L’ultimo sogno olimpico

Il cerchio delle 200 bandiere nella cerimonia di chiusura, un'icona possibile dell'amicizia sociale
9 Agosto 2021

Dal sogno di Irma Testa, che ha coltivato la sua medaglia prendendo a pugno un saccone in una palestra-garage di Torre Annunziata, al sogno della mamma di Fausto Desalù, Veronica, che ha cresciuto da sola il figlio lanciandolo sulla curva della staffetta più veloce del mondo.  E’ stata evocata spesso durante queste sofferte Olimpiadi, falcidiate dal Covid, la dimensione del sogno intesa “alla papa Francesco”, ovvero nel senso della progettualità concreta, dell’obiettivo solo apparentemente impossibile.

Liberandolo dalla retorica che sempre ci attanaglia nei commenti gazzettieri, possiamo forse cogliere un sogno olimpico – l’ultimo, visto che si è materializzato nella cerimonia di chiusura di ieri – dalla dimensione collettiva, universale. E’ quello di un mondo in cui le particolarità si fanno uno, le diversità si danno la mano: un mondo  simboleggiato come un girotondo, proprio come quello che hanno formato i portabandiera dei 200 Paesi al termine della sfilata conclusiva dei Giochi.

Non c’è un’immagine più immediata anche se non semplice – avete mai provato a disegnare un vero cerchio? –  per descrivere quella categoria che papa Francesco nella “Fratelli tutti” ha definito come amicizia sociale, ovvero una relazione, anzi «un’unione che inclina sempre più verso l’altro considerandolo prezioso, degno, gradito e bello, al di là delle apparenze fisiche o morali”.  Ripensiamo allo sguardo fra gli atleti prima, durante e al termine di ogni gara: c’era in loro competizione, ma non avversità, confronto ma anche grande rispetto.  Paesi coinvolti nell’attuale “terza guerra mondiale a pezzi” che camminano fianco a fianco,  superpotenze economiche che stringono la mano a piccole repubbliche come San Marino. Due istantanee su tutte: i complimenti dei due giavellettisti cechi a Neeray Chopra, primo medagliato nella storia dell’India in una gara di atletica, e  l’inchino del nostro marciatore Massimo Spano ai giapponesi che hanno dovuto accontentarsi dell’argento e del bronzo proprio lì, sulle strade di casa.

E non è forse amicizia sociale, oltre che personale, quella che ha spinto senza troppi calcoli Gimbo Tamberi a spezzare l’oro olimpico con il  qatariota Mutaz Barshim, in un gesto di condivisione che andrebbe mostrato per i prossimi 50 anni a tutti i giovani che scendono in pedana, in pista e anche in un campo da calcio. Non a caso i due saltatori amici si sono insieme resi disponibili a girare uno spot pro vaccini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per qualche settimana abbiamo assaporato il gusto di relazioni internazionali non avvelenate da sospetti, pregiudizi, ataviche rivalità. Peraltro, la presenza a Tokyo della rappresentativa dei rifugiati politici ci ha ricordato che la realtà fuori dalla “tregua olimpica” è ancora molto conflittuale, diseguale e ingiusta, ma vogliamo cogliere il positivo e credere che quanto vissuto dentro la bolla olimpica in queste settimane sia comunque un mondo reale, quindi possibile. Ad alcune condizioni: ad esempio,  con un’autorità riconosciuta come il Comitato Olimpico Internazionale, che nessuno mette in discussone e regole condivise da rispettare ad ogni latitudine e cultura. E ancora, con un pubblico (quest’anno quasi azzerato dalle misure Covid, in verità) che va alle Olimpiadi sempre a tifare “per”, mai contro.  Per cercare ulteriori valori di questo  mondo unito in un cerchio, va segnalato anche il rispetto per la tensione spirituale, evidenziata dalle telecamere in gesti di raccoglimento e in occhi rivolti allo stesso cielo, ben diversi da certe sguaiate imprecazioni che ci capita di cogliere nel labiale dei nostri calciatori.

Restando infine del nostro Paese, il contributo al medagliere dei nuovi italiani dalla pelle scura e dai matrimoni misti ma soprattutto il loro rapporto felice con i compagni di squadra dovrebbe zittire per sempre le polemiche anti immigrati.

Fra tre anni, sotto la Torre Eiffel, sfilerà ancora quest’amicizia sociale? avrà fatto qualche ulteriore passo avanti?

 

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