La guerra giusta – 2

Come cristiani, la difesa di sé dall’aggressione di altri esseri umani, del proprio paese, del proprio mondo, come può essere compresa teologicamente? Fino a che punto è giusto spingersi?
25 Aprile 2022

L’analisi storica dei dati del magistero sulla questione della guerra giusta ci ha condotti alla necessità di riformulare una teologia della difesa. Perché di questo si tratta. Come cristiani, la difesa di sé dall’aggressione di altri esseri umani, del proprio paese, del proprio mondo, come può essere compresa teologicamente? Fino a che punto è giusto spingersi?

Intanto c’è da dire che una teologia che rispetti davvero i criteri che la Chiesa ha fissato per l’interpretazione della Bibbia, non può arrivare a dire che Dio, in certi casi, vuole la guerra! Sia offensiva che difensiva. Il Dio di Gesù Cristo è un Dio che vuole la vita, di tutti, anche e soprattutto del peccatore, affinché si converta e viva pienamente. Ma soprattutto è un Dio che, di fronte al male, all’aggressore che lo vuole morto, si lascia morire. La sconfitta del male, per Cristo, avviene sempre e solo con un atto di amore assoluto, in cui Dio non si oppone al male. Come per altri temi, anche sulla guerra, non possiamo perdere di vista lo specifico che Cristo ha inaugurato, rispetto a ciò che lo ha preceduto. Israele ci mette tempo e dolore a comprendere come si comporta Dio di fronte all’aggressore, al male, e ci riesce pienamente solo con un “piccolo resto”.

Dal peccato al diluvio, Israele immagina un Dio onnipotente che sovrasta l’uomo e lo “determina”, che sconfigge il male con il male: “Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti” (Gen 6,7).

Dopo il diluvio, lentamente compare un Dio che è disposto a venire a patti con l’uomo, attraverso il rispetto della sua legge.  “Osserverete diligentemente i comandi del Signore vostro Dio, le istruzioni e le leggi che vi ha date. Perché siate felici ed entriate in possesso della fertile terra che il Signore giurò ai vostri padri” (Dt 6, 17-18). Ma quando questa legge non viene rispettata, questo Dio punisce severamente, fino anche alla morte, il peccatore. “Stenderò su di lui la mia rete e rimarrà preso nel mio laccio. Tutti i migliori delle sue schiere cadranno di spada e i superstiti saranno dispersi a tutti i venti” (Ez 17, 20-21).

Poi, anche se in modo non lineare, ma un po’ a strattoni, soprattutto con i profeti le tracce già precedenti di un Dio misericordioso si fanno sempre più consistenti. Un Dio misericordioso, che può anche derogare all’applicazione rigida della giustizia prevista dal patto con l’uomo, per amore della sua creatura. “Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto nessuno sa sollevare lo sguardo. Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, perché sono Dio e non uomo” (Os 11, 7-9).

Ma solo con Gesù Cristo appare sulla scena un Dio della gratuità. Nella pienezza della rivelazione di Gesù Cristo, Dio è colui che supera la logica del patto e diviene colui che regala gratuitamente e unilateralmente sé stesso all’uomo, proprio a colui che lo vuole morto. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). “Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?” (Rm 8,34).

Allora, se noi che crediamo in lui siamo chiamati ad essere perfetti come il padre nostro che è nei cieli, che fa sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti, (Mt 5,44-45), è evidente che la linea su cui possiamo legittimamente porre la difesa di noi stessi è molto labile. Nel regno di Dio, sicuramente non ci difenderemo più e non solo perché non ci sarà aggressore, ma soprattutto perché avremo sperimentato che la pienezza della vita sta proprio nel non difendersi, nel donarsi. Fino a che siamo su questa terra, però, questa perfezione della fede non c’è, ma esistono gradi diversi di avvicinamento a questa perfezione a seconda della fede amorevole e dell’amore speranzoso che viviamo. Perciò la difesa di sé stessi sarà da commisurare al grado di fede, di amore e di speranza a cui si è giunti nel proprio sviluppo spirituale.

