Cercatori di luce

Nella penombra Nicodemo si avvicina al mistero di Gesù, in un discorso che ricorda come la luce e le tenebre siano pertinenza di Dio, mentre l’uomo deve domandarsi se sia un ‘cieco vedente’, come accade in un noto romanzo di Saramago.
14 Marzo 2021

Questa quarta domenica di Quaresima ci fa incontrare con una pagina non facile del vangelo di Giovanni. Varrà la pena ricordare il contesto da cui le affermazioni di Gesù sono estratte: è la lunga notte di Nicodemo, quella in cui il fariseo, istruito e attento, ma anche timoroso e preda del dubbio, si avvicina al mistero del Figlio.
Dovremmo avere anche la pazienza – secondo l’indicazione della ‘composizione di luogo’ di Ignazio di Loyola – di immaginare quella conversazione in un’atmosfera di chiaroscuro, come se avvenisse in un quadro di Caravaggio: è una notte con luci, è un buio tagliato da qualche fiaccola. Qui si innesta il discorso, difficile e profondissimo, di Gesù, che prima indica la necessità di ‘rinascere’, poi apre all’azione libera dello Spirito che, come il vento, non si sa né da dove viene né dove va, per poi introdurre Nicodemo al paradosso della croce: Cristo innalzato da terra porta salvezza, non condanna. Egli non vuole perdere nessuno. Ma, anche, Cristo è luce che dona la possibilità di vedere.
Non è un obbligo, c’è la possibilità del rifiuto: è il dramma della libertà umana, che permette all’uomo di non accogliere il dono della luce.

Quale uomo, quale donna, può dire di essere nella luce? Chi può affermare: in me non è tenebra? Chi, in fondo, non è cercatore di luce? Chi non desidera ricevere quella capacità di vedere il fondo delle cose, la verità del mondo?
Credo siano domande che a metà della Quaresima possano aiutare il cammino che porta a Pasqua. Seguendo poi il filo della Parola, a quelle interrogazioni ne seguono altre: chi si considera così giusto da porre in rilievo le sue opere, come se fossero certamente di Dio? Chi è così certo di fare le opere di Dio e non secondo se stesso?
Se vogliamo essere sinceri, dobbiamo riconoscere che siamo tutti un po’ Nicodemo: curiosi ma timorosi, amanti dell’ombra. Ma, forse, è questa la vera condizione dell’uomo, perché solo Dio è luce piena e solo Dio può, alla fine del nostro sentiero terreno, sancire nella sua luce quanto di noi sia luce.
Guardiamoci attorno: non sono forse mesi di penombra quelli in cui viviamo? Allora, davvero, non sentiamo come una promessa quella della luce, che venga nelle nostre piccole cose, nelle nostre azioni e pensieri, fino a quando si aprirà la grande luce della vita eterna?

C’è un noto romanzo di José Saramago che fa della luce il tema portante, o meglio: della capacità di vedere. È Cecità, tristemente salito alla cronaca in questi mesi, dal momento che parla di una pandemia, improvvisa e incontrollabile, che porta alla perdita della vista in tutti, tranne che nella moglie di un medico, delineando una figura femminile tra le più belle della letteratura moderna.
La cecità diffusa produce dolore e morte, caos e abbruttimento, ma anche solidarietà e amore. Conduce a superare schemi e ragionamenti, a favore di una vita che sia il più possibile umana.
Il finale, di struggente provocazione, è una pagina che andrebbe riletta periodicamente:

Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.
La moglie del medico si alzò e andò alla finestra. Guardò giù, guardò la strada coperta di spazzatura, guardò le persone che gridavano e cantavano. Poi alzò il capo verso il cielo e vide tutto bianco, è arrivato il mio turno, pensò. La paura le fece abbassare immediatamente gli occhi. La città era ancora lì.

Forse abbiamo indugiato troppo nel dividere il mondo tra luce e tenebre, tra ciò che salva e ciò che condanna. Credo che questo sia davvero il tempo in cui lasciare a Dio la libertà di essere Dio, l’unico che sa leggere nel segreto dei cuori. Che non significa un rifugio intimistico, un ritirarsi nel privato individualismo, un abbandonare il mondo. Assolutamente no. Al contrario, secondo il Vangelo, significa cercare la compagnia ‘notturna’, intima, con il Cristo e tentare di compiere le opere secondo Dio, evitando però di sostituirci a lui nel dividere il mondo tra peccatori e salvati. Cercare di diventari esseri di luce, sapendo bene, però, che la luce è dono suo.
Ma il giudizio su chi è salvato e chi è perduto lasciamolo al Padre. Perché, come ci ricorda Saramago, echeggiando sia l’Antico che il Nuovo Testamento («Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono», Mt 13, 10; «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi», Gv 9,39), tutti siamo esposti al pericolo di essere «Ciechi che, pur vedendo, non vedono» e, come dice altrove la Parola, se oscuriamo la nostra vista e il nostro cuore con il peccato, soprattutto di presunzione, «Quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso» (Mt 15,14).

