«Paolo si pone in dipendenza da quell’evento chiamato Gesù e si dedica, integralmente, al servizio del suo annuncio. Ma lo fa in modo nuovo, con una grammatica diversa, a contatto con spazi culturali inediti»: poggia su tale prospettiva il nuovo libro di José Tolentino Mendonça, Metamorfosi necessaria. Rileggere san Paolo (Milano, Vita e pensiero, 2023, 141 pagine, € 16).
C’è già molto nel titolo del volume, poiché nel riconsiderare l’apostolo delle genti, il teologo portoghese sceglie appunto la chiave ermeneutica della trasformazione, della metamorfosi, che opera profondamente nella biografia di Paolo e, di conseguenza, nell’annuncio del kerigma: Paolo è colui che trasmette Cristo in modo nuovo, con «grammatica diversa», declinando l’evento Gesù di Nazareth su una cartografia geografico-culturale dai confini nuovi, uscendo cioè dall’ambito semitico per abbracciare il Mediterraneo ellenistico-romano (e percorrendo i sentieri della diaspora ebraica che in parte quell’abbraccio già aveva realizzato): «Con Paolo, il cristianesimo guadagna in vastità».
Il libro è diviso in due parti: la prima, preponderante, è una ricostruzione dello status questionis degli studi scientifici su Paolo, sulla sua identità, storia, formazione; sulla sua ‘conversione’ (o ‘vocazione’); sul suo progressivo e mai finito mutamento di pensiero, sulla sua scrittura, sul cambiamento di categorie e azioni; sulla dialettica tra Atti ed epistole; sul Cristo di Paolo, sugli elementi del suo annuncio e del rapporto con gli altri apostoli; sulla società mediterranea e i suoi usi, costumi, immaginari, religioni, appartenenze, politiche.
In modo documentato, Tolentino Mendonça ricostruisce il dibattito specialistico, corregge ‘vulgate’ non supportate dagli studi, fa suoi dubbi e messe in discussione, sottolinea incoerenze e punti di difficile spiegazione, su cui gli esegeti si interrogano da sempre (basti pensare alla parola ‘carne’, che nelle lettere paoline non assume sempre la medesima accezione e che una sterile lettura moralistica ha strumentalizzato in chiave quasi solo corporea). Ad esempio, l’autore insiste sulla natura coordinata e comunitaria dell’azione paolina, poiché egli sempre si adoperò per inserire le nuove comunità dentro una rete ampia di chiese, superando ogni carattere personalistico: «Al contrario di quanto l’immaginario cristiano sembra a grandi linee aver favorito, Paolo non fu un navigatore solitario e autosufficiente in quella straordinaria avventura che fu il cristianesimo di matrice paolina. Da solo non avrebbe potuto portare a termine l’ingente e complesso compito della fondazione e dell’accompagnamento delle comunità».
La seconda parte del libro, più breve e ricapitolazione finale del discorso, riguarda l’esempio paolino per la vita cristiana oggi, che è oltre il semplice «cosa dice Paolo a noi», caratterizzandosi invece con un più ampio interrogarsi sulla tipologia, sull’atteggiamento, sullo sguardo che la Chiesa e il singolo fedele possono maturare grazie a Paolo. La categoria della metamorfosi diviene allora categoria primariamente e universalmente cristiana, e quindi anche antropologica: «L’eredità ispiratrice dell’apostolo non si limita a stimolare le necessarie metamorfosi del percorso cristiano. Paolo è autore di una visione culturale e politica ampia, e il suo discorso obbliga a pensare la persona umana e l’organizzazione delle società nel loro complesso. Paolo non si sofferma soltanto sul destino dei credenti. Egli riflette sulle questioni del destino umano e della metamorfosi del mondo». Allora, in un tempo di radicali mutamenti come il nostro, l’apostolo esorta a non avere paura nel mutare stili, strutture e categorie ermeneutiche (ma anche biografiche), nella fedeltà al nucleo incandescente della fede cristiana — Cristo morto e risorto –, poiché è urgente avere la consapevolezza dell’«esperienza della metamorfosi come grammatica del credere», per cui «noi non siamo cristiani: diventiamo cristiani, e questo ci obbliga a rompere con il conformismo teologico di un cristianesimo come dato acquisito, quasi fosse un automatismo». In questo senso, «l’esistenza cristiana è, secondo Paolo, un’esistenza metamorfica, che abita creativamente la trasformazione portata da Cristo. Credere in Cristo significa partecipare al dinamismo di vita nascosto e al contempo rivelato nell’evento della risurrezione. È una novità totale, resa possibile unicamente dall’iniziativa di Dio».
