A qualche giorno di distanza dall’intensa serata online in compagnia di vinonuovo.it si può ben affermare che il quarto webinar promosso dall’associazione sia stata un’esperienza davvero sinodale, da riprendere con qualche nota di contenuto e, prima, di metodo. Potersi vedere “faccia a faccia” ha permesso a molti di dare un volto alle firme più note nel nostro blog e ad alcuni commentatori fedeli; poter gustare la passione nelle varie voci (con quell’inconfondibile timbro romagnolo, lombardo e romanesco, nell’ordine Gilberto Borghi, Sergio Di Benedetto e Sergio Ventura, i tre organizzatori a cui siamo riconoscenti) ha favorito un confortante senso di convivialità, anche a distanza.
Si è sperimentata la “conversazione spirituale”, in serena libertà (non c’è stata alcuna registrazione). Pur nei due-tempi vincolati dalla piattaforma, il webinar vinonuoviano ha rispecchiato questa modalità con interventi esperienziali e sintetici, già “ruminati” interiormente, secondo le indicazioni date a questo inedito “Gruppo di ascolto sinodale” dal facilitatore Borghi: non giudicare gli altri, evitare il botta e risposta, scendere dalle idee alla concretezza di vita.
Alla domanda non retorica del sottotitolo “Quale spazio hanno oggi i cercatori nella fede?”’ la risposta emersa dagli oltre venti interventi (in tutto erano una quarantina le persone collegate) è andata ad arricchire quella ipotizzata da Sergio di Benedetto nel post che ha ispirato il webinar. E’ molto ridotta, insufficiente, nei nostri piccoli e grandi mondi ecclesiali l’attenzione verso di loro, c’è davvero “difficolta a mantenere uno spazio aperto per i cercatori spirituali, cioè per coloro che – come ha detto a Praga nel pre-Sinodo il teologo Tomàs Halìk – pur non identificandosi pienamente con i suoi insegnamenti e le sue pratiche, sentono comunque una certa vicinanza al cristianesimo».
In estrema sintesi gli interventi arrivati dai partecipanti al webinar da case sparse in tutt’Italia convergevano nel periodo ipotetico contenuto nel titolo-scioglilingua: “Se noi diventassimo coloro che cercano insieme a chi cerca…?”.
In altre parole, deve partire da ognuno di noi il cambio di paradigma: soltanto se ognuno si riconosce “sempre in ricerca”, mai arrivato, allora si mette nell’atteggiamento più favorevole per “intercettare” e “accompagnare” (i due verbi più utilizzati negli interventi) i tanti cercatori del nostro tempo. Che non sono solo quelli che bussano alle porte delle sétte o che evadono per ritrovarsi prigionieri della virtualità. I cercatori vanno anche cercati.
Ci sono tanti cercatori che assaporano volentieri attività e proposte di meditazione, di “contemplazione” artistica o musicale, cenacoli filosofici o poetici. Per rispondere a questa “ricerca di pace interiore” – come è stata definita – vanno riproposte o valorizzate iniziative, esperienze e luoghi in cui sperimentare il silenzio, la bellezza, nell’arte, nella musica, nella natura. Chiediamoci prima come nasce e come si esprime questo bisogno mai sopito di spiritualità, nelle sue varie espressioni.
Non potevano mancare i giovani – presi ad uno ad uno, non come categoria stereotipata – fra i cercatori più genuini, esigenti e radicali, anche se talvolta inconsapevoli. Un “cantiere” sinodale il loro, spesso “progettato” con risposte troppo standard, irrigidite, invece che attraverso figure impegnate a farsi compagne di viaggio, in ricerca umile e condivisa.
Tra le condizioni indicate per farsi accompagnatori dei cercatori, quella di “dimenticare gli articoli di fede”, cioè non anteporre subito gli argomenti della dottrina e della morale cattolica, presentate come verità possedute una volta e per sempre. Uno sforzo non facile anche dentro la Chiesa, dove non a caso si fatica a riconoscere chi non ha ancora terminato la ricerca o vi si è perso. Oppure dove non si accetta che qualcuno non arrivi in fondo. Si pensi al caso di sacerdoti o consacrati e consacrate in difficoltà, ai quali mancano spesso le possibilità per fare un passo indietro o di lato per proseguire poi la propria ricerca.
