Aiuto! Non so più per cosa devo pregare!

Tutto è iniziato verso la fine di aprile, quando si è diffusa la voce che il Papa avrebbe proposto nel mese di maggio la maratona di preghiera per la fine della pandemia. Ho iniziato anch'io a snocciolare il rosario e...
17 Maggio 2021

Lo ammetto, ho un problema, non ci dormo la notte e non so come uscirne.

Tutto è iniziato verso la fine di aprile, quando si è diffusa la voce che il Papa avrebbe proposto nel mese di maggio la maratona di preghiera per la fine della pandemia. Lì per lì non ci ho dato molta importanza, il Papa chiede di pregare per un sacco di cose per cui in definitiva una vale l’altra. Poi però è arrivato il fatidico primo maggio e sono iniziati i problemi. No, Fedez non c’entra, è che, da buon cristiano mi sono messo devotamente anch’io a snocciolare la corona e…

Lo so, probabilmente a voi sembreranno questioni di poco conto, cosucce da niente, e sì, certo, se il Papa dice una cosa lo si asseconda senza discutere, come ci insegnano da sempre a fare i più tradizionalis… vabbè, ce lo insegnavano per lo meno. Ma io sono un po’ contorto, mi sorgono dubbi, domande, probabilmente inopportune… A metà della prima decina – era di sabato, misteri gaudiosi – inaspettate come Gabriele in casa di Maria, prendono forma nella mia mente queste poche pungenti parole: per cosa sto pregando?

Certo, il titolo della locandina del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione è chiarissimo: “Recita del rosario per invocare la fine della pandemia e la ripresa delle attività sociali e lavorative”. Ma, mi dicevo, davvero Dio ha bisogno della mia preghiera per cacciar via il virus e ristabilire lo status quo? Cos’è, distratto, addormentato, che non ci pensa lui sua sponte? Mi figurai Dio seduto sul trono della sua gloria, circondato dagli Angeli e dai Santi, che dormiva. Accanto aveva un campanello, collegato a un immenso vaso. Le preghiere di tutte le persone del mondo erano gocce che riempivano il vaso e il campanello sarebbe suonato a svegliare Dio solo quando il vaso si fosse completamente riempito. È così che funzionava? Più ci pensavo più mi sembrava inverosimile, ma non trovando una risposta alternativa feci di tutto per scacciare i miei dubbi e continuare il mio rosario in ossequio al dettame papale.

L’altro giorno però tutti i miei sforzi furono di botto vanificati! Apro il sito di Famiglia Cristiana e leggo il titolo di un’intervista a Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio di cui sopra, che recitava, testuale: “Preghiera, non magia”.

Ora, capiamoci, io non ho mai pensato che il Papa ci chiedesse di pregare per ottenere una magia. Tutt’al più per chiedere, chessò… un miracolo… che Dio cioè intervenga a sistemare le cose, come ha fatto, ad esempio, il 13 maggio di quarant’anni fa salvando Giovanni Paolo II dall’attentato (è sbagliata questa idea?). Che differenza ci sia tra un miracolo e una magia francamente, non essendo un teologo, farei fatica a spiegarlo, ma senz’altro dev’esserci altrimenti si chiamerebbero allo stesso modo. In ogni caso, quell’intervista ha soffiato sul fuoco dei miei dubbi: il Papa ci chiede di pregare affinché Dio faccia finire la pandemia o per qualcos’altro?

Il resto dell’intervista, sarò io, ma non mi è stato di aiuto, anzi se possibile mi ha mandato ancora più in confusione. Si parla della preghiera come “esigenza profonda di spiritualità che è nel cuore di ogni persona” – e d’accordo, ci mancherebbe – come “grido d’amore che va verso Dio” e anche qui nulla da dire; ma tutto questo, se la preghiera non è fine a sé stessa (cosa che escludo), per chiedere cosa?

Verso la fine, mi è parso di capire, si accenna a una risposta, quando SER (Sua Eccellenza Reverendissima n.d.r.) afferma: “si prega per un’intenzione particolare: per l’umanità ferita, per i defunti, per coloro che non hanno potuto salutare i cari, per i contagiati, per le donne che attendono un bambino, per quelle che hanno subito violenza, per gli imprenditori, i lavoratori, gli insegnanti. L’idea di fondo è che dove c’è una situazione di dolore c’è anche il desiderio di chiedere la forza per venirne fuori e, nonostante tutto, riprendere la vita e recuperare il tempo perduto”. Intende dire che pregare per la fine della pandemia non significa chiedere a Dio di farla finire, ma domandare la forza di ripartire per le donne e gli uomini toccati da essa? Non so se ho capito…

In ogni caso alla fine ci ho rinunciato. Sono andato avanti a recitare il rosario ogni giorno pregandone metà perché la pandemia finisca e metà perché Dio dia forza alle persone, consapevole che così facendo però le gocce della mia preghiera sarebbero finite in due diversi vasi al cospetto di Dio, comportando con ciò un inevitabile ritardo per entrambe le intenzioni…