Un libro dunque stimolante, questo ultimo di Tolentino Mendonça; una lettura arricchente, capace di donare speranza e fiducia. E sebbene non abbia la profondità e la ricchezza di altri testi del cardinale portoghese (penso, ad esempio, ad Elogio della sete o La mistica dell’istante) senza dubbio si tratta di un volume che può essere nutrimento per il tempo estivo, aiutando la riflessione e la cura del pensiero. Una lettura sicuramente feconda, una lettura di semina: e di tali letture oggi avvertiamo un grande bisogno.
Dal discorso odierno del Papa a Lisbona, a tutto tondo. Isolo quando ha ‘attaccato’ il PROSELITISMO dei Movimenti.
Avrei inteso cosî:
Non costruirsi un Mondo proprio a parte.
Vieni con me che
– so mejo!
– sono piû cristiano degli altri..
– soddisfo i tuoi bisogni spirituali..
Chi buttiamo giû dalla sua Torre?
In questo senso, «l’esistenza cristiana è, secondo Paolo, un’esistenza metamorfica, che abita creativamente la trasformazione portata da Cristo. Credere in Cristo significa partecipare al dinamismo di vita nascosto e al contempo rivelato nell’evento della risurrezione. È una novità totale, resa possibile unicamente dall’iniziativa di Dio».
Due sottolineature;
1) Fede. credere, é FATTO squisitamente Personale, esperenziale.
Ridurre la Fede cristiana a concetti, sostanziali ad libitum, significa snaturare Cristo ed é forse la causa principale della crisi. Altro che ‘sostanza’ cioé cosa FISSA.
2) DIO é ALTRO.
E quasi sempre quando cerchi di definirLo, se sei onesto dovresti chiudere con:
MA Dio é Altro. E cercare di conoscerLo. come Persona, non come sostanza..
PS Anche in fisica vedi il Rovelli, non si parla piú di COSE o sostanze.. ma di
R E L A Z I O N I…
a Mi si dice: derva gli ‘occ..,,😇😆
Quando S.Paolo parla ed elenca tutti quelli che in azioni opere offendono e deturpano il Volto di Dio, Gesù Cristo:””parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza.Come infatti avete messo le vostre membra a servizio dell’ impurità e dell’ iniquità e per l’ iniquita’, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia e per la santificazione.”” Un ammonimento al cambiamento, Oggi la realtà dell’uomo libero appare così, svilita la propria dignità di essere umano. Accade che si dia vita e morte si compiace reinventarsi in altra persona, un godere di piena libertà. “Schiavi del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia” e La Chiesa sembra avviarsi verso questa concretezza di linguaggio perché sono molti a non sapere :”“”Perché il salario del peccato e la morte, ma il dono di Dio e la vita eterna in Cristo Gesù ns.Signore
Metamorfosi vuol dire mutamento della forma non della sostanza, dell’ identità.
Ma quello che sta succedendo oggi alla Chiesa non e’ un mutamento di forma ma di sostanza e di identita’ .
Una mutazione genetica : la Chiesa come l’ hanno vissuta i cristiani di tutti i tempi dai tempi di San Paolo a oggi ha mutato molte forme ,ma mai la sostanza .
Oggi invece abbiamo una Chiesa 2.0, che con la Chiesa di prima non ha nulla ache vedere.
Non metamorfosi ma mutazione genetica.
In effetti, mi sembra alquanto superficiale parlare solo di “metamorfosi, creatività, trasformazione ” senza riempire di contenuti questi concetti, che possono essere interpretati in modi diversi. S. Paolo ha riempito di contenuti densi la trasformazione da lui operata, diversamente ognuno può interpretare a suo modo e addio Chiesa come comunità universale.
Appendo quanto appreso dalle frequentazioni “Scuola biblica”
1) molti attaccano il Cristianesimo sostenendo che sarebbe in realtá un “Paulanesimo”
2) ok. Ma se cerco di definire QUALE sarebbe qs teologia “secondo Paolo”.. mi dicono che in lui sono rintracciabili PIÛ teologie.. Aluura??
3) ecco che x capire Paolo bisogna ricorrere a :
Inculturazioe ( ccfr Aeropago)
Interpretazione
Attualizazione
………
Processo necessario allora come oggi.
E chiedersi…
Qs processo di argomentazioni/spiegazione poteva farlo Gesu’?
Io rispondo di no.
Lascio a voi il perché e come.
Ciao mi