La Chiesa, nel definire i criteri della guerra giusta, tenta di stabilire un livello minimo di sufficienza della difesa armata, lungo la linea dello sviluppo dell’uomo verso la perfezione. Ma poi, agli occhi di Dio, non è rilevante se siamo sopra o sotto quella linea, sopra o sotto la sufficienza. Per Lui è molto più rilevante che mostriamo di camminare verso la pienezza della fede, che stiamo crescendo, qualsiasi sia il livello che ora abbiamo. Allora bisognerebbe chiedersi: come esseri umani stiamo progredendo, sulla guerra? Stiamo cercando davvero forme di difesa che sempre meno richiedano le armi e possano uccidere sempre meno persone?

In assoluto se esiste una guerra giusta, allora dovrebbe esserci anche in paradiso, perché tutto ciò che è giusto sarà vissuto in pienezza di là e siamo evidentemente in una idea assurda; se la guerra non è mai giusta, allora dovremmo essere già ora in paradiso, e siamo evidentemente in una utopia. La legittima difesa dei popoli attraverso le armi è necessaria solo per la imperfezione umana dovuta al peccato e la limitatezza della vita sulla terra. Perciò va confinata il più possibile se vogliamo camminare verso la pienezza della vita, e dobbiamo lavorare per far crescere la nostra fede affinché siamo capaci di gesti “profetici” che mostrino che l’umanità può crescere verso una difesa di sé sempre meno necessaria e cruenta.

Non c’è da stupirsi allora se l’appello del papa alla tregua pasquale è andato pienamente eluso da entrambe le parti. O se da più parti il segno di riconciliazione voluto da Francesco nella via crucis, tra due donne una ucraina e una russa, sia stato criticato. Solo una fede matura accetta di lasciarsi sconfiggere e uccidere per amore. Non si può imporre per legge di essere un martire, e ancor meno ciò può essere ritenuto una regola morale obbligante per tutti. Lode perciò a chi cerca la profezia evangelica in questo mondo, senza pretendere che tutti lo seguano e senza imporre la propria morale. Accoglienza e comprensione, invece, a chi offre una risposta al male che non corrisponde alla pienezza del vangelo, ma a condizione che non giustifichi questa sua posizione come espressione della volontà di Dio, ma, consapevolmente, con una carenza di fede e un limite umano con cui fa i conti. Ancora in questi giorni Francesco lo ha ripetuto: “Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio, che è padre, e nemmeno sugli altri, che sono fratelli”. Dio non può essere invocato a giustificazione della violenza, mai, in nessun caso, nemmeno nella legittima difesa.

27 risposte a “La guerra giusta – 2”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    News: “Biden, 33 miliardi per battere Putin”‘ volto pagina ” bombe su..tot morti cannoni,radar artiglieria e Cruise, così si può vincere la guerra” maMr.Gutierres” il conflitto è una assurdità”, Finalmente una voce da condividere Il cittadino comune pensa scorrendo le proposte degli eventi cui partecipare in 7 gg.: musica,cinema,novità proposte gourmet,lett.rie, sport e altre convivialita amene, un altro vivere la realtà di oggi. Come si possono organizzare passatempi se si vive un dramma così foriero di calamità incombenti anche qui? Pauroso per il cittadino comune, che ha notizie dalla stampa ma non ufficializzate da un governo. che prende decisioni, per il benecomune ! Egli sente trascurato il suo parere,la sua voce non percepita.Eppero’ giusta l’esigenza a decidere del proprio oggi, se andare alla mostra dei fiori o non anche in chiesa a pregare Dio di influire sulla insensatezza che è la guerra che in atto ci coinvolge, a calmare la paura

