“Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”

Il dilemma della maternità surrogata tra storie bibliche e mercificazione del corpo femminile
23 Marzo 2023

La gestazione per altri è una pratica che l’umanità ha sempre utilizzato per venire incontro a quelle coppie che non erano in grado di concepire figli. Certo, le modalità erano diverse prima dell’avvento delle tecnologie biomediche, ma la sostanza non è cambiata nei secoli. Non rivelo nulla di sensazionale (vedi già qui) se riporto come illustre esempio il patriarca Abramo, il quale non potendo avere figli da sua moglie Sarai, si unì alla serva Agar dalla quale ebbe il suo primogenito, Ismaele (Genesi 16). Non passarono che un paio di generazioni perché anche Giacobbe si avvalesse della stessa tecnica, concependo con Bila, serva di Rachele, un figlio che ella partorì (piuttosto scomodamente, immagino) sulle ginocchia della sua padrona, perché quest’ultima ne acquisisse il diritto di maternità (Genesi 30). Personalmente identifico diversi punti di criticità in queste storie, ma la narrazione biblica è più concentrata su aspetti che a noi possono apparire marginali: quali diritti di discendenza avevano i nati con questa modalità? Una questione tecnica, se vogliamo, ma importante per un popolo che costituiva in queste storie la propria identità culturale. Niente a che vedere con la sensibilità contemporanea, invece più attenta ai diritti dei soggetti coinvolti.

In effetti è proprio intorno a questo tema che sta ruotando l’attuale dibattito politico: la surrogazione di maternità, maternità surrogata, gestazione d’appoggio o gestazione per altri è una forma di procreazione assistita in cui una donna provvede alla gestazione per conto di una o più persone, che saranno i genitori del nascituro. In Italia questa pratica medica è vietata dalla legge 40 del 2004, che è stata però modificata da molte sentenze. Molte coppie si rivolgono a quei paesi esteri in cui la tecnica è consentita e i giudici italiani sono stati chiamati più volte a decidere se il divieto può essere esteso anche a questi casi.

Da quello che ho potuto ascoltare, dal dibattito pubblico è sfuggito un aspetto che secondo me costituisce la principale (se non l’unica) criticità, che curiosamente si riflette in un particolare dei racconti biblici: «Abram disse a Sarai: ecco, la tua schiava è in tuo potere, falle ciò che ti pare» (Gn 16,6). Le donne che hanno, per così dire, prestato il proprio grembo erano serve, che in nessun modo avrebbero potuto sottrarre il proprio corpo alla richiesta dei padroni: non rifiutare il rapporto sessuale, né il disagevole parto sulle ginocchia di un’altra persona, né tantomeno la cessione del neonato ad un’altra famiglia. Erano donne senza scelta. Anche adesso, quello che le sentenze italiane tutelano con la definizione di “dignità della donna” è il punto di vista che mi sembra mancare nelle opinioni sbandierate dai partiti: se proibire questa pratica non è dissuasivo, perché sposta solo il problema, quali garanzie vengono proposte per evitare che diventi l’ennesimo strumento di mercificazione del corpo femminile? Se la nostra società ci mette a disposizione tutti mezzi per garantire la serenità di un bambino che cresca in una famiglia diversa dal “modello che vogliamo” della Eugenia Roccella (purché si tratti di un contesto amorevole e accudente), per colei che accoglie la gravidanza c’è il rischio di subire lo stereotipo per cui l’extrema ratio di ogni donna è lo sfruttamento del proprio corpo a beneficio di altri. Quello che in un contesto ideale potrebbe essere un grande atto d’amore di una donna verso un’altra coppia, in molti casi, soprattutto in contesti poveri e disagiati, può diventare un atto di sopruso, di prevaricazione o di compravendita.

Ecco perciò la duplice urgenza di normare con leggi specifiche una pratica che, per varie ragioni, comincia ad avere una certa diffusione: da un lato non riconoscere la patria potestà ad un adulto accudente può davvero destabilizzare e ledere il diritto di quei figli nati in una situazione “non ordinaria”; dall’altro sappiamo molto bene quanto l’assenza di leggi sia motivo di sofferenza per i soggetti più esposti al rischio, in questo caso le donne (si può fare un parallelo con il largo ricorso alle pericolose e costose pratiche di aborto clandestino a cui le donne sono costrette nelle situazioni in cui non abbiano accesso ad un aborto legalizzato).

Forse non compete ad uno stato stabilire ciò di cui il popolo ha necessità, piuttosto legiferare per garantire che le persone possano accedere ai servizi di cui hanno bisogno in piena tutela dei loro diritti e della loro dignità. Non dimentichiamo che secoli fa furono i difensori dei valori tradizionali a mettere a repentaglio una vergine rimasta incinta misteriosamente fuori dal matrimonio, e fu un uomo buono, accudente e non giudicante, a permetterle di vivere con dignità, garantendo a suo figlio di vivere in una famiglia amorevole, che certo non si può considerare convenzionale.

 

20 risposte a ““Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?””

