Oltre l’esilio: quale spazio per un pensiero differente?

È giusta l’accoglienza per le persone, ma è possibile usarla anche per pensieri diversi, dagli esiti divergenti dal consueto, senza espulsioni, estraneità, allontanamenti.
28 Agosto 2023

A margine del ‘caso Michela Murgia’, andando oltre le tifoserie che la morte della scrittrice ha rifomentato, soprattutto nell’universo (social) cattolico (ma non solo), una questione mi pare si ponga, provando a guardare al di là del singolo fenomeno: essa riguarda lo spazio che l’intellettuale ‘dissidente’ e il suo pensiero possono avere oggi nella Chiesa.
Il problema non riguarda tanto posizioni certamente estranee all’elaborazione cristiana, ma l’accoglienza che una donna o un uomo, che magari non condividono in toto il dettato magisteriale contemporaneo — ma che pur hanno fede nel kerigma — possano trovare nel vasto mondo del ‘fare cultura’ evangelicamente ispirato (inteso in un senso ampio). Detto in altri termini: per quale motivo un cristiano, che in autonomia e in libertà elabora categorie intellettuali, convinzioni, idee divergenti da alcuni singoli aspetti della ‘dottrina’ storicamente data in un momento, debba essere per forza di cose messo ai margini ed ‘espulso’ (o messo nelle condizioni di sentirsi escluso) non tanto dalla Chiesa cattolica astrattamente intesa, ma dai suoi organismi, eventi, media, luoghi di insegnamento e approfondimento, comunità concrete, fedeli.

Il problema è se una persona, nei propri differenti stati di vita, possa continuare a sentirsi parte del mondo cattolico e considerata tale (magari, come in un sano dibattito, trovare dialetticamente critica e contrasto rispettoso), pur non avendo una totale adesione di pensiero con quello ‘ufficiale’ (tralascio il nodo su che cosa sia poi ufficiale e su come esso si declini del tempo: un po’ di sano storicismo aiuterebbe a calmare gli animi e placare i difensori delle verità proprie).
È possibile, per il ‘mondo cattolico’ più organico, concedere e riconoscere legittimità di ricerca, libertà di opinione, stima intellettuale verso un pensiero in parte differente, senza che questo venga etichettato come “interessante ma non cattolico” o “non interessante”? Nella chiesa del poliedro di cui parla da dieci anni il Papa, quali facce del poliedro siamo poi realmente pronti ad accogliere nell’universo intellettuale ecclesiale? Ci sono altre vie da percorrere, oltre a quelle del silenzio, dell’ipocrisia, dell’esilio o del rifiuto? L’impressione è che non solo nella facoltà teologiche, ma in generale laddove vi sia un’elaborazione concettuale che tocchi alcuni temi quanto mai attuali e oggetto del discorso e del dibattito più ampio e laico, scatti una sorta di paura, di coazione a ripetere la chiusura, bollando la divergenza come male, soprattutto quando si manifesta lo strabismo teologico per cui certi temi non sono negoziabili nemmeno nel pensiero (in fondo, gli stessi da troppo tempo: tutto ciò che è biopolitica, direbbe Michel Foucault, o ciò che in qualche modo sfiora la morale sessuale). Indubbiamente qui si gioca la lunga eredità del magistero in conflitto con l’eresia, arrivando a estendere al massimo grado — nel senso comune diffuso tra molti cattolici poco informati e poco formati— la griglia ermeneutica stessa dell’eresia, insieme a un impianto teologico che a cavallo tra gli ultimi due secoli non ha giovato alla freschezza di pensiero.
Possiamo avere l’ardire di credere che una chiesa accogliente non solo verso la persona ma anche verso il ‘diverso pensiero’ sia sulla via di un arricchimento, vivendo il respiro fecondo di un altro, anche quando esso scuote certezze e sicurezze? Percorrere un cammino condiviso: nel tempo della chiesa sinodale, che spazio ha un pensiero disallineato?