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    @ luigi puddu
    Letti bel pezzo del ciellino Ronza.
    Equilibrato.
    Onesto.
    L’unità di un popolo non si costruisce né sotto una lingua, scuserammi Dante, né con una guerra.
    Ci vuole altro. Generazioni.
    E cosa ha impedito questo se non le divisioni imposte dallo stato della Chiesa?
    Inclusa quella Guelfi/Ghibellini??
    Ma Gesù era forse ex-clusivo??
    Anche la Francia non era certo unita… Eppure oggi W la France!
    Ed è proprio qs insistere a dirci che forse non è ancora compiuta!
    Oggi? Una figlia in India, con nipote in GB e altra in Australia, altra figlia tra Nizza e Sanremo, altra figlia qui con compagno scultore siriano.. oggi tutto è commisto.
    Ma sai vhi ne è felice?? GESÙ. ed io me…♥️

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    I due Belligeranti Presidenti hanno dimostrano di avere una fede in comune…la fiducia nelle armi, per la sicurezza con queste di affrontarsi e “vincere”. E’ di. oggi : “useremo armi mai viste”!? Ma se la mentalità laica e’ questa, quale spazio si fa a quella religiosa, se esiste come la presenza dei rispettivi Governanti in chiesa ai riti pasquali?Al punto nevralgico che tanta supponenza di vittoria è giunta a essere minacciosa, si leva una voce-richiamo del Presidente Italiano, debole perché sola, ha fatto presente quella dei suoi cittadini che hanno sfilato per la Pace, la quale appare come una araba fenice, invocata ma irraggiungibile. Quella Pax cristiana è per molti mitologica. Eppure merita crederci ad oltranza, esempi di tale coraggio e sfida ci sono: GiovanniPaolo II, Benedetto XVI, San Francesco, e via andando, tutti hanno confidato nell’arma, la croce di cristo, nel potere della Sua Parola…anche con il Potente di oggi. E’ pur sempre un uomo…

  4. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    In un msg precedente chiudevo con una domanda:
    Noi Italiani abbiamo una identità?
    Come quella che difendevano a Masada o oggi gli Ucraini a fronte di chi vuole russificarli..?
    La risposta è NO, senza andare a quel ‘Abbiamo fatto l’Italia, ecc..
    Ma subito affiora la domanda sottostante :
    PERCHÉ?
    A chi lo dobbiamo???
    Risposta:
    A Santa Madre Romana Chiesa.
    Come diceva Andreotti, che aveva lavorato in Vaticano.. divide et impera.

    • Luigi Puddu ha detto:

      @ Buttiglione. La statalizzazione porta con sé il tentativo utopico/distopico di fare un popolo a propria immagine e somiglianza. Per l’Italia cfr il libro di Patrick O’Cleary edito anni fa da Ares. Oppure le riflessioni sagge di un federalista non leghista come Robi Ronza [https://robironza.wordpress.com/2018/11/04/quattro-novembre-linutile-strage-e-lequivoco-dellunita-ditalia/ ].

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    …..forme di difesa che sempre meno richiedano armi? Ma è dall’inizio che il “vinceremo” è ripetuto Continuativamente, ossessivamente, tanto da essere penetrato nel convincimento tra coloro che vivono negli scantinati, che mentre tutto intorno regna devastazione.si e nella via della vittoria. Sembra essersi radicata la convinzione che “resistenza ” e’ sicurezza di vincere; le persone sentirsi eroi martiri perche la causa giusta. Ma servono più armi da chiedere ad amici, una solidarietà invocata ipotizzando che il pericolo potrebbe essere nel loro domani; e’ reale oggi, infatti la guerra si allarga, e delle migliaia di morti da ambe la parti! Silenzio, parla la pioggia di lacrime che bagna la terra! Sembra contare meno il desiderare vivere, anche se con sacrificio, Ma vivere e dono significa sperare di poter cambiare il presente, non trascinando l’odio del passato nel presente !”Mai più la guerra” G.P II, un sopravvissuto, grido di molti per le vie oggi

  6. gilberto borghi ha detto:

    Caro Giuseppe, io non ho detto che è sbagliato difendersi, anche per gli stati. Ho detto che se uno stato decide di difendersi lo fa non in nome di Dio, ma in nome dell’umano desiderio di conservazione, che da quando la natura umana è stata segnata dal peccato, sente istintivamente che la via migliore sia rispondere al male col male, alla forza con la forza. Io non condanno questo, ma tento di ricondurlo alla sua giusitifcazione effettiva, cioè la limitatezza umana e la mancanza di fiducia nelle capacità dell’uomo.
    In assoluto, se lo stato ha come suo obiettivo la difesa della vita dei suoi cittadini, di certo la garntisce meglio arrendendosi, che combattendo. Ma nella vita reale nessuno stato tende a farlo, perchè non vede alternative. Eppure la storia, alcune volte, ci ha insegnato che, in qualche raro caso, la non violenza ha garantito di più la salvezza delle persone. Solo che le condizioni di efficacia reale di questi metodi sono difficilissime da realizzare, proprio per la limitatezza umana e la mancanza di fiducia nelle capacità dell’uomo.

    • Giuseppe Risi ha detto:

      Caro Gilberto, sembra che lei stia facendo un esercizio intellettuale, apprezzabile nella difesa della purezza dell’immagine di Dio (che non risponde al male con il male) ma che non indica in concreto come comportarsi come singoli e come stati nella situazione storica attuale. Comportarsi in modo coerente con i propri principi morali non implica necessariamente il farlo in nome di Dio.
      Che per gli ucraini sia meglio difendersi o arrendersi è una decisione che solo loro possono legittimamente assumere. Ma se nella storia si fosse sempre seguito il suo ragionamento, la resa dei “buoni” sarebbe stata la regola e strutturalmente il mondo sarebbe governato dai violenti e dai prepotenti. Certo non ne abbiamo la controprova, ma il rischio sarebbe gravissimo e per un capo di stato (anche il più irreprensibile cattolico) sarebbe irresponsabile correrlo.

  7. luigi puddu ha detto:

    Ma, poi, quando la Chiesa prega (Salmo 43) “Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa” sta forse sragionando?
    E, se non sta sragionando, allora ci deve stare un livello in cui il “giudizio di Dio” (ovviamente “il far giustizia che Dio opera” e non “il farsi giustizia da/a sé dell’uomo”) si deve porre e, se si pone, ha diritto ad essere invocato e fatto valere urbi et orbi.
    Un chiaro esempio di tale livello è proprio l’affratellamento sotto la Croce di due “popoli avversi”, che abbiamo invocato e iniziato a sperimentare nella Via Crucis appena trascorsa.

    • gilberto borghi ha detto:

      La tua obiezione sarebbe valida se difesa di sè e kenosi fossero due dinamiche separate e contrapposte. Nella logica trinitaria invece sono esattemente la stessa cosa: il padre difende sè stesso dall’annientamento nichilista del nulla, donando totalmente sè stesso e con ciò mettendo nell’essere il Figlio, e lo stesso per Figlio e Spirito. L’essere di Dio è sempre e tutto, solamente puro dono di sè. Perciò la direzione di marcia del cristiano è verso il dono totale di sè, in cui anche l’essere vivi su questa terra andrà donato a Dio, come tutto il nostro essere. Nella perfezione evangelica non c’è e non ci può essere nulla da difendere. Se noi, nell’imperfezione attuale accettiamo di difendere qualcosa (la vita in primis), lo facciamo proprio perchè la nostra fede è imperfetta. Il chè è assolutamente giusto e corretto mentre ancora si cammina, ma si deve essere consapevoli della direzione verso cui si viaggia e non chiamare Dio a giustificare la nostra poca fede.

      • Giuseppe Risi ha detto:

        Se l’imperfezione è la condizione “ordinaria” nella vita terrena, nella situazione specifica data (cioè l’aggressione violenta da parte della Russia all’Ucraina), sarebbe irrealistico e astratto considerare moralmente ineccepibile rispondere all’aggressione solo con la resa. Forse lo potrebbe fare la singola persona, con una risposta profetica non violenta. Ma non uno stato che se esiste ha come scopo primario (tra gli altri) quello della difesa dalle aggressioni violente. E anche per un altro stato come l’Italia, di fronte all’aggressione di uno stato amico da parte di uno stato terzo, qual è il comportamento in concreto moralmente ineccepibile? Quello di girare la testa dall’altra parte?
        Se non siamo (ancora) in paradiso, dobbiamo pur prenderne atto, altrimenti facciamo solo ragionamenti astratti sulla pelle degli aggrediti.
        L’alternativa è dire a Putin che può tranquillamente arrivare con i suoi carriarmati fino a Roma, che sarà accolto come un liberatore!

