Conservatorismo terapeutico

Sul caldissimo tema della presunta ingerenza vaticana riguardo il Ddl Zan ecco una 'nota d'occasione' di Andrea Zhok pubblicata sul suo profilo facebook
25 Giugno 2021

Il Vaticano è uno Stato la cui esistenza è integralmente funzionale al sostegno di un’autorità spirituale.

L’intero sistema decisionale della gerarchia ecclesiastica del Vaticano è autonoma, e profondamente estranea a tutto ciò che appartiene alla moderna sfera democratica. E ciò ha punti di forza e di debolezza.

In generale, applaudire o contestare le prese di posizione vaticane a seconda che si attaglino o meno alle proprie aspettative laiche è del tutto privo di senso.

Se uno ha ragioni non confessionali per sostenere certe tesi, dovrebbe poterle portare alla luce indipendentemente da cosa pensa o non pensa il Vaticano, e farsi forti dello scudo fornito dalle posizioni delle massime istituzioni cattoliche è ridicolo per un laico, quali che siano le tesi in questione.

Nel contesto contemporaneo, tuttavia, questo ragionamento presenta un’eccezione.

È ferma convinzione di chi scrive (non qui argomentabile) che stiamo vivendo un’epoca in cui le istanze ‘progressiste’ si presentano come:

1) sempre più aggressivamente dogmatiche, e

2) sempre più avviate ad un generico ‘disfacimento’ delle strutture sociali pregresse, senza la più pallida idea di con cosa sostituirle.

Se ciò è vero, se il processo storico corrente è un processo in cui la direzione del ‘nuovo’ e del ‘più avanti’ coincide sistematicamente con processi di destrutturazione disorientata e disorientante, allora, in questo contesto, una forza eminentemente conservatrice come il Vaticano gioca un ruolo sociologicamente positivo, e lo fa su entrambi i punti di cui sopra.

Quanto al punto (1), in modo squisitamente paradossale vista la storia del dogmatismo ecclesiastico, la Chiesa istituzionale oggi pone un argine alle minacce rivolte alla libertà d’opinione e pensiero.

Siccome queste minacce oggi provengono prevalentemente da fronti ‘progressisti’, virulentemente propensi a colpire ogni eccezione alle proprie ortodossie, gli ‘anacronismi’ – di cui è piena la tradizione ecclesiastica – fanno da schermo protettivo alle forme di pensiero ‘inattuale’, eterodosso.

Così, – e qui l’ironia della storia tocca il suo culmine – il conservatorismo ecclesiastico può creare oggi le condizioni in cui può muoversi una mobilità di pensiero non irreggimentato (che è da sempre la matrice della migliore innovazione).

Quanto al punto (2), una forza socialmente e spiritualmente conservatrice nel contesto contemporaneo opera come un freno ad una corsa totalmente irriflessa e confusa, una corsa del tutto ignara di qualsivoglia destinazione – e tuttavia decisa ad arrivarci il più rapidamente possibile.

Anche qui il contributo della conservazione è paradossalmente molto positivo, a prescindere dal fatto che i contenuti ritenuti ‘da conservare’ siano intrinsecamente validi o meno (per quel che conta, credo siano spesso validi, ma non sempre).

La positività del contributo sta qui nel fornire alla pubblica opinione e alla società tempi adeguati di riflessione, tempi che una legislazione tutta giocata su emergenze strumentalizzabili ed emozioni passeggere tende a sopprimere.

Come noto, il termine greco “phàrmakon” (φάρμακον) indicava il medicinale, ed anche il veleno. In ciò non c’è invero niente di strano, giacché qualcosa opera come medicinale quando deve ripristinare un equilibrio organico rotto, e per farlo deve controbilanciare uno sbilanciamento originario. La stessa sostanza – se somministrata in un contesto inopportuno o in quantità inopportune – può essere velenosa invece che terapeutica.

Questo è anche il caso per il conservatorismo sociale, che in quantità eccessiva sterilizza e accieca una società, ma che in un contesto come quello odierno può operare da compensazione terapeutica.

 

7 risposte a “Conservatorismo terapeutico”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Io credo invece che nessun parroco oggi o domani debba sentirsi ridicolizzato da una qualsiasi Lobby sorta inneggiante diritti a nuove libertà come quella di cui si parla, esistente non solo nel nostro Paese ma in tutta Europa tanto da far apparire inesistente ogni altra preesistente comunità . Perché quel diritto che si invoca ad esistere è anche diritto per ogni altra diversa. Inoltre in quel giorno che si andrà a stabilire di orgoglio per un obiettivo raggiunto, il parroco non ha che da invitare i suoi fedeli a una Messa, a un incontro di spiritualità Ad approfondire ciò che Spirito insegna ad operare a rinfrancare cuore e menti. Le sacre scritture che non mentono, sono verità fondanti, danno sicurezza ai i semplici fedeli.:”Paolo, servo di Cristo, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il Vangelo…abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome,……”

