La scuola è lo specchio moltiplicatore della società. Sia nel bene che nel male.
Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori appartiene a Cristo.
Abbastanza interessato, abbastanza sveglio, ma anche abbastanza regolare. Tanto da non lasciare abbastanza tracce per farsi cogliere in qualche caratteristica che lo contraddistingua.
Se la Chiesa vuole davvero cambiare registro e prendersi a cuore la scuola italiana nella sua globalità, deve mostrare un po’ di coraggio in più.
E se posso fare una cosa che gli piace, io sono felice. Magari non conta nulla per lui e forse nemmeno per me, ma sono felice a vedere che lui gioca e si diverte con me”.
Per evitare che anche Cristo diventi solo una devozione, un’etichetta, o peggio un portafortuna e finiamo per utilizzarlo come un amuleto o come una bandiera, come un totem o come una panacea.
Il congiuntivo che sparisce anche dal linguaggio di fede indica che i miei studenti tendono a rendere reale la loro percezione soggettiva.
Ma veramente pensiamo che il motivo serio per cui la religione cattolica va insegnata nelle scuole sia per poter comprendere buona parte delle altre discipline storico artistiche letterarie?
Noi su cosa puntiamo? Su una generazione futura di furbi e fortunati?
"Provate a pensare cosa succede se tutti voi vi comportaste come Roberto o reagiste come Marco. Le relazioni sarebbero impossibili e ci sarebbe la legge della giungla, che di solito è il luogo dove vivono gli animali, non gli uomini."
Analizzare le pubblicità ci regala delle chiavi comunicative dirette e fresche che se usate con intelligenza possono davvero aprire modalità di comunicazione della fede che oggi sono poco visibili.