Propositi, compiti, mete, sogni, impegni o per qualcuno anche follie

Cosa c’entra tutto questo con il rientro a scuola dopo le vacanze di Natale?
8 Gennaio 2024

La fine di un anno solare – se non fosse per le festività natalizie – non è proprio come quella dell’anno scolastico, che studenti, docenti, dirigenti e personale accolgono forse con maggiore gioia. Ogni nuovo anno, così il 2024, ci riporta in classe dopo l’illusione di iniziare con sette giorni di vacanza: sappiamo cosa abbiamo vissuto, non conosciamo ciò che vivremo (a parte una serie di “riti” come scrutini, incontri con i genitori, consigli di classe e collegi docenti), vediamo a minore distanza la conclusione.

Ci siamo noi con i sogni, i pensieri, le gioie, i dolori, gli affetti; ci siamo e dovremmo mettere tutto noi stessi perché – se non lo facessimo – non vivremmo veramente, non impareremmo, non ci supereremmo,  a volte forse non respireremmo neanche. Non esiste un presente che non abbia un passato, non c’è un anno che non abbia salutato quello precedente, non ci sono storie di vita che non nascano da altre storie di vita, non c’è studio che non richieda fatica e impegno, non ci sono amori che non siano frutto di un amore più grande.

Alla fine di un anno e iniziandone un altro, anche a scuola siamo chiamati a guardare indietro per un attimo: Come abbiamo vissuto veramente? Chi o cosa ci ha aiutato a crescere? Quali passi indietro, realizzazioni, sconfitte, questioni aperte, relazioni significative? Non si tratta di azioni malinconiche, né per autocompiacersi o piangersi addosso, ma è un buon modo per ripartire con nuove energie iniziando da quanto si è costruito e, se necessario, persino dalle macerie.

Gli studenti sono più proiettati al presente, vivono l’oggi, spesso l’immediato, in qualche caso cercando di “ammazzare il tempo”. Gli adulti, al contrario, tante volte guardiamo al passato come al miglior tempo possibile, viviamo nel mondo de “ai miei tempi”, del “come era la scuola”. Questi atteggiamenti che diventano anche arroccamenti e muri di autodifesa (a volte di autodistruzione) ci tengono lontani, non ci permettono di essere né nel passato né nel presente, senza parlare del futuro che per molti non è più un sogno o una speranza, ma un’illusione e un inganno. Che fare allora? Che farò io per riprendere il nuovo anno scolastico tanto intrecciato con la mia vita? Mi propongo e condivido cinque propositi o compiti o mete o sogni o impegni o per qualcuno anche follie:

1. Ciò che mi ha aiutato a crescere da piccolo è stata la meraviglia delle nuove scoperte, ciò che mi fa imparare da grande è la commozione dinanzi alla realtà, ciò che mi rasserenerà alla fine della vita sarà la gratitudine per quanto ho ricevuto.

2. Mi lascerò meravigliare da ciò che mi circonda, ancora una volta, almeno una volta, per un attimo, nella libertà, per gustare il vero sapore della realtà, con i piedi per terra e lo sguardo in cielo. Soltanto in quell’istante io sarò, saprò, vivrò, piangerò, gioirò, amerò.

3. Alza gli occhi al cielo, guarda al di là delle nuvole, cerca un bagliore che ti accechi, ti illumini, ti trafigga! Poi con stupore conservalo e con cura donalo.

4. Crescere è passare dall’emozione alla meraviglia, dalla meraviglia al desiderio, dal desiderio all’affezione, dall’affezione alla comunione, dalla comunione all’amore, dall’amore al dono…e infine non avere paura di ricominciare di nuovo come la prima volta, come ogni volta.
5. Non lasciare scappare i tuoi sogni, non farteli strappare dalla banalità e dall’indifferenza, non abbandonarli per paura o stanchezza, non sotterrarli senza averci almeno provato, non tenerli solo per te ma parlane a chi vuoi bene, a chi può aiutarti e camminare con te. Non dimenticare che i sogni hanno le ali che si muovono col battito del cuore, con la spinta dell’intelligenza, con la leggerezza dell’umiltà, con la dinamicità degli affetti, con la prospettiva della speranza, con il coraggio delle idee, con la certezza della fede.

Cosa c’entra tutto questo con il rientro a scuola dopo le vacanze di Natale? Beh, forse la domanda giusta dovrebbe essere: cosa non c’entra?

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