  2. Roberto Beretta ha detto:

    Se il conservatorismo è terapeutico, la Chiesa cattolica è da secoli la più tenace panacea di tutti i mali… Scherzi a parte, il ragionamento è lo stesso dei cosiddetti “atei cattolici”, ma anche della nobiltà nera romana o dei seguaci di Dio Patria Famiglia: il cattolicesimo espresso dalle gerarchie è una sicura garanzia dello status quo, dunque è molto utile al governo della società e alla stabilità dei mercati finanziari. la cosa ha una sua verità – e anche utilità, nello spirito dell”et…et…” cattolico. Resta però da vedere se sia anche il messaggio più evangelico da trasmettere al mondo, o se non sia una comoda interessata addomesticatura di certe parti “incendiarie” dello stesso Vangelo

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Forse l’idea di dover fare la Giornata contro l’,omo-lesbo-transfobia con tanto di trans e viados a spiegare la teoria gender anche alla scuola materna delle suore deve essere stata una prospettiva troppo umiliante persino a questi ecclesiastici moderni e d’accordo con lo spirito del mondo. Quel che e’troppo e’troppo. Forse un sussulto di dignita’ deve aver fatto riflettere le gerarchie cattoliche moderniste :ma nel futuro oltre che irrilevanti e con sempre meno fedeli, vogliamo pure essere ridicolizzati dalla lobby LBGTQ+ che potra’denunciare come discorso d’odio qualsiasi parroco faccia un’omelia non gradita a Zan e compagnia o non esponga il drappo arcobaleno sull’altar maggiore?

  4. Salvo Coco ha detto:

    A mio parere la posizione espressa dal sig. Zkock è irricevibile da un punto di vista cristiano (per le motivazioni espresse da Andrea Grillo in questo suo intervento https://www.facebook.com/grilloreba/posts/10223255911718716) e da un punto di vista giuridico (per le motivazioni espresse da Pierluigi Consorti in questa sua intervista https://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2021/06/E-stato-un-passo-preventivo-a-gamba-tesa.-il-concordato-non-centra-int-pl-consorti.pdf?fbclid=IwAR0YyXLJJs6v5l41xqRVpSY-FPvPvJiSF311z3-V1Id_Gy3oH7ngroqI5ZA).

  5. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Stavo x scrivere “fuori dal tempo” ma mi sono detto che l’estensore è ben cosciente del momento storico in cui ci troviamo e cioè :
    1) la fine di una Cristianità di Potere, ultimo guizzo il collateralismo ruiniano, ha messo a nudo tutte le contraddizioni dei secoli passati. Agli occhi di TUTTI. Ultimo il Canada.
    2) contra- non il proprio INTERNO, dice bene Zhok, ma contro Cristo e la Parola.
    3) fino a ieri per il controllo dei disobbedienti è bastato il Sillabo, le scomuniche, quella degli operai comunisti x ultima?, la Santa Inquisizione ma soprattutto la reductio ad limina, il contenimento numerico&emarginazione..
    4) peccato che OGGI chi è ai margini, piccola barca, è lei, la C.C. Cosa logica e prevedibile. Self standing, dice Zhok, contento lui.
    5) imo dimentica il trend. Quanto a forza di non curarlo.. ora esplode. È esploso.
    E non basterà l’eterna politica del contenimento. Quella x cui abbiamo perso il MONDO.

  6. Leila Mariani ha detto:

    Credo che ciascuno debba educarsi ad un pensiero critico, laterale e divergente e, più difficile, esprimerlo esternarlo. Chi è cristiano poi dovrebbe, seguendo il Vangelo nella sua vita, esserci, non dico abituato, ma portato dall’esercizio quotidiano di calarlo in sé. Questo non vuol dire che chi applaude al Vaticano, e si proclama “cattolico” viva la Chiesa, cioè stia nella fatica, spesso deprimente, di dinamiche stanche e ripetitive, nonché scarsamente originali, mentre c’è chi lo fa ed ha un suo pensiero che non è allineato per partito preso, perché esiste lo Spirito di Cristo e Lui pensa a diversificare e animare la Sua Chiesa.
    Perfetta l’analisi sociologica.

  7. Paola Meneghello ha detto:

    Su un certo dogmatismo progressista, posso essere anche d’accordo.
    Ma se il metodo è il ricorso a vie legali, come il richiamo al concordato, vuol dire, secondo me, che comunque non si è in grado di instaurare un dibattito, e la Chiesa dimostra così, ancora una volta, di non saper essere ispiratrice delle coscienze, alla base di quelle leggi.
    Inoltre una misura di forza, inasprisce le posizioni, non porta elementi distensivi in società, non apre le coscienze, ma semai le chiude, rafforza il dualismo da combattimento e ognuno rimane in fondo fermo dov’è.
    Riconosco però, che grazie a questo intervento, la legge prima bloccata in Parlamento, ora potrebbe, più scremata, passare, e mi chiedo anche se questo non sia poi un gioco delle parti (Draghi e Bergoglio si erano visti da poco), e mi sembra ancor di più che alla fine sia sempre solo un ripristino di posizioni quello che conta, e il bene delle persone, alla fine, è sempre il solito paravento. .

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