La ricerca necessita di libertà e della messa in discussione razionale di ciò che è dato per assodato, nel rispetto delle metodologie e delle epistemologie proprie di ogni disciplina, anche per aiutare a conoscere meglio, ad approfondire ciò che già si ritiene di conoscere, meglio se in ottica interdisciplinare. Pensiamo allo sviluppo degli studi esegetici o allo stesso apporto dell’antropologia, della sociologia e delle altre scienze umane alla comprensione sempre maggiore della rivelazione; pensiamo a quanto le acquisizioni sul cosmo o sulla persona abbiano contribuito ad approfondire alcuni concetti decisivi della fede cristiana.
«Senza la possibilità di sperimentare strade nuove non si crea nulla di nuovo, e non si lascia spazio alla novità dello Spirito del Risorto: “A quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature, ciò può sembrare un’imperfetta dispersione. Ma la realtà è che tale varietà aiuta a manifestare e a sviluppare meglio i diversi aspetti dell’inesauribile ricchezza del Vangelo” [EG 40]» (discorso del Papa al convegno La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo).

Nell’arte, nella ricerca accademica, nella scrittura divulgativa, nel dibattito pubblico, quale spazio dare a un pensiero diverso, quale possibilità di crescita offrire, senza sentire che quel pensiero (con le persone a esso vicine) sia relegato ‘fuori’ o venga classificato come estraneo? Quali paure profonde dobbiamo guardare, attraversare, superare per sentire che un pensiero in parte divergente, che giunge a risultati ‘insoliti’, non è un nemico da espellere, ma un amico con cui condividere tempo e spazio? Quali gesti di comunione dobbiamo mettere in campo per evitare che il risentimento, il livore, la violenza verbale si impadroniscano di un dibattito che, invece, pur nelle diverse sensibilità e opinioni, necessita di pacatezza, profondità, lealtà, trasparenza, studio, umanità, cordialità, amicizia?

15 risposte a “Oltre l’esilio: quale spazio per un pensiero differente?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Inoltre piuttosto che premurarsi a dare spazio a novizi del pensiero moderno, perché non interessarsi di quei problemi che emergono ogni giorno nuovi da una società disfatta, frammentata in difficoltà,Caivano solo un esempio, , i cui provvedimenti non appaiono risolutivi invitando esperti non a esprimere tardivi pareri ma a vedere. ..cosa c’è all’origine e quali le povertà da troppo tempo rimaste nascoste. “perché non tutti i bambini in età scolare non figurano presenti? E Che ne è degli assenti, le cause. Emerge un retro che certamente richiede onerosi interventi da parte delle Istituzioni, per un prendersi cura di comunità rimasta troppo tempo isolata, e richiede l’ausilio di tutto un apparato di interventi. Criticare come si sta spegnendo un incendio sembra irrispettoso, inopportuno,
    meglio pensare a come offrire migliore collaborazione riconoscendosi tutti colpevoli e coinvolti a sanare povertà che esistono in tant’è altri luoghi
    .

  2. pietro buttiglione ha detto:

    IMO qs. esempio di John Horgan sulla M.Q. è molto pertinente.. ^—^
    —————–
    Aaronson, afferma che i corsi spesso ripercorrono faticosamente concetti ormai obsoleti che hanno portato alla moderna teoria quantistica, e paragona l’istruzione quantistica convenzionale alla tastiera QWERTY, diventato lo standard bloccato a causa di un incidente storico, ma è inferiore ad altre disposizioni; lo stesso vale per la pedagogia quantistica convenzionale. Scontrarsi con un sistema bloccato è difficile..
    I professori insegnano nel modo in cui è stato loro insegnato, perpetuando il sistema difettoso. Alcuni professori potrebbero anche volere che gli studenti soffrano come hanno sofferto loro, i professori.
    ———
    PS
    EX: in tempi di rapidi cambiamenti SE lo scenario cambia ogni diciamo 15 anni e se un prof di 45 anni ha studiato a 21 anni, cioè 24 anni fa su libri scritti nei precedenti 10 anni… forse dobbiamo preferire la I.A. a loro??

