Può Papa Francesco non essersi reso conto che la metafora del padre che punisce amorevolmente il figlio, proposta per tenere insieme il Dio misericordioso e il Dio punitore, crea più problemi di quelli che risolve?
Nel caso della partecipazione di Papa Francesco a “Che tempo che fa” ci sono tre questioni che rappresentano i presupposti minimi su cui intavolare qualsiasi discussione critica al riguardo
In questa seconda domenica del tempo pasquale, dedicata alla divina misericordia, è doveroso ricordare chi c'era innanzitutto e soprattutto sotto la Croce a al Sepolcro
Ci ha insegnato che "il mondo si vede meglio dalle periferie". Lasciandoci in eredità i dimenticati della Terra
Rileggere il pontificato di Francesco a partire dal suo approccio ecclesiologico potrebbe dare nuova luce a tanti altri temi cari al vescovo di Roma.
Al di là delle lacrime per la scomparsa di una persona tanto attesa quanto amata, cosa resta delle sue parole e dei suoi gesti?
Francesco è morto come è vissuto. Ma è altrettanto importante che ogni credente sia consapevole della sua dignità, della sua vocazione.
Non sarà la distanza tra la sua visione pastorale e il nostro cristianesimo - di rendita e di tradizioni - un marchio di autenticità della voce dello Spirito che ci chiede di uscire dalla bolla delle nostre abitudini?
Crescere e maturare dall'età giovanile a quella adulta, insieme agli scritti di Francesco, è stata un'avventura esistenziale che ha richiesto e sprigionato parecchia energia...
Potrà sembrare irriverente, soprattutto ora che il coro degli elogi post mortem non tollera stonature. Ma Papa Francesco lo vedo soprattutto così.