Agli inizi del Cristianesimo, i membri della Chiesa venivano chiamati anche “i santi”. Il cristiano, infatti, è già santo, perché il Battesimo lo unisce a Gesù e al suo mistero pasquale, ma deve al tempo stesso diventarlo, conformandosi a Lui sempre più intimamente. “Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Eb 12,1s).
“A volte si pensa che la santità sia una condizione di privilegio riservata a pochi eletti. In realtà, diventare santo è il compito di ogni cristiano, anzi, potremmo dire, di ogni uomo! Scrive San Paolo che Dio da sempre ci ha benedetti e ci ha scelti in Cristo ‹‹per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità›› (Ef 1,3-4). Tutti gli esseri umani sono pertanto chiamati alla santità che, in ultima analisi, consiste nel vivere da figli di Dio, in quella ‹‹somiglianza›› con Lui secondo la quale sono stati creati” (Benedetto XVI).
“I santi – sottolinea Papa Francesco – non sono nati perfetti, sono come noi, come ognuno di noi, persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze.
Tutti siamo chiamati a camminare sulla via della santità e questa via ha un nome e un volto, quello di Gesù. Lui nel Vangelo ci mostra la strada: quella delle beatitudini. Il Regno dei cieli, infatti, è per quanti non pongono la loro sicurezza nelle cose, ma nell’amore di Dio; per quanti hanno un cuore semplice, umile; non presumono di essere giusti e non giudicano gli altri; per quanti sanno soffrire con chi soffre e gioire con chi gioisce; per quanti sono misericordiosi e cercano di essere artefici di riconciliazione e di pace”.
La santità, la pienezza della vita cristiana, non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua.
La santità cristiana non è altro che la carità pienamente vissuta. «Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1Gv 4,16). Ora, Dio ha largamente effuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato dato (cfr Rm 5,5); perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di Lui.
Ma come fare? Essenziale è non lasciare mai una domenica senza l’incontro con il Cristo Risorto nell’Eucaristia, da cui scaturisce luce e forza per tutta la settimana. Non cominciare e non finire mai un giorno senza almeno un breve contatto con Dio.
E, nella strada della nostra vita, guardare agli “indicatori stradali” che Dio pone sul nostro cammino, a tutti quei santi, canonizzati e non, che ci sono di esempio e di stimolo a percorrere anche noi la via della santità che è la misura stessa della vita cristiana.
Apriamoci all’azione dello Spirito Santo che può trasformare la nostra vita, per essere anche noi come tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo risplenda nella pienezza del suo fulgore.