Misericordia
Di per sé indica che il cuore, cioè la coscienza di una persona, viene colpita e non resta indifferente davanti al dolore, alla sofferenza, al disagio, alla povertà, alla disperazione di qualcuno. Ciò significa che questa reazione interiore non è avvertita solo sul piano razionale, ma che si dà soprattutto in termini emotivi: il nostro stato interiore ordinario viene modificato dalla percezione del dolore altrui e noi, in qualche modo finiamo per avvertire, anche se in modo parziale e riflesso, lo stesso dolore dell’altro.
Ma questa è solo la prima parte del movimento della misericordia, tanto che oggi preferiamo chiamarla “empatia”. Ed in effetti si tratta di una condizione naturale che tutti possono attivare, perché fa parte di quelle reazioni generate dai cosiddetti neuroni specchio. Perciò, fino qui, parliamo di una percezione istintiva.
La misericordia vera e propria inizia quando questa percezione viene “vista” sufficientemente dalla nostra coscienza, tanto da farci attivare per andare in soccorso dell’altro bisognoso. E questo invece non è un dato istintivo, perché, in realtà sappiamo che possono esserci mille altre considerazioni interiori che ci fanno “occultare” quel dolore e non ci fanno muovere. Ovviamente, se questo tipo di occultamento diventa abituale dentro di noi, la “percezione” istintiva del dolore altrui si affievolisce e si genera quello che nella spiritualità cattolica si chiama “cuore indurito”, dove non avvertiamo nemmeno più l’empatia istintiva.
Cosa rende possibile che quella percezione istintiva diventi, invece, decisione libera e consapevole di soccorso a chi è nel dolore? Una corretta analisi della spiritualità ci indica che la misericordia si genera quando la nostra personale esperienza di essere stati nel dolore è stata “vista” e soccorsa da qualcun altro, o Altro, che si è piegato su di noi e ci fatto percepire che il nostro valore umano non veniva messo in discussione da quella esperienza di dolore. E questo sentirsi amati ci ha permesso di attraversare quel dolore e di sviluppare, a nostra volta, la possibilità di essere noi misericordiosi.
Bisogna ammettere che questa esperienza non è di tutti, anzi, l’impressione è che, purtroppo, non siano tante le persone che si sono sentite amate in quella condizione. E forse questo spiega come mai abbiamo l’impressione che la misericordia sia cosa rara oggi.
Nei credenti in Cristo però sono cresciute due strane reazioni interiori, entrambe nate quando la loro esperienza umana e di fede non è stata in grado di farli sentire amati nel dolore.
La prima è di coloro che hanno imparato che il cristiano “deve” essere misericordioso e si sforzano di avere atteggiamenti e comportamenti misericordiosi, quando il loro cuore, in realtà, non lo è. E questo genera il “buonismo” cattolico, che è la controfigura peggiore della misericordia e forse contribuisce al discredito sociale della vera misericordia, generando un diffuso senso di “cattivismo”, spesso sdoganato come cosa buona.
La seconda appartiene a chi, invece, si muove preda dello spontaneismo emozionale, appreso come unica strategia esistenziale per far fronte alla carenza di amore, che genera in loro una misericordia istintiva che non ha mai stabilità, nè limiti, diventando uno strumento di compensazione per sè, più che un vero atteggiamento di amore per l’altro, lasciando credere che l’amore cristiano nasca e cresca da solo, senza coltivazione consapevole da parte dell’uomo.
Solo un’esperienza sana e profonda del percepirsi amati da Dio, anche attraverso l’amore di qualcuno, può permettere il recupero di una misericordia vera, sana e attiva, che moltissime persone hanno visto all’opera in papa Francesco, e che lo ha reso attraente anche fuori dalle “mura” cattoliche. Il giubileo può essere davvero un’occasione formidabile per provare a recuperare questa esperienza fondante dell’amore misericordioso di Dio e spingerci a percepire la bellezza di una misericordia autentica e non “dovuta” e non “istintiva”.
@M.Cristina
“Se si escludono certe categorie e se ne esaltano delle altre si fa della Misericordia non come quella di Dio : si dividono gli altri in meritevoli di misericordia e non meritevoli di misericordia.”
1) noi non potremo mai eguagliare Dio. Quindi a me basta la coscienza di umanità.
2 ) non si dovrebbe parlare di casi singoli.
Parlo di Sgarbi.
Io non riuscivo a provare misericordia quando quella donna alla quale aveva promesso.. oppure con la storia del quadro rubato..
Invece oggi quando sento che si trova al Gemelli per..
Chiamala pena, empatia. Misericordia..
Oggi io le provo.
Concludo : non nominare il nome fi Dio invano. Ci basti Gesù.
La Misericordia e’ quella di Dio che fa sorgere il Sole sui buoni e i sui cattivi , ,che lascia che la zizzania cresca insieme al buon grano. La Misericordia deve essere per tutti , quindi non solo per gli ultimi e i fragili, ma anche pei cattivi e potenti che magari ne hanno piu’ bisogno . . Se si escludono certe categorie e se ne esaltano delle altre si fa della Misericordia non come quella di Dio : si dividono gli altri in meritevoli di misericordia e non meritevoli di misericordia.
Quello che la Chiesa se vuole assomigliare al suo Signore non dovrebbe fare .
Misericordia mi fa pensare a qualcosa di diverso da compassione, che non proviene da sensibilità che tocca il cuore, che forza a un fare qualcosa in soccorso della persona, ma un di più, quel prossimo potrebbe trattarsi di una persona che non suscita simpatia, però nello stato in cui si trova, serve quella misericordia che è da Dio. Nelle Parabole Gesù prima di dare la guarigione al corpo, rimette i peccati, e lo dice, lo fa notare tanto che pone pure la domanda “cosa è più importante”. In effetti ragiona bene, perché se quello ha un trascorso burrascoso, non è facile il perdono, non si meriterebbe la guarigione. Ma Dio insegna che la guarigione, il miracolo! E da Misericordia. Effettivamentequestaoggi è difficile da trovare , là si implora p.e. Per i cittadini inermi di Gaza, o un cessare il fuoco per risparmiare la vita dei medesimi soldati risparmiare il dolore di tante famiglie.
Ciò che vuoi identificare come distorsione dei cristiano è un realtà la distorsione di chi vuole essere. In questo caso si tratta di voler essere misericordioso come il padre perché l’essere figlio non basta. L’esempio del samaritano dice che la misericordia ispirata dallo spirito è giusto che ispiri a sua volta una volontà di fare un bene utile agli altri e non l’inutile essere misericordioso.
Leggendoti il pensiero va al buon Samaritano.. e soggiungo..
Sapersi SPORCARE la mani. contaminare dal peggio di noi che sempre emarginiamo. Per istinto!.ma chiamiamola pure autodifesa.
Paura di perdere noi le ns sicurezze.. sia pure essere PULITI..
Sempre per sintesi il bisogno di misericordia.. la sua necessitã nasce dall’esempio di Chi da aDio si è fatto Uomo, da Colui che si è lasciato flagellare per essere vicino al flagellati, offendere per..
Mi fermo qui xché mi viene da piangere davanti a Te. Gesù, sulla Croce..
al solo pensiero di tutti i derelitti intorno a noi.. ignorati.. come Te.