Ostacolo per i cercatori è soprattutto la chiusura autoreferenziale attorno al proprio “pacchetto” consolidato di proposte liturgiche o pastorali: o vieni a cercarlo da noi, assumendolo a scatola chiusa oppure non riusciamo a farti spazio. Alcuni interventi hanno richiamato l’ultimo libro di Brunetto Salvarani (“trasferire la pastorale dalla casa-chiesa alle case delle famiglie”) e quella di rivedere l’assetto della parrocchia talvolta troppo impermeabile o troppo “esigente” nei confronti di chi ancora cerca.
Altre due attenzioni raccolte: non perdere mai il senso della corresponsabilità ecclesiale (“sentire cum ecclesia”) e avvertire il compito di essere comunque messaggeri della gioia del Vangelo.
Nella parte finale del webinar è emerso come un’attenzione nuova ai tanti cercatori del nostro tempo post-moderno non passi attraverso la capacità di “convincere”, con argomentazioni teoriche o dialogiche, ma soltanto attraverso una relazione fraterna, amorevole: non siamo depositari di ideologie, ma accompagnatori che meritano fiducia perché “vivono con gioia un’autenticità cristiana incarnata”. Nessuna conclusione, al termine. ma un ringraziamento corale che dice anche il desiderio di riprendere presto il tema su questo sito.
@ste
nn x apparire ma x chiarire cosa mi ha dato la Parola.
1) Gesú come Uomo&rivelazione di Dio.
MA
2) Dio è puro spirito,( samaritana), non è ‘umano’, e noi post-mortem saremo spirito e corpo ‘mistico’ ( da definire)
Chiudo: pur essendo spirito e proprio xchè spirito non possiamo limitarlo con ns definizioni ed aggettivi. Ma x lo stesso motivo dobbiamo ammettere che possa soffrire, partecipare la ns vita, ecc
Il che non è antropomorfismo (( e nn capisco xchè lo sia -stiamo parlando di Dio_..)))
Mentre le definizioni ‘buono e onnipotente” è antropomorfismo.
Mi era sfuggito il msg di Ste ( come chiamo mio figlio..😄) Chiose:
1) alle scuole bibliche da me frequentate dicevano che l’immagine di Dio c/o Israele si era evoluta nei tempi ( in origine politeista) e ai tempi di Gesú era molto simile al Dio cristiano. A comprova portavano che i contenuti del Padre nostro erano giá presenti.
2)”chi ha creduto non ha trovato di meglio della ‘generazione’
Ahia! Qui la mia obiezione è pesante!
Mi pare lo dicesse giá Feuerbach…
Dicesi ‘antropomorfismo’.
Usare i termini di uso comune x intendersi.
Ma stiamo parlando di Dio!!! Non di noi!
Cosí succede che il Padre diventa anche Madre e i sigg.Teologi ci sguazzano.
( E i fratelli cugini 😀)
NO.
Qui urge un nuovo Nicea di aggiornamenti. E se la CC è serva.. nn crolla. SE invece struttura… Lessem perd dicono anche a BS?
Carissimo Pietro, attenzione a distinguere tra antropomorfismo e mediazione antropologica della verità. Il tuo “stiamo parlando di Dio!” è più antropomorfico che dire “Gesù è Figlio”. L’essere umano mai avrebbe potuto immaginare Dio come Gesù lo rivela (cioè nel suo essere umano!) e noi, se Dio non parlasse come uomo, non potremmo mai conoscerlo. Feuerbach infatti aveva un’idea ben chiara di Dio: come l’uomo, ma infinitamente di più. Be’, questo è l’esatto opposto di quello che dice Gesù (Dio=amore=croce). Dunque Feuerbach ha ragione, e infatti in Gesù non è l’uomo che parla di Dio ma Dio che parla di sé!
@Paola
Non opposizione bensí graduazione.
Gesū vero Uomo x comunicare/partecipare Uomo a Dio.
Sulla scorta della tesi, che credo condivisa, che l’Uomo non sara’ mai = Dio ecco che
la stessa ? applicata a Dio pone la sequenza:
Gesú si DIFFERENZIA da Dio?
Se si parte da Vero Uomo sarebbe stupido chiedersi se ė anche vero Dio.
Vicino a Dio, una cosa sola, in cui vi prego di nn approfondire cosa=??
Paola scrive “Dio in ogni cosa” ma non la credo panteista.. Io preferisco:
Dio è Altro.