  1. Klaus D'Andrea ha detto:

    (purché si tratti di un contesto amorevole e accudente) E’ un contesto squallido ed egoista dove due adulti si comprano un figlio che nessuna donna venderebbe o regalerebbe. Gli esseri umani non sono oggetti ma soggetti e il traffico di esseri umani è aberrante, nulla verrà normato; vergognatevi voi e i gesuiti

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Una cosa è la Famiglia cristiana,altro è quella che si pretende creare secondo l’umano criterio. Ambedue si riferiscono a un loro Creatore. E’ chiaro che una cosa sono le leggi da Dio, altro quelle che l’uomo se. Creatore o inventore deve per questo provvedersi, come del resto ogni cosa da lui inventata ha regole per l’utilizzo, i robot sono un esempio di cose da lui dipendenti.

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma se Dio non viene riconosciuto come datore di vita, , per lo Stato laico compete dare a questo nuovo modello di famiglia che si sta diffondendo una risposta necessaria per una realtà esistente indipendente da un Credo.

  4. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Una cosa è certa, l’uomo, o coloro che hanno pensato a servirsi del corpo femminile, come una macchina utilizzabile a sfornare una creatura umana semplicemente ha irriso l’opera del Dio Creatore supponendo di poterla violare, un arbitrario uso per fini altri,distanti dal disegno divino, un surrogato di “amore” rispetto a quello Cristiano il quale ben si identifica nella famiglia di Nazareth. L’uomo, idolo di se stesso, ha il coraggio di oltraggiare il Dio Amore, non solo ma come un ladro, servendosi dell’opera da Lui creata, con cinismo o stupidità, giacché non considera le conseguenze che già danno volto a una società deturpata della originale bellezza, che non vede di stare distruggendo se stessa. La Famiglia secondo il disegno divino, alcova di un amore vivendo il quale e strumento di redenzione della persona umana, non il morire nel corpo ma al contrario a trasfigurarlo per ridargli continuità di vita eterna.

  5. Pietro Buttiglione ha detto:

    @Sangiorgio scrive:

    Fai un passo indietro e vai dietro Cristo e non dietro al tuo bias cognitivo (fenomeno studiato dalla scienza cognitiva e dalla psicologia sociale) che tende a creare ed avallare la tua realtà soggettiva.”
    Diffido dai paroloni.
    Ma anche di chi se ne esce con:
    ‘ Te lo dò IO il Cristo!!”
    xchè? Rimando al mio libro…
    PS
    ,Ma forse ho capito male il suo parlare involuto? Lo traduco;
    Finiscila di pensare con la tua testa!!
    Affidati a Lui e basta. Meglio: affidati a quello che IO dico che Lui dice.
    PPS. Per favore non mi tiri in ballo quella che fino a poco tempo fa approvava la pena di morte..😰😭😭

  6. Pietro Buttiglione ha detto:

    A me sembra che l’articolo ponga solo dei ?
    Ineludibili.
    Come dirimiamo la procreazione assistita dalla eterologa? Siamo contrari alla eterologa? Bene. Ma se la coppia non è in grado di gestire la sua gestazione, se una Persona si offre x amore.. come si fa a essere contrari??
    Quello che il sig.Claudio non riesce s capire è che a fronte delle svariate possibilitá della scienza moderna è da ignoranti procedere con diktat, anche perchè noi non siamo in grado di decidere/proibire NIENTE, quindi meglio sedersi intorno ad un tavolo e lottare per ottenere quello che si può ottenere.
    L’esperienza della 184 non ci ha insegnato che se lo avessimo fatto col PCI non avremmo avuto la legge più abortista d’EUR?? Fino a quando vogliamo passare da cervelli all’ammasso??

  7. Gianpiero Sangiorgio ha detto:

    Ciao Daniele. Non ci conosciamo ma, visto che dalla tua biografia leggo che sei credente impegnato, siamo fratelli in Cristo.
    Il tuo articolo è davvero fuorviante ma, non devo certo dirlo a te e nemmeno ho il tempo di smontarlo frase per frase. Fai un passo indietro e vai dietro Cristo e non dietro al tuo bias cognitivo (fenomeno studiato dalla scienza cognitiva e dalla psicologia sociale) che tende a creare ed avallare la tua realtà soggettiva.

  8. Claudio Menghini ha detto:

    “Ecco perciò la duplice urgenza di normare con leggi specifiche una pratica che, per varie ragioni, comincia ad avere una certa diffusione”

    Suppongo che il vostro prossimo articolo sarà il suggerimento di normare con leggi specifiche l’infanticidio, dal momento che anche questa pratica per varie ragioni comincia ad avere una certa diffusione.

    P.S. Mc 9:42 sempre attuale.

    P.P.S. vergognatevi, se ne siete ancora capaci.

    • gilberto borghi ha detto:

      Ad esprimere cosi tanto astio si vive male. Mi dispiace molto per lei.