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Inoltre per confutare verità e falsi pronunciamenti, bisogna avere confidenza con la cultura acquisita dalla lettura delle Sacre Scritture e anche aver provato in esperienze la sua reale rispondenza. Ma questa scuola di pensiero Cristiano, via via è cessata, anche forse nel fare catechismo in quanto un conto è aver acquisito la Fede da trasmissione famigliare, un altro e pretendere di insegnarla come una materia scientifica, storica, anzi se fosse scientifico il modello sarebbe quello giusto alla mente di oggi in quanto si deve esperimentare la veridicità e mancando questa, nel tempo quanto appreso può non lasciare segno. Chi ha la fortuna di aver beneficiato della trasmissione ha anche visto e vissuto di questa verità. Cosa fa un don Ciotti o quei preti che si trovano a combattere in una comunità povera e degradata come ci viene riportato? Questo è un incarnare Cristo oggi, come ieri, verità inconfutabile nel dimostrare ciò che sta che è sofferenza umana,

  4. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Un conto è avvicinarsi a voler studiare e approfondire il pensiero, le verità del Cristianesimo, da studiosi di religione, da teologi, alla ricerca di risposte a proprie domande, e queste ci sono sopratutto motivati da un vivere quale è quello di oggi, questo però non porta a comprendere il mistero, credo in quanto esso si svela alla umana comprensione da una volontà superiore cioè per volere divino. Un Papa ad esempio, Capo della Sua Chiesa, certamente avrà questo supporto e presenza dello Spirito e nei diversi successori si è notato anche un modo “ispirato” di condurre la Chiesa diverso in ogni persona che ne ha ricoperto il ruolo. In questo il fedele comune ha però letto come siano stati ognuno la Persona giusta al momento vissuto dalla Chiesa è una conferma della effettiva presenza dall’Alto. Questo da sicurezza al semplice fedele, non intellettuale, di un Dio che effettivamente si è incarnato e da attribuire in piena Fede ai suoi insegnamenti.

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    La Chiesa include tutti quelli che aderiscono, come a suo tempo è stato, alla Parola del Maestro. Se nella Chiesa stessa si manifestasse obiezione, ipotizzando vie altre, non sarebbe credibile il suo professare Cristo. A coloro che contestavano il Suo potere Cristo si è trovato a rispondere che se non si credeva in Lui non si credeva neppure in Colui che l’aveva mandato. Ora di testimonianza positiva la Chiesa ha dato ampie prove nel tempo, se ancora esiste e perché Gesu Cristo la conduce in quel popolo di fedeli che in Essa vivono con semplicità di cuore e Fede grande. non i Dottori della Legge, I quali osteggiano quel suo potere. E’ il potere sempre agognato che fa muovere guerre tra popoli, perfino la parola” amore” viene travisata quando l’odio e presente nell’animo umano. Ogni vita vissuta semplicemente della Fede cristiana e’ “vita nuova”, compone il corpo di Cristo ne diventa parte, come sta scritto.

  6. Pietro Buttiglione ha detto:

    Rileggendo.. mi sono reso conto che io posso portare un esempio “palpabile” personale.
    Avevo chiesto sia ad Avvenire che a Jesus di pubblicare a pagamento un annuncio del mio libro. Rifiutato.
    ‘Non nella linea del giornale’.😡
    In realtá il mio libro cerca di conjugare Cristianesimo con le critiche del pensiero di chi non crede.
    PS quando Galimberti scrive cose simili su Gesù gli si dedica un articolo..😭🤐

  7. Pietro Butttiglione ha detto:

    Leggo:
    Menzogna/falsità/dissoluzione dall’interno/accettazione della menzogna/
    Proposte menzognere di satana/semi di menzogna/dissoluzione dall’interno, ecc
    Posso suggerire allo scrivente di smetterla con le offese usate come pietre e passare ad ARGOMENTI? Ad es. non guasterebbe guardare storicamente se la DISSOLUZIONE ha colpito quell’interno o prima si é dissolto l’esterno, Il Popolo di Dio?? Colpa dei Modernisti? 4 gatti? O della progressiva lontananza del Popolo dalla Chiesa? Prima di rispondere che era xché la CC era cambiata si studi la Storia!
    Da Claudio gradirei la definizione di quello che intende per “confini” e con ‘non cattolico’ e no.e e cognome di chi non vuole che gli altri lo siano. Grazie.

    • Claudio Menghini ha detto:

      Gentile sig. Buttiglione, è dato empirico che la ricetta modernista (aggiorniamo il cattolicesimo per renderlo più appetibile al mondo), ovunque applicata, ha fatto disastri. Guardi gli ultimi dati statistici su quanta gente va a Messa.

      La ragione è banale anche se inaccettabile per i modernisti: se la Chiesa oggi mi dice che la Chiesa ieri aveva torto, chi mi assicura che non abbia torto anche la Chiesa di oggi? Come fa la Chiesa ad essere portavoce della volontà di Dio, se quasi tutto ciò che ha insegnato come definitivamente vero, in realtà è falso? A questo punto diciamo che è falso tutto il cattolicesimo e buonanotte. E infatti è questa la conclusione cui arrivano molti.

