“Per una Chiesa ospitale, che non esclude nessuno”

Il 20 settembre 2022 è stato pubblicato un documento dei vescovi fiamminghi sulla pastorale di vicinanza alle persone omosessuali...
23 Settembre 2022

“Da anni la comunità di fede cattolica del nostro Paese, in tutte le sue componenti, lavora con altri attori sociali per creare un clima di rispetto, riconoscimento e integrazione. Inoltre, molti di loro sono impegnati in un’associazione ecclesiastica o in un’istituzione cristiana. I vescovi incoraggiano i loro collaboratori a continuare su questa strada. Si sentono sostenuti in questo dall’esortazione apostolica ‘Amoris Laetitia’, che papa Francesco ha scritto dopo il Sinodo dei Vescovi del 2015.

Distinguere, orientare e integrare: queste restano le parole chiave più importanti. Con queste parole, come Vescovi del nostro Paese, abbiamo pubblicato un comunicato il 17 marzo 2021 sulla relazione pastorale con le persone e le coppie omosessuali. In ‘Amoris laetitia’, Papa Francesco afferma espressamente che ogni essere umano, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, deve essere rispettato nella sua dignità e trattato con rispetto (AL 250). Vogliamo continuare su questa strada dando a questa pastorale un carattere più strutturale.

Pastorale e orientamento

L’attenzione pastorale della comunità ecclesiale riguarda in primo luogo le stesse persone omosessuali. Vogliamo stargli vicino in un modo, a volte complesso, che riconosca, accetti e viva positivamwnte il loro orientamento. Alcuni rimangono celibi: meritano il nostro apprezzamento e supporto. Altri preferiscono vivere in coppia, in un legame duraturo e fedele con un partner: meritano anch’essi il nostro apprezzamento e supporto. Perché anche questa relazione, pur non essendo un matrimonio religioso, può essere fonte di pace e di felicità condivisa.

Le loro famiglie e i loro parenti meritano ugualmente questa attenzione e accompagnamento pastorale. Un atteggiamento di comprensione e apprezzamento è molto importante. Papa Francesco chiede espressamente a queste famiglie di avere un orientamento pastorale rispettoso, affinché i loro membri omosessuali possano godere del sostegno necessario per comprendere e compiere pienamente la volontà di Dio nella loro vita (AL 250).

La nostra attenzione deve andare anche alla società e alla comunità ecclesiale. Nonostante un crescente riconoscimento sociale del prossimo omosessuale, molti si pongono ancora delle domande. Allo stesso tempo, la violenza omofobica può rialzare la testa. Una migliore comprensione può promuovere una migliore integrazione.

Ancoraggio strutturale

I vescovi fiamminghi vogliono ancorare in modo strutturale il loro impegno pastorale alle persone e alle coppie omosessuali. L’équipe del Servizio Interdiocesano per la Pastorale Familiare (IDGP) avrà un collaboratore aggiuntivo che se ne preooccuperà… Inoltre, ciascuna diocesi nominerà qualcuno che presti la stessa attenzione pastorale nell’ambito della pastorale familiare diocesana. Sarà lui o lei il punto di contatto per quella diocesi. Il coordinatore interdiocesano (…) lavorerà con loro e fornirà loro le attrezzature e la guida necessaria.

Pastorale dell’incontro

In questa pastorale il focus è principalmente sull’incontro e la conversazione. I credenti che vivono in una relazione omosessuale stabile desiderano rispetto e apprezzamento anche all’interno della comunità di fede. Fa male quando sentono di non appartenere o di essere esclusi. Vogliono essere ascoltati e riconosciuti.

Questo approccio pastorale tratterà della loro storia (dall’incertezza alla crescente chiarezza e accettazione), delle loro domande sulle posizioni ecclesiastiche, della loro gioia di conoscere un partner fisso, della loro scelta per un rapporto esclusivo e duraturo, del loro prendersi cura responsabilmente gli uni degli altri, del loro desiderio di essere al servizio della Chiesa e della società.

In questo approccio pastorale c’è spazio per il discernimento spirituale, per la crescita interiore e per decisioni coscienziose. Papa Francesco chiede di valorizzare e sostenere il giudizio cosciente delle persone, anche in situazioni di vita che non realizzano pienamente l’ideale oggettivo del matrimonio: la coscienza può riconoscere in modo serio e onesto quella che oggi è la risposta generosa che si può dare a Dio e vede con una certa certezza che questa risposta è il dono di sé che Dio esige in mezzo alla complessità dei limiti concreti, anche se non si è raggiunto il pieno ideale oggettivo (AL 303).

L’incontro con un consigliere pastorale è un legame importante per l’integrazione delle persone o delle coppie omosessuali nella comunità religiosa. Su questa integrazione scrive papa Francesco che “si tratta di integrare tutti, aiutandoli a trovare il proprio modo di essere parte della comunità ecclesiale, perché siano toccati personalmente dalla misericordia ‘immeritata, incondizionata e gratuita’. Nessuno dovrebbe essere condannato per sempre, perché quella non è la via del Vangelo! Non mi rivolgo solo ai divorziati e alle persone con nuove relazioni, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino” (AL 297).

