candelabro, sono scesi in piazza domenica scorsa, armati di cartelloni, megafoni e tanta fede conciliare.

Subito dopo la solenne funzione di mezzogiorno, quando la piazza del paese era ancora gremita di ferventi fedeli, un coraggioso gruppo di parrocchiani ha improvvisato una veemente protesta, brandendo cartelli e scandendo slogan anti-clericali. “Prete padrone, scendi dall’ambone!”, “Meno spocchia in parrocchia!”, “La sacrestia è anche mia!”, alcune delle scritte che si leggevano su alcuni irriverenti striscioni, portati in corteo dal popolo laico tra gli applausi convinti degli astanti.

Tra la folla, agguerrite catechiste madri di famiglia, combattivi diaconi mariti esemplari, giovani fanciulli abili ministranti, distribuivano volantini su cui si leggevano gli arditi, ma condivisibili, propositi dell’inedita manifestazione popolare.

“Noi laici di Battistero chiediamo alle gerarchie ecclesiastiche più spazi, responsabilità e ruoli di comando. Basta con una Chiesa clericale fondata sul potere inibente di vescovi e presbiteri, è tempo di sinodalità e collegialità! La Chiesa è del Popolo di Dio!”.

Su un palco allestito da alcuni volenterosi manifestanti è salito Arnolfo Ciborio, rappresentante dei laici della parrocchia di Santa Pisside: “Fratelli carissimi – ha scandito dal megafono – oggi per noi è un giorno storico: inizia una nuova era di libertà per chi non porta tonache o talari. Siamo pronti a gestire parrocchie, diocesi e perfino arcidiocesi! Chiediamo posti di comando, pieni poteri e indipendenza”.

Una convinta ovazione ha suggellato le sue parole.

“Da domani si cambia”, ha concluso Ciborio. “Aspettiamo solo il permesso del parroco, l’approvazione del vescovo e il placet della congregazione!”.

Altri applausi e tutti a casa.

Amen

(Fantaecclesia – 25)

5 risposte a “Rivoluzione laica nella diocesi di Candelabro”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Però, se un prete si ritiene padrone della Chiesa, non può certo riferirsi alla Chiesa Parola di Cristo!? Non risponderebbe a verità, in quanto Cristo “non aveva dove posare il capo”! a suo dire. Quindi il prete ha mandato di “servire” alla causa, non a materialmente trarre profitto e farsene padrone. Anche può verificarsi che taluni pensino a “farsi prete” come una professione della quale vivere, ma se di fronte a questo caso si gridasse scandalo non dovrebbe essere per mettersi al suo posto! Purtroppo stiamo assistendo a quanto avviene nelle aule parlamentari oggi, a quanto sia evidente anche n quell’ambito la lotta per mantenersi stabili in quei scranni. Come la parola servizio sembri abusata quando non ci si rende conto di non avere talento e requisiti indispensabili a servire la causa del Benecomune verso i cittadini. Si può avere questo tipo di cecità, ma diventa di più ampia ragione in ambito come la Chiesa perché li c’è un Crocifisso che veglia e da imitare.

  2. Gian Piero Del Bono ha detto:

    La Chiesa e’mia e’la gestisco io ! urlano le laiche cattoliche femministe. Cloro al clero! Ribadiscono i laici cattolici anticlericali. Piu’case popolari e meno chiese! ribadiscono i cattocomunisti.
    Tutti slogan sessantottini.Ehi sveglia , siamo nel 2021! O il “laicato cattolico” e’tutto fatto da sessanta-settantenni che ripensano con nostalgia alla loro giovinezza negli anni 60-70? Sveglia, sono passati cinquant’anni!

  3. Elisabetta Manfredi ha detto:

    Azzeccatissimo tutto, la ‘spocchia’ poi mi ha fatta quasi piangere (di dolore): quante volte che ho dovuto usare l’espressione ‘spocchia presbiterale’ per descrivere il trattamento subito da parte del clero! Ma la morale della storia? Ben difficilmente una entità non democratica evolve autonomamente verso la democrazia. Se poi interviene una rivoluzione, la storia ci insegna che ci vogliono decenni perché le cose si incamminino verso il vero bene di tutti, sempre che ció accada. Oggi la scelta della maggioranza dei battezzati é un più o meno silenzioso abbandono di quella poca partecipazione che ai laici é concessa. Per tanti che come me sono nati negli anni del CVII l’attesa di un vero cambiamento é ormai un dolore che cerchiamo di lenire lavorando, come mi piace dire, campi che non hanno una croce sul cancello, ma che sono sempre campi del Signore. Il punto é che non é Fantaecclesia: il dolore per una speranza spenta é reale. Ed é difficile riderci su.

  4. Giorgio Gatta ha detto:

    “Noi laici di Battistero chiediamo alle gerarchie ecclesiastiche più spazi, responsabilità e ruoli di comando. Basta con una Chiesa clericale fondata sul potere inibente di vescovi e presbiteri, è tempo di sinodalità e collegialità! La Chiesa è del Popolo di Dio!”.

    Dove si firma l’Appello che lo faccio subito!

  5. Giorgio Gatta ha detto:

    “Da domani si cambia”,
    ha concluso Ciborio.
    “Aspettiamo solo il permesso del parroco, l’approvazione del vescovo e il placet della congregazione!”.

    Solo (il permesso)??? Ahahahahah Una cosettina da nulla insomma!!!

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