      La definizione di confini cattolici è semplice: il deposito della fede. Lo spiega il catechismo. Chi ci crede integralmente, è cattolico; chi lo rifiuta tutto o in parte, non è cattolico. È una questione di logica prima che di teologia.

      • Roberto Beretta ha detto:

        Ma esiste un “deposito della fede”, inteso come fisso, immutabile, eterno? Basta uno sguardo molto superficiale alla storia per constatare quante volte la Chiesa ha cambiato opinione, anche radicalmente. Perché la consapevolezza della fede si approfondisce nel tempo, la sua applicazione poi muta ancora di più secondo le culture: solo un secolo fa, ad es., la libertà di coscienza era considerata dai papi anatema. Un cattolicesimo unico in 2000 anni non esiste, non è mai esistito. Unico è solo il Vangelo (e anche quello va interpretato). Unica è solo la carità.

  8. Paola Meneghello ha detto:

    Oltre la religione, secondo me, c’è la spiritualità, che è sicuramente soggettiva e sa di libertà da qualunque codificazione, quella che cercava Murgia, credo..
    Secondo me, l’uomo deve diventare più libero, che vuol dire spirituale; la religiosità è il cammino per..
    Allora mi chiedo quanto un atto o un pensiero vadano in quella direzione.
    Ad es., il “non matrimonio”, di fatto un contratto civile, quanto esalta il legame d’anima? E quanto, invece, lo esalta, quello tradizionale? Parliamone.
    E la maternità per altri, gestita in cliniche a pagamento, come la banca del seme, quanto superano il legame biologico decretando la libertà umana, e quanto favoriscono, per contro, il libero mercato?
    Io adoro le persone fuori dagli schemi e dai recinti e adoro il confronto, certo che il dentro /fuori non rende giustizia ad alcun pensiero, ma allora affrontiamo i temi, se no continuiamo a indicare il dito e non la luna..

  9. Roberto Beretta ha detto:

    Oh, che bel tema, veramente fondamentale! Io sono arrivato alla conclusione che occorre tornare davvero all’essenza, cioè al Vangelo, rimettendo in discussione tutto il resto: dogmi compresi. Ciò che la Chiesa è diventata nel tempo ha ragioni storiche che vanno comprese e non demonizzate, ma NON sono l’unica soluzione possibile per declinare il messaggio di Cristo nel mondo (la Chiesa ha mutato la sua dottrina centinaia di volte!). I teologi CATTOLICI sono già molto avanti nelle loro ricerche, che però non passano nella divulgazione e nella pastorale per paura, per pigrizia, per ignoranza, per clericalismo. Lo so che questo significa avventurarsi nell’incerto. Ma non siamo la fede dell” “et…et…”?

  10. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Esiste qualcosa che si chiama menzogna ,falsita’. L’ inclusione della “diversita intellettuale”, l’ accettazione di teorie alla moda che nulla hanno di cattolico , non puo’ essere inclusione ed accettazione della menzogna . Il relativismo gia’ denunciato da Benedetto XVI sta portando alla dissoluzione della Chiesa cattolica “dall’ interno” . Gesu’ prima della sua predicazione pubblica, nel deserto, rifiuto’ per tre volte la proposte menzognere propostagli da Satana Si illude chi pensa che oggi la Chiesa sia piu’ al sicuro di Gesu’ tentato da Satana, che al suo interno non possano esistere semi di menzogna per corrompere il vero messaggio di verita’ e salvezza di Gesu’, magari seminati proprio da chi sostiene di essere cattolico ” a modo suo” ,contro il Catechismo e il Magistero..La dissoluzione “dall’ interno” della Chiesa e’ una triste realta’ sotto gli occhi di tutti.

  11. Claudio Menghini ha detto:

    Se i pensieri divergenti si mantengono comunque nei confini del pensiero cattolico, certo, è possibile.

    Altrimenti, non solo è impossibile, ma c’è di fondo un problema di mancanza di onestà: da parte di chi si presenta pubblicamente come cattolico, e poi sostanzialmente non lo è (più) e vuole non lo siano nemmeno gli altri.

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