«La città è ancora lì», ci ricorda Saramago: il mondo è ancora lì, davanti a noi, di fronte alla nostra vista, e sa ancora offrirci semi di speranza, se sappiamo assumere uno sguardo che sia buono, come la moglie del medico fa per tutto il romanzo, anche simulando di essere cieca pur di salvare chi ama. Conservando la capacità di vedere il male e il bene, la miseria e la gloria.

 

 

 

 

4 risposte a “Cercatori di luce”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Rabbi,sappiamo che sei venuto da Dio come Maestr0; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui….Come può un uomo nascere quando è vecchio?Puo forse entrare nel grembo di sua madre e rinascere?Nicodemo con questa domanda dimostra che non ha compreso appieno la divinità di Gesù, lo riconosce per i segni che compie come un Uomodi cui Dio si serve ma ancora incapace di credere in Lui, Gesù Cristo Figlio di Dio che grazie a Lui si apriranno e porte del Regno per ogni uomo che per fede in Lui seguirà i suoi insegnamenti e vivrà di vita nuova. Anche oggi pur sapendo Chi è Gesù Cristo, pur esistendo la Sua Chiesa, pur vedendo segni e testimonianze di Lui compiuti da uomini in tutti i tempi, molto mondo non lo segue e sembra una stoltezza non credere pur avendo visto, non sapere pur avendo udito, non comprendere e cambiare vita pur vedendo macerie, morti, pestilenze, disastri di cui l’uomo anche oggi è artefice

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    ……..giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
    ————–;;—————–
    PS. Nelle notti di luna piena, ma anche quando la bufera imperversa, io mi domando e dico:
    Ma..ma…ma- SE tanto facesse TUTTO Lui e a me non sarebbe manco concesso di cercarLo, beh.. ma cosa cavolo è venuto a fare su questa misera e marginale Terra!??!!
    Forse che non poteva fare TUTTO lì dove era senza venire quaggiù a farsi AMMAZZARE?
    Quero hominem, ma connesso..🙃😠

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Che titolo sbagliato : cercatori di luce! I cercatori di luce volontaristici, che partono dal “ basso” , sono i massoni , gli Illuminati, gli gnostici . Invece la situazione non e’ che l’ uomo con le sue forze umane cerca la Luce , ma che la Luce cerca te e ti sorprende! non tu coi tuoi sforzi cerchi la Luce. La Luce quale principio soprannaturale ti si svela, all’ improvviso, senza alcun tuo merito. Il cieco nato non aveva meriti, era un cieco fra tanti altri ciechi di quell’ epoca a Gerusalemme . Gesu ’ , per Grazia, volle illuminarlo. Cosi’ ancora oggi Gesu’ illumina chi lui vuole. Non forse l’ intellettuale fondatore di un giornale o il Famoso Monaco mediatico o il presidente degli Stati Uniti. . Forse illumina un poveraccio che va Medjugorie o un pakistano che rischia la morte se si converte al Cristianesimo .

  4. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Se non altro il crollo di vari paletti, anche nostri religiosi interni, impone urgenti cambiamenti/aggiornamenti. Il primo è aprirsi a Lui. farsi scope.. ma il manico è Lui, farsi pecore tirate da Lui, ciechi aperti alla Sua Luce. Tento qualche derivata:
    Comunione.
    Vedo inchini, salamelecchi, pulizie della mano, ecc, e mi chiedo se tutte qs quotidiane siano x vera FAME di Lui o per abitudine o sfoggio…
    Elemosine.
    Anche qui. La mano tesa senza uno sguardo negli occhi, senza un sorriso, senza un tentativo di dialogo…?
    Educazione come aiutare a germogliare la diversità altrui… o ancor peggio mammismo che concede tutto senza orientare scelte..
    Bisogna aiutarci a cambiare..
    Il momento, veramente eccezionale, lo richiederebbe..

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