Padre Spadaro evangelizza dal Fatto Quotidiano: quale scandalo?

Da due domeniche il direttore di Civiltà Cattolica tiene la rubrica domenicale dedicata al vangelo sul quotidiano diretto da Marco Travaglio… e qualcuno si è scandalizzato.
22 Aprile 2021

Achille Lauro canta al festival di Sanremo: blasfemo (con tutto il caso che ne è seguito). Epitaffio per il teologo Hans Kung: eretico (e con lui chi lo commemora). Il direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, commenta il vangelo della domenica per il Fatto quotidiano? Compagno di viaggio dei ‘massoni-giustizialisti-omofili’, se non abbiamo interpretato male quanto scrive Luigi Amicone su Tempi a proposito del «disagio» che dovrebbe provare padre Spadaro nello scrivere sulle «colonne tintinnanti» del giornale in cui si fa memoria del fu sindaco di Roma Nathan (massone che “demolì l’infallibilità del Papa”), oltre che «giornale più infoiato nel sostegno alla legge Zan» (legge dallo «spirito» – addirittura? – «nazista») e «organo delle procure e dei 5 stelle».

Insomma, sembra che lo stress da pandemia abbia riattivato certe reattività ecclesiali stimolate dalla paura del contagio provocato da ogni contaminazione culturale. D’altronde, commenta Riccardo Cristiano, «l’identitarismo oggi è così forte e diffuso che anche questo piccolo esempio ci aiuta a capire quanto (…) la riforma più importante è stata la scelta di Francesco di portare la celebrazione del Giovedì Santo fuori dal Vaticano … In carceri, carceri minorili, centri di accoglienza per rifugiati e asilanti, la lavanda dei piedi ha riguardato detenuti e detenute, cristiani e non cristiani, profughi e profughe, e così via. Cosa ci sia di enorme in questo lo si capisce meglio pensando a cosa c’è di enorme in quelle domande: – Le sembra il caso? – , – ma proprio lì? -».

Il nodo, dunque, sembra essere questo: c’è qualcuno o qualche luogo che non “merita” di essere orecchio e teatro dell’annuncio della buona novella da parte della Chiesa in uscita, come già avveniva ai tempi della Chiesa estroversa? O che non “merita” anche solo un semplice ascolto e dialogo preliminare ad ogni annuncio o giudizio? Soprattutto se coloro a cui si annuncia o con cui si dialoga sono indifferenti, o hanno opinioni riduttive e inesatte o sono pregiudizialmente ostili? Gesù, in fondo, non è andato spesso proprio “a casa loro”, consapevole del fatto che avrebbero avuto anche “l’ultima parola”? Non ha anche ascoltato e dialogato senza immediatamente (e a volte neanche successivamente) sentire il bisogno di giudicare o di accusare? Senza avere paura di confondere ascolto e dialogo con approvazione e consenso? Forse, cercando solo di creare una relazione da (eventualmente) benedire? Alla ricerca di qualcosa di buono, di qualcosa di cui dire bene, di chi – come cantava Caparezza – «si allontana e viene a bere vino a Cana», ma in fondo «è il seme caduto sulla terra buona”?».

Scavando, però, lo scandalo – l’evangelica pietra d’inciampo – è forse anche altro. Tra i pro e i contro della risoluzione del direttore di Civiltà Cattolica emerge dai social la convinzione che il Fatto Quotidiano sia, rispettivamente, il baluardo della Verità e della Giustizia contro i Potenti o il servo delle Ideologie veicolate dal Potere/Pensiero dominante. Si dice sempre che le categorie sinistra e destra, progressisti e conservatori siano inattuali, però, appena la discussione si anima, ecco che riemergono molto nettamente divenendo usuali criteri di discernimento. Il fastidio, lo scandalo, allora, consisterebbe nel fatto che in questa risoluzione di padre Spadaro vi sarebbe un privilegio di ‘bene-dizione’ accordato alla sinistra rispetto alla destra, o meglio (dato che è inadeguato parlare di sinistra tout court nel caso del Fatto Quotidiano) a ciò che oggi in Italia si contrappone a quello che politicamente è il centrodestra.