Ecco: Gesú non può essere = Altro
Xchè è Via/Veritá e Vita
Senza di lui saremmo soli e abbandonati.
Davvero senza Dio.
Qui devo fare un affondo:
Ci rendiamo conto di quanto renderlo DIO ce lo allontana, impoverisce il suo msg??
Anche qs va aggiunto al misunderstang frutto dell’insegnanento della CC, vero travisamento, come scrive Galimberti.. e non solo lui
Gesù è definito vero Uomo e vero Dio.
Non c’è un aspetto che prevale più dell’altro, c’è identificazione.
Ma Gesù si definisce Lui stesso come Figlio dell’Uomo..forse come il suo risultato maturo?
E se quel vero Uomo è anche vero Dio, perché attraverso la Sua Via, di compassione e condivisione unificante, la sua stessa creazione, di cui è il Padre interiore, non può darLo alla Luce, cioè manifestarLo e renderLo sempre più visibile?
Può un Dio, che è Infinito, essere, per quanto grande ed immenso, un Essere pur sempre circoscritto?
Non sarà Dio forse in ogni cosa, che ne deve però prendere consapevolezza in sé, farlo nascere al mondo, come Gesù sicuramente aveva fatto, se ancora oggi, dopo 2000 anni, il Suo Messaggio connette a Verità Universali, che riguardano l’Essenza di ogni cosa?
La strada, secondo me, non è nell’opposizione degli aspetti, ma nel superamento degli stessi, per elevarci “oltre” ciò che separa.
Lungi da me cercare di parlare x ultimo..
Ma difendere ciò in cui credo fermamente è cosa diversa.
Nello specifico Immanuel Kant.
Imo azzoppò le famose prove dell’esistenza di Dio.
Tesi che io traduco cosí:
Se l’equazione è come una bilancia con = in mezzo, non puoi mettere su un piatto DIO e sull’altro antropomorfismi derivati da esp hic et nunc, quindi limitati!
Qs tesi mi aiuta mmolto a capire xchè Dio ha “usato” Gesú vero uomo x manifestarsi a noi ( tu sai che x me Dio non può essere aggettivato, quindi conosciuto con la gnoseologia terrena, ma solo a 1/2 di contemplazione spirituale..)
Tutto quadra, anche Gesú, che il Suo Nome sia innalzato su tutta la Terra!!
Pietro, io credo che Gesù fosse divino solo in quanto pienamente umano.
Non credo ad una separazione, a due realtà differenti, quella umana e quella divina, perché ciò mi sembra, paradossalmente, sminuire Dio, rendendolo una cosa, un ente a sé, per quanto immenso, comunque de-finito, separato, chiuso da un confine.
Credo ad un Dio che pervade ogni cosa, che ne deve dare piena trasparenza nella propria vita fisica, cosa che traspare in Gesù, cioè in Lui Dio si vede, è tangibile. Una cosa sola.
..della stessa Sostanza del Padre..ma solo Gesù? Secondo me no, se no Dio sarebbe non “oltre”, ma altro, un altro ente.. Divenire il Figlio pienamente realizzato, e quindi divino, è, secondo me, per carità, il destino di Tutto il Creato..
Sono contento, veramente contento di non essere stato buttato da Gil ‘fuori dal nido..😄
Ma siccome sono uno SEMPRE in cerca della Verita’, sia pur relativa, propongo qs fantasia, che poi è Realta’, spero, del post-mortem,
Saremo insieme. E giá questo è bellissimo!
La domanda clou a Gil ( vero colpo gobbo mio🌺) è se in quello stato spirituale ci confronteremo/guarderemo ai prossimi col criterio:
“stessa importanza” e “stessa autorità” “stessa intenzione ??
Saremo divisivi o inclusivi a Casa di Dio?
PS. a Gil :
La Teologia, che conosci meglio di me, è inclusiva o divisiva??
Ma è evidente che saremo insieme e che includeremo tutto e tutti. Ma questo non vuol dire che oggi non si possa distinguere, altrimenti qualsiasi parola che proviamo a dire sarebbe solo fuffa, perché tutto sarebbe uguale a tutto. Al momento non siamo nel regno, ma nella storia. E qui le singole prospettive soggettive non possono essere saltate. Perciò è legittimo che qui qualcuno dica Gesù non è come Dio e altri dicano invece che lo è. La questione è quale autorità possiamo riconoscere all’altro che dice cose diverse dalle nostre. Io credo e sento che lo Spirito Santo continua ad agire nella Chiesa nonostante tutto e perciò continuo a confrontarmi con ciò che la Chiesa dice. Per ora, grazie a Dio, mi ritrovo in ciò di essenziale che essa dice
Segue da troppo lungo( se nn si capisce xchè troppo stringato.. sapete xchè!)
