Viaggiare nel deserto

Un incontro casuale, un prete biblista, il coraggio di varcare una soglia e la vita cambia per sempre...
15 Marzo 2022

Camminavo assorta un pomeriggio di ottobre per via Zabarella e mi accorsi all’improvviso di un portone con su scritto: “Centro Universitario”. Ero a Padova per studiare e non avrei mai pensato che varcata quella porta sarebbe cambiata per sempre la mia vita.

Appena entrata nell’atrio, sulla bacheca, un’avviso invitava a partecipare quella sera al gruppo biblico. Non avevo mai fatto l’esperienza di un gruppo biblico e non ci fu cosa più sconvolgente di quella.

Lo guidava un anziano sacerdote che ci condusse negli anni alla scoperta della Bibbia. Entrammo così in un mondo diverso nel quale le parole erano appartenute ad un lontano passato. Chi le aveva scritte aveva sicuramente fatto un’esperienza con Dio che andava ben oltre le stesse parole. Aveva vissuto una relazione intima e ne era stato conquistato al punto da lasciare una traccia dopo di sè. Questa traccia era una lettera che Dio aveva consegnato alle generazioni future perchè custodissero quel tesoro per sempre.

Fummo allora consapevoli tutti di avere tra le mani qualcosa di molto prezioso. Mentre la Parola di Dio scendeva nei cuori un sentimento di gratitudine, per Dio che ce l’aveva donata, saliva in alto. Fu possibile così, dopo aver letto la Parola, pregarla e farla risuonare condividendo con gli altri del gruppo ciò che stava avvenendo dentro ciascuno di noi. Quello Spirito che aveva mosso la mano degli antichi scrittori adesso ci stava parlando in modo chiaro e comprensibile.

Di settimana in settimana, in ogni incontro, senza renderci conto avevamo preso il largo alla scoperta di cose nuove. A concludere quei momenti, consumavano poi un cena con quello che ciascuno aveva portato da casa. Eravamo tutti alla prima esperienza ma avevamo compreso l’importanza di ciò che ci stava accomunando.

Un anno fummo anche ospiti a Bose per conoscere quella comunità. Andammo per il triduo pasquale e tornammo con un desiderio forte di immergerci nella preghiera. C’era al Centro universitario una piccola cappella e là inginocchiati per terra su degli sgabelli, cominciò il nostro apprendistato della preghiera. I Salmi ci aiutarono in questo cammino. Chi ama prega e noi infatti ci sentimmo trasportati dentro la preghiera con una intensità mai provata prima. All’inizio bastavano pochi minuti a sentirci felici poi i minuti diventarono ore e le ore giorni. Molti di noi, come gli oranti del passato, furono afferrati da qualcosa di nuovo.

Scoprimmo il silenzio quello vero che ti lascia senza fiato tanto è denso di significati. E in quel silenzio facemmo l’esperienza di Dio, del Dio trascendente eppure così vicino all’uomo.

Dio è il Dio del silenzio, bisogna fargli spazio perché possa parlare. E risuonarono allora forti le parole del profeta Osea (Os 2,16) che indicavano una nuova via da percorrere: “Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”.

Seguimmo quella via ed ecco vedemmo fiorire il deserto. Nulla ci parve così bello come quei momenti insieme. Fummo cambiati tutti da quella esperienza e mi sembra di ricordare che proprio a Cana di Galilea l’acqua fu mutata in vino….

3 risposte a “Viaggiare nel deserto”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ci sono deserti e deserti, quello della Palestina e vivo, e fiorente, è pieno, pieno di un Dio che lo abita e lo ha abitato in carne ed ossa. Bella la news che nella Basilica del Santo Sepolcro, si sono avviati certi lavori di restauro e a iniziarli sono le Chiese insieme che la abitano; questa è come preghiera di pace. Come quella scritta da un vescovo italiano che il Santo Padre prega Dio le cui parole sono come carboni ardenti di verità,quella creata dalle guerra in atto tanto disumana ,ilpersistere in distruzioni come metodo di conquista a ribadire una sete arida come il potere idolo vuoto cieco e insensibile alla sofferenza che procura, che renderà irraggiungibile. la Pace. Come dimenticare Quella donna partoriente che abbiamo visto trasportare fuori dall’ospedale colpito, la quale grida il proprio strazio aver dato alla vita il figlio nato morto “e ora uccidetemi”, !!morta ella pure solo poco dopo. Icona di quello che la guerra e’.

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Ho vissuto qualcosa di simile.. ma non saprei comunicarlo bene come fai tu.
    Se me lo permetti vorrei aggiungere un ultimo gradino alla tua salita al Monte.
    Pregare=vivere CON Gesù -Dio ..
    Sempre..
    Sentire il suo sostegno.. aiuto.. sorriso..allegria..speranza..attesa.. spinta dal basso verso l’alto.. appunto sostegno..
    Ovunque
    Comunque
    Sempre…
    Questa è Vita Vera..
    Ah, dimenticavo ascolto.. si xchè lui ti parla!
    Ciao

    • Paola Buscicchio ha detto:

      È difficile sai comunicareba distanza di tempo un’esperienza che è rimasta impressa nei nostri ricordi.
      Il segreto se posso permettermi è di pregare prima così ciò che è importante sale in superficie e se ne coglie solo l’essenziale
      Spero di poter leggere presto una tua testimonianza. Paola

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