Se qualcuno di voi avesse una risposta da darmi gliene sarei sinceramente grato! Anche perché negli ultimi giorni si è fatta strada in me una paura che, se corrispondesse al vero, sarebbe piuttosto preoccupante: non è che metà dei cristiani crede in un Dio che, se pregato a dovere e comunque per motivazioni sue imperscrutabili, interviene nella storia a sistemare le cose, mentre l’altra metà crede che Dio agisca sì nella storia, ma facendosi presente nel cuore delle donne e degli uomini che con la preghiera si mettono in ascolto della sua Parola e traggono la forza per essere loro presenza di Dio nel mondo? Non è che, consapevoli di questo, i Reverendi Monsignori giochino a dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, nel tentativo di tenere insieme capra e cavoli?

Ma cosa mi viene mai in mente?! Scusate, è senz’altro tutto frutto della mia immaginazione!

10 risposte a “Aiuto! Non so più per cosa devo pregare!”

  1. guido rapalo ha detto:

    forse già conoscete questo testo di Molari
    “La preghiera è l’esercizio quotidiano per aprirsi alle forme nuove di esistenza, per accogliere la forza creatrice in modo da esserne sempre pieni.
    La crescita della dimensione spirituale dell’uomo è resa possibile dalle offerte continue di vita che gli altri ci fanno ed è condizionata dall’atteggiamento di accoglienza, di cui la preghiera è un continuo alimento.
    In questa luce si comprende anche il significato del miracolo. Il miracolo, comunemente pensato come un intervento straordinario di Dio, è sempre un’azione di creature: «La tua fede ti ha salvato» … È la fede che consente il miracolo, è la preghiera che mette la persona in sintonia con Dio in modo che essa permetta all’azione creatrice di dispiegarsi più pienamente.

    http://www.solidando.net/teologia/testi/creato.htm

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Carissimi, amatissimi fratelli!
    E il dialogare, conclude Lorenzo.
    Preghiera il nostro sogno, Paola
    Ambedue parlano di magia…
    Ohm…oom…hooom.. pregano in oriente..
    Anche i fratelli ortodossi .. esicasmo ..
    Magia?
    Era circa 40 anni fa. Ad una Mariapoli in val Seriana. Finito a tavola con una sorella credente cui da non molto era morto in
    Pochi mesi il consorte.
    Il funerale? Una vera festa, con i tre figli.
    Mi dice:
    Lui è più vivo di prima, più vicino a noi..
    Cerco di girarla su fenomeni di illusione ma mi fermo subito:
    Per leu era più vero e reale come non mai
    Ecco il “.” della preghiera.
    Dall’altra parte del tel fono ci siamo ancora noi oppure c’è davvero LUI.
    Come diceva il fallito Aiazzone:
    Provare x CREDERE.

  3. Lorenzo Giol ha detto:

    Dall’esperienza personale e dall’idea che mi sono fatto:

    La magia funziona con una formula magica. Basta pronunciarla nel modo corretto per ottenere degli effetti sicuri, o appunto, ripetendola un numero sufficiente di volte da dargli forza (in questo caso anche l’idea di far finire le proprie Ave Maria in due vasi “smazzando” gli effetti di un rosario in due è vedere la preghiera in un’ottica di magia. In quest’ottica la “preghiera magica” vedrebbe Dio come un entità “neutra” e non “buona”, nel senso che se rispondesse solo alle preghiere che gli arrivano in sufficiente numero non farebbe altro che fare l’atto meccanico di una conta e un’azione conseguente (e potrebbe a quel punto realizzare anche richieste non buone, ma che “democraticamente” gli vengono chieste dalla maggior parte dei cristiani). (Continuo>>>)

    • Lorenzo Giol ha detto:

      (Continuo. 2° parte)
      La preghiera invece implica un rapporto. È un discutere con Dio come si farebbe con un genitore a cui si chiede la bici nuova. Si portano ragioni, ci si mostra nella forza dei nostri desideri, nel dolore che proviamo per una carenza di qualcosa o nella gioia che proveremmo nel ricevere quanto chiediamo. Io penso che “la quantità” di preghiera non serva tanto ad un Dio infinito ed eterno (penso!). Io penso che serva più a noi. Per capire con un atto pratico (un investimento di attenzioni, tempo) quanto ci teniamo, quanto siamo disposti ad investire. Serve a noi per chiarificare nel cuore cosa è davvero importante per noi e con quella chiarezza potersi quindi rivolgere a Dio. (E ho scoperto che ci è proprio necessario! Basti pensare a tutti quelli che “Dio lo prego! Perciò non è necessario che vada a messa la domenica” ma che a conti fatti, in realtà, ci tengono così poco da non avere voglia di dedicargli un’ora a settimana). (Concludo>)