Provo a fare sintesi:
– “stessa importanza” e “stessa autorità” “stessa intenzione” ignorano tutte le volte che mette prima Dio, e mi rifiuto di contare quante… vedi quasi tutti i ‘miracoli’..
A me basta Giovanni : siamo uniti come una cosa sola, ecc.
Quindi che Gesù viva in strettissimo rapporto con Dio.. OK ma questo non ci autorizza ad equipararlo.
Infine: davvero abbiamo bisogno di questo x CREDERE in Lui?
Probabilmente xchè non viviamo in com-unione con Gesù, ridotto ad un concetto teologico.
Tutto qui il mio pre-giudizio..
Io non ne ho bisogno, ma proprio perchè vivo in rapporto con lui sento che quella affermazione della Chiesa è vera. Probabilmente tu ne hai una percezione diversa e ci sta. A me nella bibbia fa figura la sua identificazione consapevole col Padre, a te fa figura al sua differenziazione, che pure resta possibile anche dentro il dogma trinitario.
Il msg di Borghi,
..” 25 che vanno verso la dichiarazione della medesima autorità, potenza e intenzione”
Caro Gil, avevo sorvolato su quel “percepire se stesso sullo stesso piano di importanza”.. ( basta questo???)
soffro nell’usare la Parola, xchè ritengo che ognuno la debba bere personalmente, senza citare ad litteram le 25 volte che.. Con qs sofferenza ho provato a campionare Mt e poi Mc ma mi sono arrestato davanti a Mc 10, 40 che a differenza di Mt ” NON STA A ME”. Dovrei contrapporre i tanti miracoli in cui ha bisogno dell’OK di Dio, ( li fanno anche i discepoli).. oppure Mt 18, 19 ( IL PADRE ve lo concederà)
QUI devo Tagliare xchè ‘troppo lungo”..
@Beretta
Il mio invito ad aprire ai cercatori che si ritengono ‘fuori dal recinto’ ha due risvolti:
– fare missione
– essere pratici, nel senso che modificare la CC dal didentro è mmolto difficile.
Lo chiamano ‘depositum fidei’ e include tutto. E si radica in molta Parola, tipo quella di oggi.
@Fenaroli
Le domande che poni:
Cosa cerchi? Perchè?
A partire da quale depositum tuo? Diventano di contorno, imo, se non si accetta, PRIMA, che ogni nostra veritá è sempre RELATIVA. Su qs base è possibile il dialogo, anche interreligioso.
Faccio due esempi
1) Maria Vergine
Mi si diece che nei secoli scorsi sulla interpretazione di qs ‘veritá’ si sono accapigliati tanti teologi, senza arrivare ad una Veritá condivisa. Nella mania di definire tutto, alimentata dall’arroganza del ‘teologo sapiente’, non si è arrivati a definizioni il cui fine vero era ‘escludere’??
2) se si definiscono MISTERI, possiamo farne oggetto di ricerca? TRINITÁ inclusa?
Con piacere prendo parte al confronto. Partiamo da Gesù: non come “buon uomo”, ma come Figlio di Dio. Cioè? Chi ha creduto in lui non ha trovato immagine migliore di quella della generazione per definire il rapporto che Gesù ha rivelato tra sé e il Padre. Il resto, è linguaggio rivedibile più o meno (nel 2025 sarà il 750° di Nicea, vedremo a che punto siamo sull’homousios). Comunque, per la Chiesa Gesù non può che essere Dio. Diversamente, crollerebbe l’immagine stessa di Dio che Gesù ci ha rivelato (e solo lui! Oggi sarà scontato dire Dio è amore crocifisso, ma prima di Gesù era semplicemente impensabile). 2. Su Maria & co. salto, la fede come senso della vita dipende da altro. 3. “mistero” non significa “inconoscibile” ma “progetto d’amore di Dio”. La Trinità vuole dire il volto di Dio dalla storia di Gesù. L’essere-comunione di Dio (e non un unico “entone”) vuol dire che in lui c’è posto per l’altro, per ognuno di noi (in Gesù).
