Speriamo che i cardinali, riuniti nella Cappella Sistina, trovino il tempo per alzare gli occhi e osservare il Giudizio Universale. Magari Michelangelo potrebbe ispirare loro qualcosa, perché quel gigantesco affresco è fuori da ogni schema iconografico, ma anche dallo schema ecclesiale del suo tempo.
Michelangelo lo dipinse tra il 1536 e il 1541, su richiesta di Papa Clemente VII e poi di Paolo III Farnese, che gli confermò l’incarico. Era un artista ormai sessantenne, un intellettuale di grande fama, ma anche stanco. Eppure dipinse, nel cuore della cristianità, un grandioso vortice di corpi e di cieli, affollato e imprevedibile. Con un primo frettoloso sguardo in genere si coglie il movimento del grande Cristo che si trova al centro della composizione, le facce angosciate dei dannati, i gesti disperati. Ma osservando bene si scopre che il vero messaggio che Michelangelo ci affida non è questo: siamo di fronte a una grandiosa rappresentazione della parusìa, ovvero il ritorno di Gesù, alla fine dei tempi, per inaugurare il Regno di Dio, e Gesù non si limita a condannare.
Recentemente, Sara Penco ha riconosciuto la presenza della Maddalena nell’affresco, e questa presenza dell’Apostola degli Apostoli porta a riconsiderare il significato di tutta l’opera, che non è minaccioso – i peccatori saranno dannati! -, ma positivo: verrà il momento del giudizio, ma c’è tutto il tempo per convertirsi e per essere accolti (Sara Penco ha raccontato e spiegato la sua scoperta nel libro Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo, Scripta Manent editore, 2024.
Del resto, l’affresco si trova nella Cappella del Sistina, che è il cuore del Vaticano che è il cuore della cristianità, e sta dietro l’altare dove si celebrava l’eucarestia, e dove quindi in genere si collocavano opere che comunicavano messaggi positivi.
Tradizionalmente, l’iconografia del Giudizio Universale metteva al centro Cristo, rappresentato come un giudice distaccato – perché giusto e obiettivo – ma proprio per questo anche apparentemente indifferente al dramma delle vite che stava giudicando. Il Cristo Giudice di Michelangelo, invece, è energico e impetuoso e innesca «un turbinio di sentimenti ed emozioni che contagiano ogni centimetro della parete», nota la Penco.
Accanto a lui c’è Maria, che non lo guarda, anzi si volta dall’altra parte. Dunque Cristo è indifferente, o addirittura troppo severo nei confronti di quelli che sta condannando, ma che sono pur sempre suoi figli? E Maria ne sta soffrendo e si sente impotente?
LA PRESENZA DELLA MADDALENA
Proprio la presenza della Maddalena porta a dare un’interpretazione diversa. Sull’estremo lato destro dell’affresco c’è un uomo che porta la croce (anche se un altro uomo, dietro di essa, lo aiuta a sorreggerla). Dall’altro lato della croce si vede una giovane donna che ne sta baciando il legno. L’uomo portacroce è possente e qualcuno ci ha visto il Cireneo, altri ci hanno visto Disma, il Buon Ladrone. Ma quel portacroce ha lo stesso volto del Cristo che domina il centro della scena, e volge il capo per guardare la donna, vicina a lui. Una donna bionda, vestita di giallo, con cui evidentemente c’è un rapporto speciale; una donna con sul volto una espressione di orrore, dovuta all’empatia e al dolore per quella parte dell’umanità che non verrà salvata.
Lei è la Maddalena e lui è il Cristo Redentore. Il Cristo Giudice e il Cristo Redentore, oltre ad avere gli stessi tratti somatici, hanno la stessa grandezza e sono entrambi imponenti e hanno entrambi il braccio destro alzato. Maddalena porta una veste gialla, colore che simboleggia il discernimento spirituale, cioé la capacità di chi ha fede di distinguere il bene dal male.
Michelangelo dunque, con il suo Giudizio universale, non ha voluto comunicare paura, non ha voluto minacciare gli uomini peccatori. Ha voluto dare un messaggio di speranza, ed è proprio la presenza della Maddalena che ribalta il messaggio: ci sarà la parusia, ma vuoi avete la possibilità di ripensare i vostri atti e le vostre vite; potete salvarvi, come si è salvata Maddalena, grazie alla propria fede.
Il Redentore e la Maddalena nel Giudizio Universale della Cappella Sistina
UN AFFRESCO CHE È UNA SFIDA
Ovviamente, l’affresco fece scandalo per i nudi, tanto che nel 1564 Daniele da Volterra (detto per questo “il Braghettone), fu incaricato di “rivestire” i personaggi, dipingendo foglie di fico e vesti sulle parti che apparivano più scandalose. Ma suscitò anche altri problemi, e sarebbe bello che i cardinali rileggessero questo capolavoro nel contesto del tempo.
