Tenere acceso il fuoco dell’umanità

Sono rimasto impressionato dello sguardo verso i fedeli del sacerdote della sua piccola parrocchia: poco più di una decina di persone.
27 Ottobre 2022

Sabato scorso sono stato alla messa nella Парафія Трьох Святителів м. Фаенци – Parrocchia Ucraina a Faenza. Mi sentivo di farlo dopo tanto tempo perché l’amicizia va rinnovata con la presenza e la solidarietà, va perseguita instancabilmente sempre.

Sono rimasto impressionato dello sguardo verso i fedeli del sacerdote della sua piccola parrocchia: poco più di una decina di persone. E mentre noi ci lamentiamo della scarsa presenza alle nostre liturgie, qui mi sembra di trovare la Chiesa delle origini, in cui ci si guarda negli occhi per dirci: come stai?

Quando il sacerdote mi è venuto incontro alla fine per salutarmi, l’unica cosa che sono riuscito a dire – mentre lui mi profondeva la sua preoccupazione per il prossimo inverno, a cui loro si stanno già preparando, per inviare materiali in Ucraina – è stato: “Grazie dell’ospitalità!”. Andando poi, subito, con il pensiero agli amici del Movimento Nonviolento e di “Un Ponte Per” che sono a Kiev per la Carovana #stopthewarnow.

Un movimento nato per costruire dal basso un’alternativa alla guerra di aggressione all’Ucraina, per soccorrere le vittime, per contribuire alla pacificazione nella regione con mezzi pacifici, come la diplomazia popolare, e mettere le basi per il negoziato tra le parti. Non so se e quanto ciò potrà ottenere risultati sul piano generale della guerra, ma di sicuro mantiene viva, in chi vi prende parte e negli Ucraini, il senso dell’umanità solidale, la percezione che siamo tutti nella stessa barca e che nessuno si salva da solo.

Pur in mezzo ai drammi umani, alle violenze indescrivibili, alle morti volute come vendetta, la solidarietà non muore. Sarà poco, ma permette di continuare a credere che, alla fine, il male non vincerà.

 

4 risposte a “Tenere acceso il fuoco dell’umanità”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Pope Frances -Kindom of Bahrain – 3-6 November 2022… astonished di più quasi commossa dalla meravigliosa accoglienza riservata al nostro Pontefice Papa Francesco, un benvenuto veramente regale, tutto in bellezza, raffinatezza, musica, canti, petali di fiori sparsi sui suoi passi, munificenza con il drappello di cavalieri a seguirlo e lo schieramento in sua attesa delle Autorità Reali. Si direbbe un canto, un inno alla gioia riservato a un Messaggero di Pace, quasi che lo Spirito Santo abbia voluto dare manifestazione di Sua presenza,considerazione in cielo per la sua Chiesa. Così come compiuto da Dio in tempi antichi riservato ai suoi eletti. questo segno in bellezza, mentre in Europa regna un grigiore di morte,una guerra falcidia vite umane, 1000 in un g.!Un Grazie a Dio e a Papa Francesco per essersi incamminato per nuova via,oltre ogni supposta aspettativa; anche a Monarca del Bahrain perché tutto è stato fatto a questo fine.,insieme per la via alla Pace

  2. Francesca Vittoria Vicentini ha detto:

    Ma una volta che la solidarietà è stata resa concreta, è molto importante passare a che cosa si attendono e sperano gl ucraini ospiti temporanei, dal momento che come si rende noto, aspirano a una pace, anche per forse voler tornare nella loro patria alla loro casa. E’ da conoscere ciò che loro stessi si aspettano possa avvenire, importante indicazione da far giungere ai governanti. E se tutti coloro che sono espatriati a voler salvare la vita decidessero in una univoca voce voler sospendere il conflitto, sarebbe molto importante aiutare la diplomazia dei rappresentanti a tener conto delle condizioni accettabili per realizzare questo aspirare a una pace. Questa potrebbe esigere tempi lunghi ma se vissuti non più in forma armata, forse sarebbe già un pilastro di ricostruzione dove tanti paesi amici sarebbero lieti perché il bene sarebbe comune. Dare ali alla speranza come da questa foto, perché no?

    • Giorgio gatta ha detto:

      Grazie Francesca Vittoria e Pietro dei vostri contributi!

      Trovo che ci sia una grande trepidazione e sofferenza negli ucraini espatriati che sono in contatto costante con i loro famigliari in Ucraina.

      Sono pronti al peggio perché con l’avvicinarsi dell’inverno mi hanno detto che si stanno organizzando per inviare coperte e vestiti pesanti.

      È la guerra che ha dei tempi lunghi non i percorsi di pace che la diplomazia potrebbe intraprendere.
      Con la guerra si sa quando inizia ma non si sa quando finisce!
      Per non parlare dell’odio che si è seminato e si continua a seminare a piene mani fra il popolo ucraino e quello russo: ci vorranno decenni e forse più per attendersi una riconciliazione effettiva!

  3. Pietro Buttiglione ha detto:

    Convegno diocesano sinodale.Al mio tavolo, uno di 15, si siede Mons. Mario Vaccari, il mio Vescovo. Vi passo tre segni.
    1) il suo abito..ma si sa.. è francescano…
    2) ascolto. Ascolto, ascolto..+ che parlare..
    3) quando tu parli il suo sguardo è dentro i tuoi occhi..

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