Trinity? No grazie!

Il 16 luglio di 76 anni fa fu effettuato il primo test nucleare. Oggi, si può dire che il possesso di armi nucleari è semplicemente immorale?
16 Luglio 2021

Il 16 luglio 1945 – nel poligono di Alamogordo, nel deserto di Jornada del Muerto nel Nuovo Messico, nell’ambito del Progetto Manhattan – gli USA fecero il primo test per un’arma nucleare, chiamandolo in codice ‘Trinity’ (e potremmo a lungo commentare il livello di blasfemia, o almeno di scelleratezza intellettuale di questa scelta…). L’esplosione liberò un’energia di 19-21 chilotoni, pari cioè a quella di circa 20000 tonnellate di tritolo. Il test riguardava una bomba al plutonio dello stesso tipo di quella che – il 9 agosto 1945 – sarebbe stata utilizzata dalle forze armate statunitensi per distruggere la città giapponese di Nagasaki.

Il 26 agosto 2020 mons. Hansen, incaricato d’affari della Missione dell’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel suo intervento al Palazzo di Vetro, a New York, il 26 agosto, in occasione di un incontro virtuale per la commemorazione e la promozione della Giornata internazionale contro i test nucleari, che si celebra il 29 agosto, ha così affermato: “Sono passati tre quarti di secolo da quando il primo test di armi nucleari – chiamato impropriamente “Trinity” – è stato effettuato nel deserto del Nuovo Messico negli Stati Uniti. Da allora hanno avuto luogo più di duemila test, di cui sette in questo secolo – ha proseguito -, causando danni ambientali e incidendo sulla salute delle persone che si trovavano nei pressi dei siti di test, o esposti in direzione sottovento alla radioattività rilasciata nell’atmosfera. C’è da sperare – si è augurato – che il test nucleare di tre anni fa sia stato l’ultimo ad essere condotto. Ulteriori test nucleari, infatti, non potranno che diminuire la sicurezza globale, e quindi la pace e la stabilità di tutti i membri dell’ONU e dei popoli che essi rappresentano”.

Citando le parole di papa Francesco durante la sua visita a Hiroshima nel novembre 2019, Hansen ha ribadito che “l’uso dell’energia atomica per scopi bellici è oggi più che mai un crimine non solo contro la dignità degli esseri umani, ma contro ogni possibile futuro per la nostra casa comune” e che “l’uso dell’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari”.

Ci sono ricorrenze che sembrano perdere il loro valore simbolico, in un tempo in cui siamo disorientati e storditi dall’emergere di squilibri economici, politici, spirituali, antropologici che sembrano costringerci a vivere in un perenne stato di preoccupazione, senza riuscire a trovare energia sufficiente per riprendere il cammino per un mondo più umano.

Se da un punto di vista globale è fondamentale che la Commissione Preparatoria del Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), lavori assieme agli otto Stati le cui ratifiche sono necessarie per la sua entrata in vigore – e che questi Stati si convincano che la sicurezza nazionale e internazionale sarà rafforzata solo con l’entrata in vigore del CTBT – è ben più importante che la coscienza di ogni persona riconosca che l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri. Per questa ragione l’uso bellico del nucleare è semplicemente un’arma di distruzione di massa e ambientale.

La cosiddetta ‘corsa agli armamenti’ (a cui ci siamo assuefatti, o a cui non prestiamo più attenzione perché argomento fuori ‘moda’) non conosce sosta e che i costi di ammodernamento e sviluppo delle armi, non solo nucleari, rappresentano una considerevole voce di spesa per le nazioni, al punto che anche oggi, dopo la pandemia, anche in un tempo che dovrebbe essere di costruzione e ricostruzione, finiscono in secondo piano le priorità reali dell’umanità sofferente: il risanamento delle povertà economiche e sociali, la promozione reale della pace, la realizzazione di progetti educativi, ecologici e sanitari e lo sviluppo dei diritti umani. Priorità più urgenti ora che la ferita del Covid ha segnato particolarmente le realtà più fragili del mondo.

Perché assopirsi davanti alle ingiustizie e alle storture del mondo è grave quasi come provocarle. O forse di più, se noi cristiani chiediamo perdono anche dei peccati di omissione.

 

Una risposta a “Trinity? No grazie!”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Si, l’alluvione con centinaia di dispersi in Germania, sottolinea un andamento errato intrapreso da un uomo così affascinato dall’inseguire sogni di potere che l’ingegno e la realizzazione si sofisticata tecnica gli consente di realizzare, che non ci si accorge della china pericolosa che tutto questo ci sta portando. Tra L’allunaggio e la distruzione di parte della foresta amazzonica, polmone della vita del pianeta, vi è una umanità che sta subendo enorme infortunio, malattie come il Covid che costringono ricercatori a trovare nuovi rimedi, la fame e desertificazione costringono a migrazione, la natura vegetale e animale in sofferenza. Veramente l’atomica significa distruggere quanto rimasto.! Fa meraviglia che non si ascolti almeno lo scienziato che di fronte a quanto è opera prestigiosa dell’uomo, ma anche distruttiva anche ammonire è tardi.E’ L’orgoglio a rendere ciechi e siamo diventati impietosi di fronte a tanta distruzione di cose e persone?

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