Mistertao

Sembra che pochi oggi pratichino lo "sport" delle domande di senso. Eppure io credo sia un istinto naturale farsele.
21 Ottobre 2011

Ottobre 1991. Un incontro di insegnanti di religione della mia diocesi. Don Dante, amico prete che saluto con affetto, offre a noi la “dritta” di un piccolo video. Lui, da sempre innamorato del cinema e del rapporto tra questo e la fede, ci racconta che B. Bozzetto con questa “clip”, l’anno prima, ha vinto l’orso d’oro a Berlino nella sezione cortometraggi. In due minuti e 45 secondi mette in scena, senza nemmeno usare una parola, la dimensione religiosa dell’uomo. Mi precipito in videoteca, metto la cassetta nel vhs e… resto deluso. A prima vista non mi dice. Colgo l’idea, ma non ci vedo molto il senso di alcune parti, e soprattutto non vedo il senso del finale.

Ottobre 2006. Alla caccia di materiale per l’anno scolastico appena iniziato gironzolo su internet. In youtube, mentre scorro con l’occhio i “frame” iniziali dei video che la mia ricerca ha pescato, mi imbatto in una immagine che in memoria mi suona. Il video indicato da Don Dante! Ma dai..Incredibile! Lo clicco. E resto di stucco! Come ho fatto  a non vedere il senso, a non capire le metafore e i simboli che ci sono? E’ così evidente adesso! Lo rivedo con calma. Riascolto la musica. Don Dante aveva davvero ragione, è un piccolo gioiellino. 

Ottobre 2011. Una quinta classe. Apro l’anno con il “gioiellino”. “Ragazzi, questo video ha vinto nel 1990 a Berlino, l’orso d’oro nelle categoria dei corti”. Vi sfido a capire perché, e perché lo usiamo facendo religione”. Due minuti e 45 di silenzio, disegni animati, musica e qualche rumore ben selezionato. “Bhè prof. Ma che roba è? Tutto qui? E con questo ci ha vinto un premio cosi?”. Sorrido. “Anche a me ha fatto questa impressione la prima volta che l’ho visto. Ci ho messo 15 anni per capirlo”. “Bhè lo sappiamo che lei è un po’ “corto”… senza offesa”. Risata generale e anche mia. “Ottima battuta, Giorgio! E’ vero, ma credo che voi ci potete riuscire in meno di 15 anni. Cominciamo da ciò che si vede, descrivendo semplicemente. Dai chi ci vuole provare? “

A questo punto: Mistertao, su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=665zIrjX1Ao). Sintetizzo. L’uomo alla ricerca di un senso nella vita incontra possibili risposte, prima immanenti e poi trascendenti, ma nessuna lo soddisfa e quindi la ricerca resta aperta. Questo almeno secondo Bozzetto. Più che raccontare la lezione vorrei lasciare alcune domande, che continuano a tormentarmi.

Sembra che pochi oggi pratichino lo “sport” delle domande di senso. Eppure io credo sia un istinto naturale farsele. Forse lo fanno di nascosto? Forse senza rendersene conto? Forse avvertono una inconscia paura della risposta che troverebbero, che nemmeno immaginano di poter aprire le domande? O addirittura usano le risposte preconfezionate che trovano in giro per evitare di porsi le domande? Erika, in classe ha detto: “Prof. ma se uno prende sul serio sta roba, si tira un colpo ancora prima di cominciare!”

E le risposte che si trovano in giro? La prima del video. Se vuoi essere felice fai la brava persona, rispetta i valori: pace, libertà, natura, ecc.. (il simbolismo dell’uccellino del video). “Ma prof. ma si figuri se uno è felice in questo modo! Ma qui ognuno pensa a sé, se ci riesce, e i valori vanno a p….” (Giorgio, che dopo la battuta ci ha messo impegno… nonostante il linguaggio!) Infatti l’uccellino del video muore. E allora la domanda: e la nostra tristezza per questa illusione? Quel sapore amaro che ci resta tutte le volte che si vede un tg? Accettiamo di farci l’abitudine? O davvero questo non basta al cuore umano?

Forse meglio la seconda: se vuoi essere felice, mangia, divertiti, pensa al tuo benessere e goditi la vita. “Ecco, prof, questo forse è più sensato – dice Lucia -, ma non mi basterebbe”. ” E perché no?”. “Bhè cavolo, ho bisogno di qualcosa di più, sento che ci resta del vuoto se è tutta lì la vita”. E allora mi chiedo: come si fa a far sentire questo vuoto a chi ormai non lo sente più? Dobbiamo davvero sperare in una crisi globale che ci ridesti dalle nostre insensibilità? E le nostre insensibilità di Chiesa al vuoto di chi è nella Chiesa? E di chi ci sta intorno?

Terza. Se vuoi essere felice fidati della religione. Lì c’è la verità. “Troppo facile e troppo comodo chiudersi dentro ad una “scatolina” e dire che lì c’è la felicità, anche perché poi ci soffochi dentro” (Che bravo Giorgio, quando vuole..!!) E allora dobbiamo pensare che la nostra fede non può essere rinchiusa tutta dentro una religione? O che ha ragione Bozzetto a dire che non resta altro che cercare all’infinito? O la fede può darsi anche dentro ad una religione, ma senza esaurirsi in essa?

Mc 14,1 – 15,39 mi ha sempre messo inquietudine, fino a che non ho capito che lì Gesù tenta di educare i suoi discepoli all’ultima dimensione della fede, quella della maturità: ogni cosa, ogni certezza umana, ogni valore, ogni bisogno, ogni istituzione (anche la Chiesa) e perfino la natura e la vita stessa, devono lasciare il passo a Dio. Se chiudiamo Dio dentro a qualcosa di questo ci fermiamo. E lo perdiamo. E il mondo lo perde con noi.

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