Il furto e la reliquia non riconosciuta

Pure gli stessi autori del furto saranno stati molto sorpresi e stralunati nello scoprire cosa avevano tra le mani e come lo abbiano letteralmente “gettato alle ortiche”. Alle volte ho l’impressione che noi “cattolici”, non ci rendiamo conto davvero di ciò che abbiamo tra le mani
3 Febbraio 2014

Una influenza di stagione mi ha lasciato senza voce. E così, mentre aspetto di “riaggiustare” uno degli strumenti essenziali per stare tra i banchi, ho tempo di fare il domestico, in attesa della visita fiscale. Gironzolo per casa con la tv accesa come un sottofondo che mi rassicura. Dice sempre le solite cose, i soliti spot, le solite fiction, i soliti “contenitori” mattutini. Bene, il mondo è sempre lo stesso. Posso non preoccuparmi.

“Non ne hanno capito il valore”. Dalla camera da letto capto una frase tra le notizie, che però non mi torna. E allora, su un canale “all news” rincorro quella espressione per capire. Sì è così. Hanno buttato via la reliquia di Giovanni Paolo II perché non ne avevano compreso il valore. La curiosità nasce quando qualcosa ci sorprende, non si innesta immediatamente dentro agli schemi mentali che possediamo e ci costringe a spostarli un po’.

E questa notizia si associa, nella mia mente, ad alcune memorie di episodi in classe, sparse a caso. Quando Nichi, alla fine dell’ora, mentre alla cattedra guarda distratto una foto tra le mie cose, ed esclama: “Prof. ma qui c’è l’immagine di un uomo! Cos’è sta roba?” “E’ la Sindone, Nichi, un lenzuolo conservato a Torino dove, probabilmente, è stato avvolto il corpo di Gesù dopo la morte. Che stranamente ha conservato, impressa, la sua immagine”. Mi guarda con una faccia stralunata e dice: “Cioè questo sarebbe Gesù???” “E’ molto probabile – faccio io”. E a bocca aperta e gli occhi sgranati replica: “Ed esiste davvero?? A Torino??” “Sì Nichi, se hai pazienza nel secondo quadrimestre ne parleremo”.

O quando Sara, interrogata sui simboli della varie religioni, non sa spiegare il significato della croce. “Bhò, prof, sarà che erano un po’ sadici e invece di metterlo a sedere su una sedia, lo hanno appeso ad un croce”. Per fortuna la classe ride, e smentisce che questa lettura sia diffusa, ma c’è. O anche quando Michela scopre, con grande stupore, che Ferragosto è una festa religiosa, ma che, soprattutto con sua grande sorpresa, la madonna festeggiata è la stessa persona reale di quella dell’8 dicembre.

E allora, nella mia testa, sulla spinta della reliquia rubata inconsapevolmente, questi ricordi si raggruppano sotto una categoria. Non solo stiamo perdendo le radici cattoliche del patrimonio culturale attuale del popolo italiano, cosa che già da tempo ho chiaro. Ma soprattutto queste nuove generazioni sembrano un po’ più immuni dai pregiudizi “anti”, generati da un secolarizzazione ideologica che ha “smontato” una tradizione cattolica, ma che involontariamente ha riaperto lo spazio per la sorpresa, per lo stupore. E che perciò rende possibile un nuovo inizio educativo.

Nichi non vede l’ora di parlare della sindone, su cui si è documentato il giorno stesso su internet. Sara ha colto che il valore della croce sta in un atto di amore e dopo averlo scoperto ha detto: “ Ah bhè, allora è una cosa bella la croce, è stato bravo Gesù”. Michela, per ora, si è fermata alla sorpresa, ma ha colto che il cristianesimo non è poi così scontato. 

Mi sono chiesto invece che faccia abbiano fatto, di fronte al “non ne hanno compreso il valore”, quelli che fino a poche ore prima erano già partiti, lancia in resta, per la pista satanica o per quella del complotto internazionale su base finanziaria anti-cristiana. Alcuni miei amici, via mail, avevano già preso per questa tangente. Di certo potrebbero non essere rimasti contenti che la loro ipotesi sia naufragata così per colpa di tre semplici “drogati”. Ma mi sembra un brutto segno. Quando la realtà si incarica di segnalarci che le nostre più fosche previsioni non sono proprio così, dovremmo essere contenti di ciò. 

Capisco il sensazionalismo dei mass media, ma se usciamo di casa e proviamo ad incontrare la realtà direttamente scopriamo che le persone sono ancora disposte a riconoscere i dati di essa e non solo un’immagine emotiva della stessa. Capisco la sensazione di essere sotto assedio di una parte del cattolicesimo. Ma se incontriamo le persone reali scopriamo più disponibilità ad una nuova evangelizzazione di quanto si possa ipotizzare, se sappiamo vedere il canale per intercettare la sorpresa di cui hanno desiderio. Molta gente è stanca di emozioni di plastica e di pregiudizi ideologici. 

Pure gli stessi autori del furto saranno stati molto sorpresi e stralunati nello scoprire cosa avevano tra le mani e come lo abbiano letteralmente “gettato alle ortiche”. Alle volte ho l’impressione che noi “cattolici”, non ci rendiamo conto davvero di ciò che abbiamo tra le mani: il sangue di Cristo sparso per noi. E, da dentro i nostri schemi mentali già definiti, rischiamo di gettare alle ortiche la sorpresa di “ri-crederci” che lo Spirito ci mette davanti ogni giorno.

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