Fratelli tutti?

A breve il Papa firmerà la sua nuova enciclica “Fratelli tutti”, ma perché non sperare che Papa Francesco ci sorprenda e decida di intitolare l’enciclica “tutti fratelli e sorelle”?
21 Settembre 2020

A breve il Papa firmerà la sua nuova enciclica, la firmerà nella cornice fortemente evocativa della basilica di Assisi e parlerà di fraternità e amicizia sociale a partire dell’esperienza del Covid, con l’accento probabilmente sui rapporti tra cristiani e musulmani. Che meraviglia.

Eppure.

Eppure quel “Fratelli tutti”, tratto dalla sesta ammonizione di San Francesco sull’imitazione del Signore, non fa che riproporre nel linguaggio quella che è un’esperienza quotidiana nella realtà della Chiesa: i figli di Dio o sono maschi o se, incidentalmente non lo fossero, devono scomparire nelle pieghe del servizio, senza una vera e piena cittadinanza.

Così come non possiamo celebrare, non possiamo votare ai sinodi, non dirigiamo gli uffici della Curia Vaticana (e quasi mai neppure quelli diocesani), allo stesso modo noi donne veniamo sistematicamente omesse nel linguaggio ecclesiale.

Si vorrebbe riassumere la nostra esperienza di sorelle (sorelle di sorelle e sorelle di fratelli) nel concetto di fraternità che, però, resta alla radice e nel suo senso ultimo unicamente maschile.

Anche questo blog, che leggo da anni con interesse, nel pubblicare su facebook un’anticipazione dell’enciclica ha parlato di fraternità, accompagnandola con la foto di due uomini che si salutano… una piccola, plastica dimostrazione di quel che sto tentando di dire.

Sono tutte fisime? Me lo sono sentito ripetere all’infinito, eppure continuo a ritenere che al Papa e alla Chiesa si possa chiedere un magis di riflessione sulle parole scelte, alla luce di decenni di lavoro sul linguaggio, anche nelle chiese (si pensi solo alle traduzioni gender-inclusive della Bibbia), e di una sensibilità che si va rafforzando.

Un mio interlocutore su twitter mi ha scritto “se nella sostanza c’è esclusione e oppressione anche i dettagli delle parole sono fonte di esclusione, ma se l’inclusione c’è allora i dettagli delle parole hanno poca importanza”, quando si tratta di linguaggio, però, le cose non funzionano così. Le parole raccontano la realtà e al tempo stesso la costruiscono: quindi parole come queste ci parlano di una Chiesa che marginalizza le donne e contemporaneamente la perpetuano. Sollevare il velo del linguaggio è dunque un passo imprescindibile per raggiungere e magari modificare la realtà.

Speriamo che Papa Francesco ci sorprenda e decida di intitolare l’enciclica “tutti fratelli e sorelle”, sarebbe davvero un segnale di attenzione e sensibilità, magari foriero di cambiamenti più sostanziali che attendiamo da troppo tempo. Sarebbe molto bello. E speriamo anche che VinoNuovo.it smetta di definirsi “spunti per gli uomini di oggi”!

7 risposte a “Fratelli tutti?”

  1. Teresa Benedini ha detto:

    Da donna mi auguro che la lettera enciclica di papa Francesco vada diretta al cuore di tutti , donne e uomini , credenti e atei ( dovrei mettere atei e atee …)? . Fare anche piccole polemiche sul modo di usare le parole in una un’enciclica……..mi lascia molto , molto perplessa. Comunque , io aspetto il contenuto della lettera e non mi interessa la forma .

  2. Luca Gentili ha detto:

    Che tristezza la frettolosa decostruzione di una lingua e della sua storia a uso di sensibilità ideologiche d’importazione! Non conosco bene l’inglese/americano o la sua storia semantica, ma non mi scandalizzerei se in quella lingua il titolo fosse corretto giustamente in “Sisters and brothers all”, quanto invece mi allarmano le decostruzioni di lingua e di cultura e della loro storia per costruire mondi semantici ideali ma privi di radici nella realtà, illudendoci di progredire e invece allontanandoci dalla “carne” dell’uomo (e spero di non dover aggiungere “e della donna”). La realtà è superiore all’idea: se non lo teniamo presente facciamo come i bambini che credono di giocare col Lego e smontano irrimediabilmente orologi complicati.

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Suppongo che per le prossime encicliche il papa o i suoi ghostwriters dovranno seguire un corso di linguaggio ” politicamente corretto” se non vorranno incorrere in simili incidenti.
    Se poi si pensa che le encicliche papali siano ispirate dallo Spirito Santo, allora e’la Terza Persona della Santissima Trinita’che deve andare ad aggiornarsi ! 🙂 🙂

  4. Alessandro Manfridi ha detto:

    Credo che il vescovo di Roma stia dando tanti segnali nell’ordine di una ripresa di quelle aperture di prospettiva che furono indicate dal Concilio Vaticano II.
    Al tempo stesso si trova però alla guida di una barca che fa acqua da tutte le parti e necessiterebbe di una buon restyling made by the Holy Spirit.
    Cosa potreste fare voi sorelle donne perché le vostre domande trovino ascolto e qualcuno che abbozzi una risposta?
    Proporrei un “riposo sabbatico” sulla scia della proposta di Lv 25.
    Se tutte le donne si “prendessero una pausa giubilare” per un mese dalla frequenza delle loro realtà ecclesiali, forse qualcuno inizierebbe a cercare le risposte da dare a tali domande.

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Chiesa, Fratellanza, sono sost.al femminile ma sono riferiti a una moltitudine di uomini e donne. “Fratelli tutti” se così fosse il titolo della Enciclica, sembra riferirsi al contenuto della Lettera è indirizzata a un qualsiasi lettore non solo uomo-donna, ma arabo o cinese, italiano o di altre nazioni. La parola suppone significati che vanno oltre, e infatti se la lettera Enciclica fosse cosi indirizzata là si intenderebbe anche come inviata da Qualcuno che si rivolge a una moltitudine, e anche come affermazione di un modo di essere. Molto francescano, viene da pensare a quando anni fa il Papa Giovanni Paolo II ha voluto organizzare ad Assisi quell’incontro di Rappresentanti tante Chiese e Religioni nel segno della Pace e Fraternità. .Fratelli tutti e’ molto cristiano è universale, anche in segno di continuità di una idea è un proposito a perseguire uno scopo mai tralasciato, quello della Pace tra i popoli della Terra.

  6. Davide Corallini ha detto:

    Fraternità e amicizia sono due concetti universali che riguardano tutti e includono, rinnovano e superano certi particolarismi, come ad esempio l’essere uomo o donna.
    Se riuscissimo a mettere in pratica quei concetti, anche in maniera imperfetta, saremmo sulla buona strada per superare le tematiche poste nell’articolo.

  7. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Qs msg mi ricorda tanto
    ” Dalla parte delle bambine”
    QUanti anni sono passati??
    50? Mezzo secolo?
    La vita media di una persona prima?
    Se siamo ancora alle parole, come scrive Paola, NULLA è cambiato m
    Svegliaaa!!!

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