Che cosa dice a noi, uomini del secolo ventunesimo, la festa dell’Immacolata? Quale messaggio possiamo far scendere nelle nostre vite dal mistero di Maria, «piena di grazia»?
Noi uomini che abbiamo spesso smarrito il senso del peccato, cosa possiamo capire di una donna nata senza il peccato originale? Noi uomini tecnologici, uomini del qui e ora, cosa possiamo intuire di un mistero tale per cui una ragazzina di due millenni fa è stata preservata da quella macchia primigenia che tutti ci riguarda, perché chiamata a diventare la madre del Cristo?
Sono domande che mi sorgono nel riconsiderare, alla luce dell’Immacolata, il Vangelo di oggi, la celebre Annunciazione. Perché, se vogliamo evitare che sia l’ennesima festa vissuta tra comprare regali e preparativi frenetici in vista del Natale, forse devo cogliere una parola che l’Immacolata dona oggi alla mia esistenza, e che sia spendibile ogni mattina in cui mi alzo.
Mi viene in soccorso una poesia del poeta irpino Franco Arminio, tratta dalla raccolta Resteranno i canti (2018)
Datti alla vita intensa,
cercala,
non fare altri errori,
resta sulla strada,
cammina senza muoverti,
resta fermo nei tuoi passi,
il mondo sarà buono
se resti fedele
a ciò che stai cercando.
Forse è la fedeltà a ciò che siamo quello che l’Immacolata può dirci. Maria, nata senza peccato originale, ha custodito quel dono della grazia, ha vissuto fedele a quel dono iniziale, è rimasta sulla strada tracciata per lei e da lei accettata in libertà. E così ha vissuto intensamente: chi potrebbe negare che, pur in un piccolo villaggio della Galilea, Maria non ebbe una vita intensa? Destinataria di un annuncio, Madre del Cristo, testimone della sua resurrezione e della Pentecoste, madre della Chiesa.
Vita faticosa, ma vita buona. Perché, ci ricorda Arminio, «il mondo sarà buono / se resti fedele / a ciò che stai cercando». Maria ha cercato il bene, ha vissuto il bene, si è messa a disposizione del bene; Maria ha cercato Dio, è stata trovata e scelta da Dio, è restata ferma nei suoi passi, fedele a quel dono originario a lei riservato.
Anche noi, nel nostro piccolo, siamo scelti da Dio. Come dice Arminio, dobbiamo cercare la vita intensa, la vita vera. E restando fedeli a quello che cerchiamo, a quello che sentiamo più profondamente vero per noi, allora «il mondo sarà buono», allora conosceremo il bene e il bello, il Mistero e l’uomo.