Chimica ed eucarestia

Sul pensiero di “fondo” che ha animato alcune parti della chiesa durante il digiuno eucaristico.
3 Giugno 2020

Ora che le celebrazioni sono riprese e l’animo dei cattolici, soprattutto di alcuni tra vescovi e laici, sembra essere più tranquillo, forse si può ragionare con più calma, senza essere presi dalle reazioni del momento, sul pensiero di “fondo” che ha animato alcune parti della chiesa durante il digiuno eucaristico. Mi riferisco alle affermazioni, ben visibili ancora sul web, di chi afferma che l’eucarestia, come corpo di Cristo, quindi, come dato che trascende l’umano, non possa essere portatrice di virus e veicolo di contagio.

Non sono interessato tanto alla questione in sé. È molto semplice, infatti, ricordare alcune affermazioni del magistero. Il compendio al CCC al n. 283, sul pane e vino che diventano corpo e sangue di Cristo dice: “Le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate”. (vedi Conc. Trento XIII sess. cap. IV). Lo stesso CCC aggiunge al n. 1377: “La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie eucaristiche”. Il can. 939 del Codice di diritto Canonico, ricorda, infine, come le ostie consacrate debbano essere “rinnovate con frequenza”. A dire che gli aspetti chimici e fisici dell’ostia consacrata restano e quindi, come tutti gli agenti naturali, può degradarsi ed essere anche veicolo di contagio.

Sono più interessato, invece, all’idea di incarnazione che queste affermazioni nascondono. La questione dell’eucarestia, infatti, non è altro che il caso più evidente di come pensiamo il rapporto tra natura umana e natura divina, nel momento in cui quest’ultima entra nella prima. Forse, sarebbe opportuno riprendere il dogma cristologico, definito nel 451 nel concilio di Calcedonia: “Uno e lo stesso Cristo, Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto in due nature senza confusione, senza cambiamento, senza divisione, senza separazione; la distinzione tra le nature non è affatto annullata dall’unione, ma piuttosto le caratteristiche di ciascuna natura sono conservate e procedono assieme per formare una persona” (vedi CCC 467).

Per essere fedeli a questo dogma come possiamo pensare il rapporto di incarnazione del divino nell’umano? Mi pare evidente che quando il divino entra nell’umano non ne stravolge la configurazione, i dati, le regole, le dinamiche. Non si sostituisce cioè all’umano, svuotandolo dei suoi limiti e delle sue potenzialità e riempiendolo con quelle divine. Ma al contrario, il divino accetta di configurarsi secondo i limiti e le potenzialità dell’umano e proprio stando dentro ad esse si esprime e si realizza sulla terra.

Dire che tra le due nature non c’è confusione, né cambiamento, significa continuare a riconoscere ad entrambe le loro caratteristiche e il loro statuto, senza che una “divori” l’altra; dire che tra le due nature non c’è divisione, né separazione significa che le loro dinamiche sono congiunte, agiscono sempre insieme e l’una può diventare luogo di realizzazione e manifestazione dell’altra. Non a caso infatti, quando le specie eucaristiche degradano chimicamente, la Chiesa ha sempre pensato che la presenza reale di Cristo scompaia da esse.

Non è questione da teologi annoiati. Se ne facciamo esemplificazioni concrete se ne vedono immediatamente le conseguenze. Gli effetti di benessere della preghiera rendono inutile gli strumenti della psicologia? La preghiera sostituisce la medicina nelle guarigioni? La forza di conversione di un sacramento agisce indipendentemente dalla volontà umana di chi lo riceve? Il governo della società umana va rimesso direttamente nelle mani di Dio? Le regole etiche di Dio, devono sostituire quelle che l’uomo può individuare con le sue sole forze? La ricerca umana della verità va soppiantata e deve lasciare il posto solo alla verità rivelata?

Poste così sembrano domande con risposte facile. Eppure in questi mesi abbiamo visto e letto cose che sembrano davvero rimettere in discussione tale facilità. Soprattutto sembra davvero che il Covid 19 abbia rivelato molto del retroterra culturale di tante persone, cristiane e non, su questo punto. Ma, per i cristiani la fedeltà al dogma di Calcedonia impedisce che si possano pensare certe cose. Ad esempio, che la benedizione dell’acqua santa, fatta dal cielo con una botte caricata su un aereo, possa ottenere un effetto “vaccinante” su una città. O che una società umana debba essere governata direttamente dalle leggi etiche dettate dalla rivelazione biblica. O anche che partecipare alla messa non possa produrre contagio.

C’è stato, anche tra vescovi, chi lo ha detto e fatto e ancora ne è convinto. Ma quando il divino fagocita l’umano, immediatamente la dinamica si ribalta nel suo contrario: ciò che nell’umano è votato al divino si erge a divinità esso stesso, e Dio scompare dalla scena del mondo, sostituito dalla divinizzazione dell’elemento umano che dovrebbe, invece, essere un tramite per il divino. Purtroppo, una parte  della Chiesa, oggi sembra rischiare davvero questa deriva. Eppure il cristianesimo si differenzia proprio per questo: continua a pensare, cioè, che l’umano sia davvero luogo della presenza di Dio, ma senza sostituirsi a Lui e senza essere sostituito da Lui. Se lo dimentichiamo costruiamo ancora una volta corti circuiti in cui umano e divino non  si possono più riconoscere reciprocamente. E perciò si perdono entrambi, perchè umano e divino si danno o si perdono insieme.