Qui, mi sembra, tocchiamo una sorta di tabù. Se c’è qualcosa di cui, invece, si dovrebbe discutere a fondo in uno dei tavoli del prossimo futuro diffuso sinodo è proprio il rapporto della Chiesa con gli stili (forme e contenuti) dei dialetti ‘politico-teologici’ che caratterizzano le persone (credenti e non credenti). In fondo, è terminata da tempo l’epopea ruiniana (con la coda – italiana – di Bagnasco e – romana – di Vallini), ma come Chiesa non abbiamo ancora neanche calendarizzato una discussione franca su cosa essa sia stata – o almeno cosa abbia significato – nella vita ecclesiale italiana. E magari, da un lato, a quale stile ecclesiale abbia ‘reagito’ o sia ‘subentrata’, e, dall’altro lato, quale stile ecclesiale sia succeduto (se è veramente succeduto) ad essa. Perché altrimenti continuiamo a definire la Chiesa extra o super partes, per poi vederla operare nella pratica come bipartisan (se va bene), senza accorgersi che spesso essa finisce per essere, ad ogni cambio d’epoca ecclesiale, semplicemente di parte.

È come se avessimo tra di noi, ogni volta, un convitato di pietra (sia esso il montinismo, il ruinismo, il ratzingerismo o il bergoglismo). Tutti nella Chiesa ne parlano più o meno sottovoce, più o meno di nascosto, tutti al di fuori della Chiesa ne discettano con maggior o minor competenza, ma i cattolici non hanno mai discusso e pregato su tale convitato nei luoghi ecclesiali e teologici adibiti a ciò. Per poi lamentarsi ovviamente che esso, una volta rimosso, ritorni con una ancora più grande – e inaspettata – forza e capacità di determinare la vita ecclesiale.

L’eventuale conflitto, per tornare ad una recente metafora di Francesco, deve essere detto, nominato, per poter essere riorientato e sciolto nell’orizzonte di una crisi salutare e salvifica (EG 227: FT 245), altrimenti starà là, rimosso (EG 226; FT 240.244), accovacciato alle nostre porte, per fermentare in un risentimento alla fine (auto)distruttivo: «la Chiesa in generale non è capace di affrontare i conflitti (…) perché li nega», ma «i conflitti si affrontano … Non basta dire di appartenere alla stessa fede per andare d’accordo. L’accordo va cercato a fatica con pazienza e con metodo. Non va coperto dall’ideologia buonista del siamo tutti parte di una stessa Chiesa, per il semplice motivo che non è sufficiente dirlo, occorre vedere quali sono i comportamenti concreti e quali sentimenti negativi vengono negati mentre restano lì a distruggere rapporti» (Fabrizio Mastrofini, Il Riformista, 11 febbraio 2021).

Se allora il conflitto venisse esplicitato, discusso e pregato, ci si potrebbe accorgere – per tornare in conclusione sulla questione iniziale – che spesso ci infastidisce ciò che ci rispecchia. Non solo nel senso che ci dà fastidio vedere qualcuno fare ciò che noi non vogliamo o non possiamo fare, ma soprattutto nel senso che a volte il fastidio provocato dall’altro rimanda a qualcosa di noi che dovrebbe darci altrettanto fastidio (ma che per ora, invece, riteniamo giusto e intoccabile). Quanto in realtà, nelle parole di Amicone, è sottile – se non sottilissima – la linea rossa che separa il giudizio dei giustizialisti dal giudizio infallibile del Papa per come inteso da alcuni cattolici? Le fratellanze massoniche da certe fratellanze nella gestione politica della sanità (e, una volta, della cultura)? La preferenza che la Chiesa italiana ha assegnato per quasi trent’anni all’emiciclo politico di centrodestra da quella che assegnerebbe da qualche anno (e forse prima di quel trentennio) all’emiciclo di centrosinistra?

Ai posteri, anzi, a un sinodo, l’ardua sentenza…

6 risposte a “Padre Spadaro evangelizza dal Fatto Quotidiano: quale scandalo?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Se posso aggiungere una considerazione: dai talk show’s a certe domande di storia cristiana, c’è risposta di poca o non conoscenza. Non fa meraviglia se questa non proviene dalle famiglie. Inoltre anche nella vita comunitaria certe leggi sono state approvate su scelta a maggioranza di popolo e sono in aperta distanza da quelle vie dettatedal Dio Creatore. Si tratta dunque di voler far qualcosa per ripristinare questo che già è diventato Un vuoto di cultura il quale ritenendolo fondamentale per la vita dell’uomo, visto inoltre quanto questo vuoto si rifletta in decadenza anche di comportamento comunitario, la sola Parola del Santo Padre necessità di allargarsi nel raggio anche attraverso la carta stampata che a sua volta ne beneficia come di intelligente apertura culturale a confronto. L’aprirsi, esperimentare, comprendere per capire, risposta che si attende ai tanti perché che gli avvenimenti dell’oggi pongono a ogni singola persona.