      • Luigi Puddu ha detto:

        Non è chiaro il perché della tesi che il Padre, in origine, abbia scelto di allontanare il “nulla” da Sé. Ci sarà certo una filosofia dietro tale tesi, ma un po’ eccentrica. Il fulcro non è la dialettica Essere/nulla intradivina, ma che il Padre “in principio” (bibliografia sterminata…) generi il Figlio etc. La metafora “dono di sé”, pure affascinante, modalizza troppo il misterioso Rapporto intratrinitario. Il Padre dà tutto di Sé al Figlio ma non la paternità. Il Figlio restituisce tutto di Sé al Padre, ma non la filialità. Etc. Quindi prima, durante e dopo il dono di Sé c’è il Sé tripersonale e il misterioso Legame che Lo costituisce.

  8. luigi puddu ha detto:

    L’altro punto di perplessità deriva dalla stessa forza con cui si afferma il principio pacifista. Sembrerebbe quasi che, in una logica cristiana, nulla sia meritevole di difesa ed anzi la difesa stessa direbbe quasi l’appartenenza ad un rapporto distorto con Dio. Nulla davvero sarebbe legittimato ad essere ed a valere.
    Ma, se così fosse, saremmo in un “cupio dissolvi” nichilista o kenotista, ben lontano dal fine redentivo e perfettivo della kenosi di Cristo stesso (non possiamo amputare così il notorio Inno di Filippesi…).

  9. luigi puddu ha detto:

    Un intervento certo ben scritto e per molti versi condivisibile; mi lasciano però perplesso alcuni aspetti.
    Un primo, la troppo meccanica contrapposizione tra la logica del patto e la logica del gratuito.
    Sono due logiche che, in Cristo crocifisso e risorto, ricevono entrambe il massimo compimento. Infatti, nella lex orandi (1^ preghiera eucaristica della riconciliazione), così la Chiesa si rivolge al Padre: “Molte volte abbiamo infranto la tua alleanza, ma tu, per mezzo di Gesù, tuo Figlio e nostro redentore, invece di abbandonarci hai stretto un nuovo vincolo di carità … così saldo che nulla potrà spezzare”.
    Proprio quel Figlio, “il solo giusto”, che “consegnò se stesso alla morte e per noi si lasciò inchiodare al legno della croce [stendendo] le braccia tra il cielo e la terra in segno di perenne alleanza” (per non dire della notissima formula consacratoria sul vino) …

    • gilberto borghi ha detto:

      Caro Luigi, bentrovato. Come dice la lex orandi che tu citi, il nuovo patto differisce dal vecchio, proprio perchè da ora in poi “nulla potrà spezzarlo”. Mentre il vecchio patto veniva spezzato dal peccato dell’uomo, perchè costruito sulla logica del “Do ut des” il nuovo non può essere spezzato perchè costruito sulla logica della gratuità: Dio ha deciso che, qualunque sia la risposta umana alla sua offerta di amore, lui non chiuderà mai più (ammesso che prima l’abbia fatto!) il suo amore per l’uomo. Questa differenza non può essere ignorata. Nell’AT tutte le formule di costruzione o ricostruine dell’alleanza, hanno sempre la forma del: “Se voi, popolo, fate così, io (Dio) farò così”. Nel NT questa formula non esiste mai. Quando inizia l’incanrazione Dio si presenta a Maria, dicendole: “piena di grazia”, cioè ricolma dell’amore gratuito e immeritato di Dio.