Grazie ad Andreatta per la fatica della sintesi, Nel webinar mi è sembrato di cogliere un’attitudine prevalentemente pastorale, per rispondere alla domanda: che cosa offre la Chiesa a chi non crede ma ha ha una ricerca spirituale? Il mio punto di vista è diverso, e cioè: si può (e come) essere “cercatori” nella Chiesa? Due sono per me le aporie: 1) cercare vuol dire non avere soluzioni, essere aperti anche a rivolgimenti, accettare un compito mai finito 2) cercare vuol dire mettere da parte l’emotività, evitare il ricatto di una fiducia data a priori, saltando dubbi e difficoltà perché comunque alla fine “bisogna fidarsi”. La mia domanda è radicale: con queste premesse, è possibile essere cattolici e cercatori?
Sono grato a Gil che non teme il confronto e scrive:
“Gesù aveva consapevolezza della sua specialissima relazione con Dio tanto da percepire sè stesso sul suo stesso piano di importanza”
Eccepisco:
Sono tanti i momenti in cui si distingue da Lui. Veramente tanti. Credo basti quel
“Lui lo sa” & come sia il Padre ad operare..
Mi piace citare il mondo ortodosso che crede che noi diventiamo come Dio…
Mission impossible.. Ma davvero abbiamo bisogno di tanto!? Idem x Gesú : una volta stabilito il profondo legame, una volta capito che TUTTO quello che Gesú fa, anche oggi, è x conto di Lui.. abbiamo bisogno di accapigliarci su qualcosa che la stessa CC definisce ‘Mistero’?
Mi direte: sì ma poi la CC ci sentenzia su!!
Mali e debolezze del ruolo che si autoattribuisce..
Ma Uno solo è la Via, la VERITĀ e la Vita.
Idolatria=sostituirsi a Dio.
Caro Pietro, per te ha un senso appoggiare la tua affermazione della differenza tra Gesù e il padre a tre passi evangelici, a fronte dei quasi 25 che vanno verso la dichiarazione della medesima autorità, potenza e intenzione di amore di loro due? Se si vuole fare davvero teologia bisogna partire da una buona esegesi, il più possibile poco pregiudizale.
Aggiungo qui x oversize:
Chiudo chiedendo scusa e ponendo qs domanda ai tanti prof di religione ed impegnati ‘dentro’ :
Come vi sentite a leggere su Umberto, Emerson,me stesso e tanti altri che la figura di Gesú è stata TRAVISATA?
Aggiungo x chi conosce i Seminar Californiani: secondo voi le decine e decine di libri su Gesú da loro prodotti cosa cercavano!!?? E ci sono riusciti??
Apprezzo molto che ci siano letture del Gesù uomo, diverse a seconda della relazione che i vari scrittori possono avere con il suo messaggio e la sua vita. Anche all’interno di una sana teologia questa ricerca non è mai terminata, al di là di ciò si percepisce da fuori e da chi non è dentro alla teologia. E la ricerca ha un senso perché l’umanità di cristo, come quella di tutti, resta sempre un mistero non sondabile fino in fondo e chiunque si relazione con essa vi troverà contenuti sempre nuovi, perché generati da punti di vista sempre soggettivi. Quello che spesso non si ammette, o per ideologia o per pregiudizio, è che lo stesso Gesù aveva consapevolezza della sua specialissima relazione con Dio tanto da percepire sè stesso sul sui stesso piano di importanza. Dimenticare questo dato esegetico ormai consolidato non è fare un buon servizio alla persona stessa di Cristo.
Resto convinto che limitarsi ai cercatori ESTERNI alla CC aggiungerebbe chiarezza e metodo e frutto. Mi piace qui citare l’ultimo libro di Galimberti ( le parole di Gesú) non tanto xché avevo già scritto quelle cose nel mio libro, quanto x ribadire che se ci si vuole confrontare con qs ‘cercatori bisogna partire da qs punti fermi :
– rinunciare a condividere sia Religione sia Chiesa per mettere invece al centro la Realtà di Gesú
– rinunciare a Gesú vero Dio.
Basta e avanza se come terreno comune si parte da Vero Uomo eccezionale, sicuramente in contatto con Dio, if any…
– strappare via tutti gli orpelli e misunderstanding che ci impediscono di vedere la sua Luce, Madonna compresa.
– quindi NOI lavoarare ad un seio progetto di RICOSTRUZIONE della eccezionale figura di Cristo.