      • Lorenzo Giol ha detto:

        (Concludo. 3° parte)
        In forma teorica ci formiamo delle certezze che poi quando mettiamo alla prova ci fanno scoprire che certezze poi non sono. E credo stia qui la differenza tra la magia e la preghiera. La magia non ha “cuore”, ne sentimenti. È una formula fatta di altisonanti parole messe in fila che ottengono un risultato in quanto tali. Meccanicamente e grazie alla nostra sola volontà. La preghiera invece quasi non da importanza alle parole, mette alla prova e all’atto pratico ciò che sentiamo e desideriamo grazie al tempo e allo spazio che gli dedichiamo per metterci nella condizione più concreta e sincera e per fare incontrare la nostra più concreta sincerità con la concreta sincerità di Dio. E lì dialogare.

  4. Paola Meneghello ha detto:

    Per cosa pregare, e perché credere in Dio?
    ..forse il credente è un sognatore, un ateo direbbe un illuso, può darsi, ma un uomo senza sogni né ideali, che pensa che la realtà non possa cambiare, è un uomo già morto…Tutto è preghiera, se questa serve a credere di poter migliorare e servire la Vita, esserne strumento consapevole e volontario.. è magia pensare che si possa cambiare con un colpo di bacchetta esterna a noi, mentre il miracolo è innanzitutto una illuminazione, cercata e voluta, “pregata”, cioè desiderata con tutto il cuore, e che può trasformare ciò che sembra immutabile. .
    La Preghiera è allora davvero il nostro sogno, o la nostra intenzione, ma anche la richiesta di aiuto, se ci mette in mezzo, dimostra di non voler arrendersi. ..Pregare perché? Per dar voce a ciò che di più bello sentiamo salire in noi, e se Dio abita in noi…

  5. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Bocciato
    Inequivocabilmente.
    Bocciato.
    In Catechismo.
    In Osservanza di S.E.R.
    Senza appello.
    Forse se si studiasse un poco la Fisica del Feynman:
    ” Zitto e procedi a fare i conti senza chiederti i perché, al massimo solo i come.”
    Scherzi a parte davvero siamo stati educati ad obbedire e BASTA!
    In primis i poveri Preti. Quelli che se gli accenni ad un comportamento LIBERO e NOBILE… la prima cosa che fanno è andarsi a cercare nei dettati se e quali regole sono rispettate o violare.
    REGOLE.
    IL messaggio ridotto ad una regola. Che pena 😓😥😭

  6. Ambrogio Basilico ha detto:

    Anni (decenni!) fa un vescovo di Milano chiese di pregare per un’intenzione particolare: all’epoca era una guerra, nell’ex Jugoslavia. Io ci andai. E mi ricordo che ci spiegò che “intercedere” significa “mettersi in mezzo”. Soatanzialmente si prega Dio non per dirgli “pensaci tu” ma per chiedergli di aiutarci a capire e dirgli, semmai, “se serve, manda me”. A me basta per pregare. Qualche volta anche i vescovi hanno qualcosa di intelligente da dirci.

  7. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Con tutto il rispetto per i consigli di preghiera che vengono dalla gerarchia ecclesiastica, dal papa a Mons Fisichella, consiglio invece a Cossovich di leggere i Salmi e i Vangeli, per capire il significato e il fine della preghiera . Soprattutto lo splendido capitolo 17 del Vangelo di Giovanni che riporta la lunga “preghiera sacerdotale ” di Gesu’al Padre per i suoi discepoli nell’Ultima Cena . In essa fra l’altro Gesu’dice ” Non Ti chiedo che tu li tolga dal mondo ,ma che Tu lì protegga dal male .Essi non sono del mondo, come io pure non sono del mondo .Santificali nella verita’, la tua parola e’Verita’.”

  8. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Mah, forse c’è da domandarsi perché Cristo pregava il Padre. Era Figlio, faceva miracoli, però prima di operare si rivolgeva a Lui, lo pregava. Ecco, mi viene di pensare che provasse pena , piange su Gerusalemme, , sul l’amico morto, chiede aiuto con il sentire di Figlio, e il Padre che è Amore, lo esaudisce. Il rosario è un mezzo di preghiera,ma anche un atto di fede, e condividere o avere nel cuore una richiesta .. Oggi con la pandemia e non solo, molte persone trovano conforto nelle celebrazioni tele,radiofoniche, perfino se non credenti, sperano, si sentono partecipi con un sentire di dolore . Infin dei conti in chi o che cosa avremmo da sperare? E perché Dio dovrebbe dare ciò che non gli viene chiesto:?rispetta la nostra libertà. Se sono lavoratore e voglio un aumento della paga, devo chiederla Perché il bisogno e mio . Ho solo fiducia di poter contare ad ottenerlo. Ed è già molto sapere che quel Qualcuno esiste al quale chiederlo!

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