      • Luigi Puddu ha detto:

        Il “do ut des” ha cattiva fama, ma non tale da cancellare il fatto che è la cifra di un rapporto. Non esistono rapporti talmente no profit da non prevedere un vantaggio nel rapporto stesso. Il c.d. disinteresse è kantiano ma non cristiano.

  10. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    seguito…

    Seguitemi in un volo pindarico, tratto da prossima pubblicazione.
    TU, malato, ti confronti con un altro che ti visita e ti dici ” Costui non ha le mie sofferenze!”
    Allora ti chiedi:
    Ma io vorrei che fosse uguale a me?
    Se discerni capisci che di uno così non te ne fai NIENTE.
    E magari ti poni alla ricerca della diversità, come Lui.
    Sì perchè, ne sono convintissimo, L’UMANO <<>>> CRISTIANO.
    Diversità significa identità e il cristiano Putin (((???))) ha dichiarato ier l’altro che lui vuole abolire il NOME UCRAINO, lo vuole sostituire con RUSSO.
    A Masada gli Ebrei hanno difeso la propria IDENTITA’.
    Che anche qs abbia contribuito a conservarla, nonostante la diaspora?

    E noi Italiani abbiamo una ‘identità’?

  11. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Sono stato a Masada.
    Una storia eccezionale.
    Che mi ha aiutato a capire l’identità ebraica, CHI sono.
    Già da studente nella guerra dei sette giorni avevo incontrato degli Ebrei, Patrioti.
    Poi mi è ìntrigato di verificare QUANTI di loro sono emersi dalla mediocrità dilagante, e COME sono emersi…
    e la cosa mi ha stupito.
    Poi lo Spirito mi ha condotto a conoscere e amare la Bibbia.. ed ho capito.
    Esattamente il contrario di uno spirito utilitaristico, quello del ” Non mi conviene.. ma chi m’ò fà fà??”
    Che a me piace sintetizzare con una frase mediata da Feynman: ” ZITTO e CONSUMA!”
    Ukrayna.

    segue su altro msg, x rifiuto dell’algoritmo..

  12. Paola Meneghello ha detto:

    Dobbiamo uscire dalla logica del dente per dente, e dall’illusione che possa esserci Giustizia ammazzando un fratello, anche se con un’altra bandiera.
    Forse, temporaneamente, avremo difeso il nostro territorio e il nostro corpo, e tutto questo è sicuramente molto umano, forse in alcuni casi necessario, ma, secondo me, non è più giustificabile, se davvero crediamo che l’uomo più cosciente rispetto a chi lo ha preceduto . .l’umanità è dalla notte dei tempi che sceglie la legge del più forte, quella di Caino, che continua a imprigionarci in un vortice di violenza infinita, a non farci crescere, togliendoci la dignità di esseri umani, e la vera Libertà. . DEVE esserci un’altra possibilità che forse costa troppa fatica voler vedere e mettere in pratica, perché non posso pensare che Gesù Cristo, pur potendo farne a meno, si sia fatto ammazzare perché era un debole sottone, infatti pare che dalla morte apparente, sia Risorto..

  13. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    In Gv. .Gesu prega il Padre in ns. favore con così tanta comprensione e amore, avendo Egli sperimentato come umanamente siamo deboli che ci ha fatti suoi, perorando in nostro favore nella misura di aver dato la vita, Lui “agnello innocente”, Lui Dio era in grado di aver conosciuto i limiti della ns. condizione umana, ed è stato grande nell’amore nei ns.confronti. In una guerra, prevale malvagità, e durezza degradanti, pretendere di non sapere se non dai media, i fatti riportati come telenovela poiché invece si sa di armi micidiali che causano sterminio di tutto.. . Non fa desistere di quanti muoiono per la causa dei contendenti. Cristo è morto sola vittima. Si è offerto a salvezza di tutti. Forse è per aver perso coscienza che hanno il coraggio di mostrarsi presenti entro il suo Tempio da fedeli e credenti! circondati come sono da tanto dolore di chi piange i propri cari che non hanno potuto vivere e godere in pace i loro giorni.