      • Claudio Menghini ha detto:

        “farisei ipocriti, razza di vipere…”
        Secondo lei anche Cristo viveva male per troppo astio?
        Un sito (nominalmente) cattolico che difende l’utero in affitto. Cioè la schiavitù delle donne e la compravendita di bambini. Un orrore. Cosa credete che vi dirà Cristo quando arriverà per voi quel momento? Credete che per voi avrà solo parole gentili?

    • Daniele Gianolla ha detto:

      Anche Mt 5,5 può essere un valido spunto di riflessione
      Saluti

    • Sergio Di Benedetto ha detto:

      A parte la sicumera nell’avere sempre il giudizio su tutto e tutti (a proposito di “farisei ipocriti, razza di vipere”) e la tristezza nell’invocare il giudizio di Dio, dovrebbe avere almeno la capacità base di comprendere il testo dell’articolo: davvero non mi capacito di come lei possa sostenere che Vino Nuovo difende l’utero in affitto. Ma in fondo, le fa comodo. Ci sia grato, visto la compagnia che le facciamo e il tempo che ci dedica ogni giorno, anche su facebook. Non si avveleni nel leggerci con tanta fedeltà: vivrà meglio. Un caro saluto.

      • Claudio Menghini ha detto:

        Ho citato una sentenza del vostro articolo che letteralmente invoca la normazione dell’utero in affitto. L’avete scritto voi, non me lo sono inventato io. Dunque assumetevi la responsabilità delle vostre parole.

  9. Gian Piero Del Bono ha detto:

    La frase di Gesu’ ” Chi e’ mia madre e chi sono i miei fratelli? ” non si deve interpretare come un disconoscimento e una svalutazione della famiglia. Ma come una rivelazione su Gesu’ stesso: egli dice di se stesso che suoi madre e fratelli sono coloro chi fanno la volonta’ di Colui che lo ha mandato. Come i compagni in un monastero si chiamano fratelli perche’ seguono la medesima strada e non la lascerebbero per fare piacere ai genitori o fratelli. Basta leggere la vita di Edith Stein,Santa Teresa Benedetta, ebrea che di fece carmelitana e per questo dovette rompere i legami con la sua famiglia d’ origine ( suo malgrado)

  10. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma al tempo di Abramo la famiglia era altra, le unioni obbedivano a leggi e credenze delle tribù di appartenenza. Dio comunque aveva scelto Abramo e la sua discendenza dalla moglie Sarai che poi sarà Sara e il figlio da Agar diverso popolo .Dopo Cristo. “l’uomo lascerà ….. e si unirà alla donna (moglie finché morte non separi,nella buona e cattiva sorte). Quello che si fa oggi del corpo femminile compra vendita di essere umano, in dispregio della dignità conferita persona umana. Effettivamente non è da amore Cristiano il dolore e con sacrificio comprensivo del dono di se. Per questo il matrimonio è stato da Cristo elevato a sacramento. l’amore se da donna partoriente, e’ ineguagliabile,la fa madre; il padre lo impara, ma non lo può conoscere; dono da Dio, originale. Si allevano animali e anche si definiscono “pet” ispirano affettività, colmano un vuoto di cui si sente il bisogno. L’amore per un figlio e’ altro. La Verità e una

  11. Paola Meneghello ha detto:

    I governi devono regolare I fenomeni esistenti, e non fare la morale ai cittadini. Ok. E le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, altra verità.
    Giusto regolare questi bimbi.
    Però si parla del “diritto superiore” del minore: ecco, io sinceramente se mi avessero detto di essere nata, per scelta, non per caso, da un seme di uno sconosciuto, titolare della metà del mio patrimonio genetico, o da una madre che non mi cresce ecc, credo che mi sarei sentita privata di una parte di me.
    Il mio diritto alle origini, alla mia identità, se sono anche un corpo fisico, dov’è?
    È un problema di coscienza, a questo punto. Ma il tema va affrontato. Si parla di dignità dell’uomo in quanto tale: ma stiamo davvero andando avanti, se un figlio diventa un “bene”, se la vita si può vendere e comprare? Siamo dentro al liberismo e materialismo più sfrenato. Il figlio non più come il fluire spontaneo della Vita, ma un prodotto da desiderare.

  12. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Francesca Izzo su Avvenire :
    Bisogna chiamare le cose con il loro nome e quindi il termine giusto, anche se più crudo, è utero in affitto. L’ambito della maternità surrogata è sempre commerciale. “Gravidanza per altri” è una forma neutralizzante che cerca di rendere questa pratica socialmente accettabile. Ma anche quella che viene chiamata “solidale” o “altruistica” è una surrogata commerciale che si vergogna: c’è sempre passaggio di denaro».

  13. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Il nocciolo del discorso e’ che l’ utero in affitto non e’ affatto una gestazione solidale: e’ una compravendita. In tutti i casi finora successi c’ e’ stata una transizione economica . Ci sono cataloghi su cui puoi scegliere, puoi scegliere il sesso, il colore della pelle e il colore degli occhi . Devi pagare . Se sei povero non puoi avere alcun utero in affitto, puoi solo vendere il tuo. Il traffico di bambini oggi e’ un business. Altro che Bibbia: qui siamo all’ Inferno .

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