8 risposte a “Chimica ed eucarestia”

  1. Tommaso Caldarelli ha detto:

    Molto bello Gilberto grazie, hai ragione. Le conseguenze concrete di quel che dici sono tante e immediate

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Sull’acqua di Lourdes, sul suo commercio, leggi Oddifreddi. Data la mia poca stima..😭 consiglio;
    https://www.lastampa.it/opinioni/editoriali/2008/02/14/news/lourdes-e-il-segretodelle-acque-miracolose-1.37111553
    A suo tempo mi costruii un cronogramma della nascita dei Santuari in Italia. Interessante la corsa al “business”.
    Scoprii che la Basella fu anteriore a Caravaggio, ma la storia: identica!
    ( Sul business di Caravaggio tanti anni fa recitai in una pièce di denuncia…🤪 )

  3. Georgios Mangiossis ha detto:

    Qualcosa che mi pare rilevante: una testimonianza di monsignore Robert Hugh Benson, sacerdote anglicano convertito al cattolicesimo.
    Descrisse dopo sua visita a Lourdes la immersione nelle piscine.
    “Quando arrivò il mio turno, andai avvolto in un grembiule ammollo giù per un gradino nell’acqua; e poi, con un prete che tiene entrambe le mani, si sdraiò per intero in modo che la mia testa emergesse solo.
    È meglio che quell’acqua non sia stata descritta.
    Basti dire che le persone che soffrono della maggior parte delle malattie conosciute dall’uomo vi hanno fatto il bagno senza interruzione per almeno cinque o sei ore, ma posso dire, con tutta sincerità, che mi sono immerso senza la minima repulsione fisica, anche se comunemente odio lo sporco almeno quanto il peccato.
    Si dice anche che mai nella storia di Lourdes c’è stato un caso di malattia riconducibile a infezione da questi bagni.”

    • gilberto borghi ha detto:

      Io credo nei miracoli. Non credo che i miracoli sia il modo ordinario con cui il divino entra nell’umano. Semmai il miracolo rappresenta una eccezione al modo ordinario. Perciò non può essere preteso per risolvere ciò che l’uomo non riesce a risolvere. Possiamo invocarlo, ma va sempre ricordato che è la nostra fede che produce il miracolo… non la decisione imperscrutabile di Dio.

  4. Dario Busolini ha detto:

    Non so quanto la media dei fedeli abbia fatto ragionamenti storico-teologici sull’incarnazione in questo periodo. Più semplicemente, credo che a tanti abbia dato fastidio che, in una condizione di libera Chiesa in libero Stato, quest’ultimo abbia ritenuto di doversi spingere a disciplinare nei minimi dettagli le pratiche di culto fino a vietarle del tutto e che ancora adesso si debba sottostare a pesanti limitazioni mentre tante altre attività frequentate molto di più delle messe, dagli spostamenti sul territorio fino ai riti laici della “movida” serale e notturna, stanno rapidamente tornando come prima. Come se in chiesa ci si contagiasse più che altrove, tesi tutta da dimostrare. A una tale azione corrisponderà presto, temo, una reazione uguale e contraria in cui sarà la Chiesa, alla prima occasione, ad impicciarsi oltre il dovuto in materia civile, proprio in conseguenza dei limiti “di fondo” descritti nell’articolo.

  5. Francesca Vittoria Vicentini ha detto:

    Parere: l’uomo è stato creato libero,intelligente,capace di scelte anche di cercare il suo Dio,e di rifiutarlo.Come un Cristo si è ribellato al mercato instaurato davanti al Tempio Santo, cosi avviene oggi ;vediamo uomini che per inseguire pieni poteri osano avvalersi anche di cose prese dall’altare, senza pensare che dalle stesse viene anche la condanna se in contraddizione.Infatti non è con l’acqua santa che si può debellare una pandemia,né il brandire un libro sacro dare più potere ai discorsi nelle piazze.Il far uso dei propri talenti e anche una esigenza della libertà,soddisfazione creare opere belle in ogni campo,anche della medicina.Soltanto quando superare la difficoltà va oltre i limiti acquisiti, se credente si appella alla divinità ,spera che il divino misericordioso si cali nella sua umanità lo sollevi a dargli qualcosa di se. come Cristo per Sua volontà si è fatto pane, presente nella Eucarestia.per generazioni rimasto in mezzo alla Sua Chiesa

  6. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Da parte mia :
    1) meglio pinzetta di mani igienizzate o guanti.
    2) siccome il Prete si rifiuta di metterla su un mio supporto “covid free” ( tipo piattino o tovagliolino) sono costretto ad entrare in Chiesa con i guanti indossarli fino alla Comunione, quando li tolgo x offrire la mano.
    3) apprezzo il Prete che distribuisce solo Ostie conservate nel Ciborio ( non restate tutto il tempo della Messa sull’altare, esposte a…) E che monta una di quella visiere di plastica trasparente alla distribuzione.. per evitare cmq pioggia di droplets..
    Pignolo?? No. Solo vecchio.😭😆😆🙏

  7. Giuseppe Raciti ha detto:

    Grazie di questa chiarezza di cui sono estremamente convinto… A chi ha contestato la Comunione con guanti e mascherine adducendo il principio di fede che l’Eucarestia libera dal contagio ho risposto che fatto salvo il principio che a Dio nulla è impossibile tuttavia non dobbiamo scambiare l’Eucaristia per un disinfettante… Al di là della battutaccia ciò che mi sta più a cuore è la questione della maturità della fede del nostro Popolo, preti compresi. Dinnanzi a certe affermazioni io mi domando chi sia per noi Dio e se la fede a volte non sia fideismo

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