Michelangelo era infatti una persona complicata, che visse in un clima ecclesiale e culturale complicato. Aveva una spiritualità profonda, difficilmente compatibile con la corruzione e la dissolutezza della Chiesa del suo tempo. Nel 1545 iniziò il Concilio di Trento, era tempo di Controriforma e di caccia agli eretici, ma c’erano anche anche movimenti, come il circolo degli Spirituali, consapevoli che serviva un cambiamento nella Chiesa.
Michelangelo espresse il suo disagio in molti modi. Ad esempio, dando al Cristo Giudice e al Cristo Redentore i tratti somatici di Apollo: i canoni di bellezza tradizionali non erano più accettabili, occorreva tornare alla bellezza classica per liberarsene. Una nuova bellezza per un nuovo ordine morale.
Era amico di Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, poetessa e sostenitrice della riforma della Chiesa cattolica: faceva infatti parte di quel circolo degli Spirituali, che sosteneva l’idea che ci si salva grazie alla sincerità della propria fede, più che per presunti meriti conquistati in azioni terrene. Ovviamente, per la Chiesa impegnata nel contrasto della Riforma, questi ideali, che nascevano e si sviluppavano all’interno della Chiesa stessa, erano temibili. Quindi anche gli Spirituali furono perseguitati perché considerati eretici, anche se Michelangelo non lo fu, e anche Vittoria Colonna non venne mai accusata ufficialmente.
LIBERI DAI FANATISMI
Paolo III Farnese ha lasciato Michelangelo libero di esprimersi, senza lasciarsi intrappolare dalle preoccupazioni dei difensori dell’ortodossia. E Michelangelo al Dio Giudice, amato dall’inquisizione, ha affiancato il Cristo Redentore e Maria di Magdala, la donna fedele «che viene scelta perché “è pronta”: la capacità di discernimento (abito giallo), il suo essere capace di superare qualsiasi prova grazie alla fede e di rimanere salda davanti alla croce (con la quale è così intima da baciarne il legno) e l’abito pudìco che fa di lei la donna riscattatasi dal peccato originale e già meritevole della grazia… la rendono degna di ricongiungersi a Cristo, il suo amato, proprio nel momento della parusìa, quando per l’umanità si apriranno le porta del Regno dei cieli» (Penco, 158).
Così come la Maddalena, tutti gli uomini potranno ricongiungersi a Cristo: il Giudizio Universale in fondo comunicava i valori su cui fondare una Chiesa rifnnovata, e cioé la fede, la possibilità per tutti di essere perdonati e accolti dal Redentore. Invitava l’umanità a non perdere fiducia nella promessa della Salvezza e la Chiesa a convertirsi. In barba a tutti i fanatismi, vecchi e nuovi.
Probabilmente usciranno da quella Cappella senza aver avuto tempo di uno sguardo alla paradisiaca scena, quasi la rappresentazione di un accadimento nel ns.mondo di oggi dove i comuni mortali senza altra finalità che decidere di se stessi, scelte di vita e di morte. La Chiesa è lì radunata, i Signori Cardinali rappresentano popoli di molte nazioni, ed e per quel bene comune che la loro mente, il loro cuore sarà pieno di quello Spirito da Loro invocato a saper discernere quale Persona meglio possa assolvere il compito di Pietro . E si suppone che ad aiutarli in questa importante scelta non sarà’ pensando ai problemi del proprio “gregge” ma come Fratelli in Cristo sua Chiesa, cosi la scelta convergente al bene per tutti , “Non prego solo per questi ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola; perché tutti siano una cosa sola: come tu Padre sei in me e io in te, siano anche essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.
A me il Giudizio ha destato sempre l’impressione contraria: i “canoni della bellezza classica… la possibilità per tutti di essere perdonati e accolti” li colgo più nella Volta, che meglio esprime gli ideali del Rinascimento, mentre il pesante turbinio di corpi della parete di fondo, in cui volti e gestualità esprimono una tensione emotiva fortissima che accomuna beati e dannati, di rinascimentale ha solo l’uso del figurativo ed è, invece, una potentissima rappresentazione della crisi di un sistema di certezze e di valori, anche religiosi, e dell’irrompere caotico di un mondo e di un’epoca nuovi. Il Giudizio sembra ancora così attuale proprio perché ci rivela la paura, l’angoscia, l’incertezza e il peso della carnalità che portiamo dentro, che sarebbe senza rimedio se non vi fosse il Cristo a trasfigurare e governare tutto. Sì, spero proprio che i cardinali lo guardino e lo meditino prima di esprimere il proprio voto.