  2. Davide Corallini ha detto:

    Padre Spadaro non mi entusiasma, ma non ci vedo nulla di male nello scrivere stabilmente in un giornale “laico”….anzi, perché continuare a ghettizzarsi nei propri spazi, se c’è la possibilità di spezzare la Parola altrove?

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Terribile!!
    I simili vanno coi simili….
    Io non capirò niente ma una frase del genere costituisce offesa al messaggio evangelico ma prima ancora ( ma qui sarebbe richiesta ragione e studio…🙃 ) alla creazione stessa che scientificamente deve tutto alla diversificazione e, mi espongo! 😆 ) proprio agli elementi marginali più diversi ( ma con più fittness)… Cfr: esplosione del Cambriano.
    PS Quali sono oggi questi elementi marginali?? Sono i più Umani, quindi i più amati da Cristo, tutti quelli che soffrono… Ma x tirare le conseguenze da queste povere parole ci vuole un cuore cristiano, come quello di don Tonino.

  4. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Se davvero Mons . Spadaro evangelizzasse coraggiosamentel Fatto Quotidiano e i suoi lettori giacobini non ci sarebbe scandalo: ma voi credete che gli facciano dire qualcosa che vada contro la linea editoriale del giornale che per anni ha gridato Crucifige a tutti meno che ai propri politici! Il giornale piu’manettaro e doppiopesista d’Italia.Credete che possa farsi voce del messaggio di Cristo in un giornale che sostiene, aborto, eutanasia, teorie gender, e ogni battaglia “radicale” ? Sarebbe come se un ebreo scrivesse su un giornale nazista . Uno scandalo? No , un ‘idiozia….
    A meno che Spadaro non condivida le idee del Fatto pi’che la dottrina cattolica, allora tutto si spiega..i simili vanno coi simili.

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    L’ultimissimo fatto accaduto, che solleva non solo la carta stampata, ma tocca la coscienza e il fondo di questa, ammesso che se ne abbia una! L’atteggiamento di un giovanissimo nei confronti d una ragazza, quasi a imitare certe statue di idoli greci, “bravate” definite oggi; provare vergogna fino a quale bassezza siamo arrivati con l’uomo che ha raggiunto la luna. Ne esce un ritratto di fango e di un Icaro che sogna. L’uno e l’altro non hanno raggiunto se non un fine che muore. Allora non è più allettante sperare che vi sia altra meta più degna almeno a compensare sia l’essere umano che invece merita con quanto di bello, di bene ha fatto o tenta di fare, e se è venuto Uno che c’è lo assicura, ma corriamo a sentirlo,apriamo i salotti intellettuali, invitiamolo a pranzo perché quello che ha detto e fatto ci fa sperare e a non sentirci perduti , o disanimati già da questo oggi che sembra da “sprofondarci la terra sotto i piedi”.

  6. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Certo, a in attesa di cosa di una risposta sinodale, questa potrà essere più larga se la Parola sara entrata anche dove le è stata aperta la porta. Forse che non dobbiamo essere missionari in casa? O negare il dialogo con chi ci vuole nella sua area per volersfidare i punti di vista diversi? Ma non l’ha fatto già Gesù Cristo quando è stato trovato a discutere tra i dottori nel tempio? O che cosa rispondere proprio a Lui per non aver dato un bicchiere d’acqua achi aveva sete? Il mondo che vediamo sotto i nostri occhi “sta andando a ramengo” detto dialettale, ma vero, con la lotta polare che si scioglie e questa pandemia che raggiunge tutti!. Sono apprensioni che indistintamente proviamo ad attenderci risposta e può darsi che anche dalla Parola qualsiasi altra mente tragga beneficio, come del resto, da cristiani, battezzati dai genitori, o fatto scelte anche da fedeli, poi alla prova dei fatti questa Parola non l’abbiamo “mantenuta”. (Ci viene pure rinfacciata). Allora bene

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