Sono le persone che fanno la Chiesa

Ricordo di don Giovanni Pavin, che credeva nella gallina domani (laici preparati) più che nell'uovo oggi (la Messa alla domenica)
23 Gennaio 2021

«Sono cosciente del rischio della commemorazione e della sua comodità: non si tratta di ritrovare Giovanni Pavin nella nostalgia dei ricordi, ma di continuare a sentirlo come una presenza viva e vivificante» (Cfr. Michele Do, “Amare la chiesa”, Qiqajon 2008, p.31).
Non eri tu la luce, Giovanni (1), ma hai lavorato per far risplendere la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Pienamente cosciente che non sia sufficiente “andare a Messa” per essere cristiani, hai suscitato in me la passione per la Parola e l’amore per la Chiesa.
Prima di incontrarti, la mia fede in Gesù era piuttosto circoscritta alla mia sfera personale: non sono cresciuto in parrocchia, infatti ci siamo conosciuti al Santuario della Madonnalta e alla due giorni ecumenica a Garbaoli (Roccaverano).

L’uovo e la gallina
Quando le forze fisiche ti hanno abbandonato, mi hai “incaricato” di celebrare la liturgia della Parola alla domenica mattina alla Madonnalta. Ti ringrazio per esserti fidato di me, un laico quasi laureato in teologia: è stata un’esperienza positiva, interrotta bruscamente dopo un mese. Quando ti ho dato la notizia, avevo il groppo in gola, e anche tu ti sei rattristato non poco.
«Non ha senso puntare sui preti quando di preti ce n’è sempre meno e sempre più anziani»: parole tue, in uno dei nostri ultimi incontri. Purtroppo, molte chiese locali si ostinano a voler l’uovo oggi (la Messa alla domenica e una prassi sacramentaria in genere scollata dal vissuto delle persone) piuttosto che rischiare di avere la gallina domani (laici preparati per la cura pastorale delle comunità più piccole).
Vent’anni fa scrivevi: «è difficile stare attenti e concepire la Chiesa come qualcosa ancora da costruire, spesso si pensa alla Chiesa come qualcosa da difendere; è vero che esiste già, ma si deve costruire continuamente, come un bambino».

Ora tocca a noi
Credo che la pandemia, nonostante tutto, sia un’occasione d’oro per fermarci a riflettere su come ricostruire la Chiesa, a cominciare dalla tua ultima parrocchia, san Maurizio a Terzo. Sia benedetto il giorno in cui, quando qualcuno sentirà la parola “chiesa”, non penserà (solamente) a edifici semi-vuoti o a preti, ma a persone che ha incontrato, e che hanno lasciato una manciata di sale e di speranza nella sua vita. Anche se poi quella persona non partecipa alle liturgie con regolarità o si definisce agnostica. Dio agisce attraverso di noi, non al posto nostro: ci ha chiesto di accogliere suo figlio Gesù nei piccoli (migranti, disoccupati, malati, emarginati, eccetera), aprendo loro il nostro salotto di casa, cercando di coltivare un clima fraterno, perdonandoci reciprocamente.
Questa è la chiesa: ascoltare insieme la Parola, celebrare l’Eucaristia, per poi divenire “eucaristici” nelle relazioni che ci è data la grazia di vivere. Non ha molto senso “andare in chiesa”, se nel resto del tempo non si “è chiesa”. Da decenni sta tramontando un modello di chiesa, non sta finendo la Chiesa: perché è Cristo che la porta avanti!
Per queste ragioni, ho vissuto il tuo funerale, Giovanni, come un gioioso passaggio del testimone: «Io sono in ferie, ora tocca a voi» (tua battuta del 22/11/2020). Hai proprio ragione: ora tocca a noi. Cominciando a fare le cose necessarie, poi le cose possibili. E chissà, che d’improvviso, non ci sorprenderemo a fare quelle cose che credevamo impossibili!

(1) Don Giovanni Pavin, classe 1938, dopo aver trascorso i primi 9 anni di ministero a Caracas, è stato (tra i vari incarichi) per quasi mezzo secolo assistente dell’AC nella diocesi di Acqui Terme. Dal 2000 sino alla morte, avvenuta il 14 dicembre 2020, è stato parroco di San Maurizio, a Terzo (a 3 km da Acqui). Inoltre, celebrava Messa la domenica mattina e nelle solennità presso il santuario della Madonnalta, alla periferia di Acqui.

3 risposte a “Sono le persone che fanno la Chiesa”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    “Tu sei Pietro, e su questa pietra erigerò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa…Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli età. “”La Chiesa, dunque viene investita di grande potere il quale ha da rendere conto a Dio del suo operare sempre, “pascere le sue pecore. ” salvarne il più possibile. ” Le forze del male non prevarranno…””questa affermazione instilla fiducia, che vi è futuro per i mortali. Sono affermazioni di Gesù Cristo, Figlio di Dio, parola certa contro ogni dubbio. Grande dunque la missione del Clero, e per Il “gregge” la certezza che non saranno le forze del male a prevalere, perché Cristo è venuto ed è rimasto presente fino a quando il Padre lo vorrà. Certo, oggi sembra si stia scivolando per una china che porta verso il basso, ma se “Lampada dei miei passi e la tua Parola, Luce sul mio cammino”nell’amore terremo viva la speranza di fare il mondo migliore

  2. Aldo Di Canio ha detto:

    Poveri questi profeti!!! Poveri illusi quelli che pensano che la pandemia avrebbe convertito la chiesa!!! L’importante è il culto, il culto, il culto, le messe, le messe, le messe. I preti vogliono binate, trinare e “quattrinare”. Povera chiesa!!!

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Manca il come fu accolto dalla ‘Chiesa’.
    Di qs “Persone” ce ne sono sempre di più ma sono poco note specie fuori!
    Ad es.qui dove mi sono ormai trasferito don Cesare si spende tutto da anni x emarginati e immigrati, so che per il Covid di don Marino hanno trepidato tanti in Avenza, e mi fermo qui per non far torto ai tanti altri… che compensano un don € ed il Vescovo ( che si è appena dimesso 🙃 ) ma anche i laici marginali..
    ET alimentare sempre la speranza e la comprensione ma anche ET correggere e indicare tutto ciò che stride con Nostro Signore.

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