  14. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Le tesi del prof. poggiano su carboni ardenti, testimoniati dalle accese discussioni attuali.
    Mi meraviglio che nessuno abbia ancora citato i numerosi passi del Primo Testamento con vere e proprie stragi operate da dio.
    Quindi??
    Ecco xchè serve ricostruire la presa di coscienza progressiva del popolo ebraico, come bene fa il prof.
    ___________________________
    Ma il punto vero x noi che ci chiamiamo “cristiani” è un altro.
    Datemi addosso ma a me sembra che Cristo ancora oggi non sia conosciuto.
    A me sembra che certe uscite siano vere e proprie BLASFEMIE.
    Se non si capisce che Dio viene prima di tutto, è sopra di tutto, la nostra vita diventa sulla bocca di un Putin roba da vendersi come SACRIFICIO CRISTIANO anche quando è solo assassinio di innocenti.

  15. Giuseppe Risi ha detto:

    “Dio non può essere invocato a giustificazione della violenza, nemmeno nella legittima difesa”.
    Non ho le competenze e l’autorevolezza per confutare la ricostruzione biblico-teologica di Borghi, ma la conclusione mi pare offensiva nei confronti di tutte le “resistenze” che nel corso della storia hanno combattuto, anche con le armi, per far avanzare le condizioni di libertà e di rispetto dei diritti umani di cui oggi godiamo (almeno nell’Occidente, pur con tutti i suoi problemi e contraddizioni)

  16. Roberto Beretta ha detto:

    La difesa della libertà e della autodeterminazione è diventata dunque “testardaggine”, e proprio il 25 aprile! Che bello sapere che i prepotenti e i dittatori possono fare quel che vogliono, purché siano chiaramente più forti. Altro che eroe o martire: chi si difende è un pazzo suicida. Ma allora perché non dire lo stesso di chi è disposto a morire per la sua fede o per i valori cristiani?

    • Gian Piero Del Bono ha detto:

      E&testardaggine se come a Masada sapendo di non poter vincere su Vito allo sterminio anche i civili. Caro Beretta ,la xapacita’ di una RSA dignitosa fa fatte delle xapacita’ di un governante. Dire solo : resistete fino all’ ultimo uomo , non e’ cristiano, non e’ realistico, non e’ umano e’ solo un sovraumanesimo di stampo niciano. Non a caso le brigate Azov che non vogliono arrendersi sono tatuate con la svastica: il superuomo.
      Questo non e’ semplicemente cristianesimo .

      • Roberto Beretta ha detto:

        Insomma il debole deve cedere, altrimenti non è nemmeno saggio né umano e nemmeno cristiano… a me pare invece che il superomismo e l’ideologia della svastica volessero proprio quello che lei dice: che i forti dettino legge indisturbati.

  17. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Ai tempi di Gesu’ in Palestina covava una guerriglia degli ebrei contro i Romani invasori, guerriglia portata avanti dagli zeloti ,che poi dopo la morte di Gesu’ sfocio’ nell’ aperta ribellione e nella Guerra Giudaica riportata da Flavio Giuseppe che porto’ alla distruzione di Gerusalemme e del Tempio nel 70 a c.
    Ci fu anche una Mariupol dell’ epoca,la fortezza di Masada dove centinaia di ebrei compresi donne e bambini si suicidarono pur di non arrendersi ai Romani

    • Gian Piero Del Bono ha detto:

      La guerra degli ebrei contro gli invasori romani era sicuramente una guerra ” giusta” ma era palesemente inutile e fuori misura. E porto’ alla distruzione completa dell’ Israele dell’ epoca. Nel concetto di guerra giusta o di resistenza giusta ci deve essere anche il senso della realta’ : che pari oggi manchi quando si pensa di poter vincere contro potenze nucleari come la Russia ,o gli Usa che sono i romani della nostra epoca . Votare una popolazione alla distruzione per pura testardaggine come fecero a Masada e come pare voglia fare Zelenskyj con Mariupol,sara’ anche giusto in teoria ma certo e’ un suicidio

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