Preghiera per l’amore e la fedeltà

Durante gli incontri pastorali viene spesso domandato un momento di preghiera per chiedere a Dio che benedica e perpetui questo impegno di amore e di fedeltà.

È meglio che le persone coinvolte discutano quale contenuto e forma può assumere questa preghiera con un responsabile pastorale. Tale momento di preghiera può avvenire in tutta semplicità, ma deve rimanere chiara la differenza con ciò che la Chiesa intende per matrimonio sacramentale.

Questo momento di preghiera può, ad esempio, procedere come segue:

  •  Parola di apertura
  • Preghiera di apertura
  • Lettura della Scrittura
  • Impegno di entrambe le parti coinvolte davanti a Dio

Per esempio:

Dio dell’amore e della fedeltà, oggi siamo davanti a te circondati da familiari e amici.
Vi ringraziamo per averci permesso di ritrovarci.
Vogliamo esserci l’uno per l’altro
in ogni circostanza della vita.
Con la presente esprimiamo con fiducia
che vogliamo lavorare sulla reciproca felicità, giorno dopo giorno.
Preghiamo: dacci la forza di essere fedeli gli uni agli altri e di approfondire il nostro impegno.
Confidiamo nella tua vicinanza, vogliamo vivere della tua Parola, donataci l’un l’altro per sempre.

  • Preghiera comunitaria. La comunità prega affinché la grazia di Dio operi in loro per prendersi cura gli uni degli altri e della comunità più ampia in cui vivono.

Per esempio:

Dio e Padre,
oggi circondiamo N. e N. con le nostre preghiere.
Conosci i loro cuori e il percorso che intraprenderanno insieme d’ora in poi.
Rendi forte e fedele il loro impegno reciproco. Lascia che le loro case siano piene di comprensione, tolleranza e cura.
E che ci sia spazio per la riconciliazione e la pace.
Lascia che l’amore che condividono porti loro gioia e li serva nella nostra comunità.
Dacci la forza di camminare con loro, insieme sulle orme di tuo Figlio e fortificati dal tuo Spirito.

  • Intercessione o Padre Nostro
  • Preghiera di chiusura
  • Benedizione

 

3 risposte a ““Per una Chiesa ospitale, che non esclude nessuno””

  1. Antonio ha detto:

    C’è poco da dire.
    Sul tavolo non c’è in gioco una speciosità morale od una strategia pastorale, ma una questione antropologica radicale.
    Quello che i cristiani hanno sempre creduto e testimoniato, fondandosi sulla Parola di Dio, è questo: la differenza e reciprocità tra uomo e donna, che si amano totalmente e fedelmente e nell’intimità perpetuano la vita, appartiene al progetto originario di Dio, per quanto segnato dagli effetti del peccato. L’omosessualità in quanto tale invece è un frutto avvelenato del Peccato originale.
    Creare benedizioni “simil matrimonio” come hanno fatto i Vescovi Fiamminghi genera confusione nel popolo di Dio… e questo non è compito del Vescovo, che non annuncia le sue opinioni o le idee alla moda, ma è il messo di “Qualcun Altro” e deve confortare la fede del Popolo Santo di Dio

  2. Claudio Menghini ha detto:

    In realtà questa Chiesa “ospitale con tutti” qualcuno lo esclude eccome: Cristo. L’ha ben detto il cardinale Muller: «I vescovi fiamminghi, quindi, avvicinando le unioni omosessuali al matrimonio tra uomo e donna istituito da Dio, oscurano gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa. Si allontanano dal rinnovamento dell’uomo attraverso Cristo, nostro Salvatore… ingannano le persone affidate alle loro cure pastorali che sono affette da inclinazioni omoerotiche, così come i loro genitori e conoscenti. Per tranquillizzare le loro coscienze, offrono loro una presunta “preghiera di benedizione” per le unioni omosessuali, come una sorta di placebo, che risveglia in loro l’illusione che gli atti omosessuali o i contatti sessuali al di fuori del matrimonio siano leciti davanti a Dio e non un grave peccato.»

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Cardinale Muller:
    Il magistero del Papa, dei concili ecumenici o delle assemblee episcopali regionali «non è al di sopra della parola di Dio, ma la serve, insegnando solo ciò che le è stato affidato, per mandato divino e con l’assistenza dello Spirito Santo lo ascolta, lo custodisce misericordiosamente e lo espone fedelmente, e da questo unico deposito di fede trae tutto ciò che propone come verità rivelata da Dio per essere creduta» ( Dei verbum 10; cfr Lumen gentium 25). Pertanto, la dichiarazione dell’episcopato fiammingo e simili sforzi in altre parti del mondo sono una formale trasgressione della competenza rispetto alla Chiesa universale e un’opposizione eretica alla verità rivelata della specifica benedizione (buon piacere) del Creatore su il matrimonio di un uomo e una donna ( Gn 1, 28).

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