La religione di Vasco

In seguito a un suo interessante commento, abbiamo chiesto a Sergio Ciminago di raccontarci un’esperienza di catechesi con i giovani sperimentata in parrocchia…
9 Dicembre 2020

Già dal 2016 avevo l’intenzione di leggere con i ragazzi i testi di alcune canzoni contemporanee che parlano, in qualsiasi modo, di fede, di Dio, della Chiesa. Poi nell’estate del 2017 l’ispirazione si è concretizzata dopo un articolo letto su Famiglia Cristiana, a proposito del discorso su Dio nei testi di Vasco Rossi; così io e mia moglie abbiamo sviluppato un percorso di 6 canzoni di Vasco, che abbiamo ascoltato e commentato insieme a un gruppo di 25 giovani, anche in modo molto acceso, ma sicuramente stimolante. L’esperienza di catechesi è stata vissuta con i giovani delle Superiori presso la Parrocchia Salesiana di Milano, nel periodo autunno-inverno 2017/18 sul tema: LA FEDE DEL CRISTIANO SI INCONTRA-SCONTRA CON LE CANZONI DI VASCO ROSSI.

Siamo partiti da alcune frasi significativa delle canzoni PORTATEMI DIO, MANIFESTO FUTURISTA DELLA NUOVA UMANITA’, SE TI POTESSI DIRE, GLI ANGELI, C’E’ CHI DICE NO e UN SENSO. E le parole delle canzoni hanno sollecitato i seguenti temi:

a) la presenza di Dio nella storia, il suo “peso” (KaBoD) nella vita dell’uomo che comunque è libero di accogliere il suo progetto o rifiutarlo, assumendosene la responsabilità;

b) le domande fondamentali dell’uomo, i suoi “perché” gridati al cielo, come fece Giobbe;

c) una vita vissuta nella ricerca incessante di uno “slancio vitale” poco bergsoniano, ma molto edonista, senza porsi dei fini, soltanto il piacere, senza il desiderio di diventare sé stessi, ma solo quello di “vivere al massimo” tutto ciò che la vita offre. È questa un’esistenza degna di essere vissuta? Che rispetta la dignità dell’uomo?

d) L’“angelo” è il messaggero di Dio, Colui che comunica all’uomo che esiste una Bella Notizia nella sua vita; ma se l’uomo pensa che non ci sia alcuna Bella Notizia, allora vivrà come capita, giorno dopo giorno, senza chiedersi se esista un progetto d’amore sulla sua vita…

e) La speranza cristiana di un futuro assoluto nel quale la nostra vita esploderà in tutte le sue potenzialità di bellezza e di felicità (SHaLoM in senso pieno) è credibile? O tutto nasce per caso e termina nel nulla?

f) Davvero questa vita non ha un senso? Una direzione? Un significato? È vero, come diceva Sartre, che “L’altro è l’inferno”? cioè che siamo esseri scollegati tra noi, isole nel mare burrascoso dell’esistenza? Oppure c’è un Progetto che ci unifica, che ci fa guardare l’altro come profondamente connesso a noi? Che l’universo stesso insieme con ciascuno di noi, è “ricapitolato” In Cristo e per mezzo di Lui a Dio Padre mediante lo Spirito Santo?

Gli incontri dovevano durare circa un’ora e mezza (21-22.30). Nessuno è finito prima di mezzanotte (con telefonate preoccupate dei genitori…): i temi, le domande, le prospettive hanno certamente calamitato l’attenzione e animato la discussione.

Cosa è emerso? Prima di tutto la sete dei ragazzi di confrontarsi su temi e idee non banali, ma che coinvolgono la vita; se adeguatamente stimolati, sanno rispondere, anzi lo desiderano. Poi una certa sfiducia nella Chiesa, ovviamente percepita come istituzione sociopolitica, non in grado di essere maestra di vita.

Gli argomenti che non avrebbero mai finito di discutere ruotavano intorno alla libertà come fulcro della propria realizzazione al di sopra di qualsiasi regola, alle domande di fondo della vita (qual è la nostra origine e il nostro fine? Ha senso un’etica senza Dio?) e –ciò che non avrei mai immaginato- ai temi escatologici (esiste un Giudizio? Perché? Come sarà? Esiste un inferno se Dio è amore? Possiamo sperare?).

Qualche giorno dopo ebbi una conferma della bontà dell’iniziativa. Mi telefona il padre di un ragazzo e mi dice: «ieri sera per la prima volta nostro figlio, che stava guardando la TV ci chiama e ci chiede: “Che ne pensate?”. “Di cosa?” – chiedo io. “Di questa canzone”. Stavano trasmettendo un concerto di Vasco e la canzone era: “Un Senso”. Siamo rimasti stupiti e anche un po’ imbarazzati, perché non conoscevamo le parole. Ma mio figlio non ha mollato e dopo avercele fatte ascoltare, ci ha raccontato degli incontri in Oratorio. Per noi si è aperta una porta di dialogo su temi che mai avevamo affrontato insieme».

A dire il vero vi è stato anche un risvolto un poco più ‘acceso’, ma chiarificatore, con alcuni genitori che hanno richiesto un incontro perché: “Come si fa a fare catechesi con le canzoni? E soprattutto di Vasco Rossi che è dichiaratamente ateo?”.

È stata l’occasione per chiarire alcuni punti di forza di questa esperienza.

Vasco canta autenticamente l’uomo, individuando perfettamente la sua condizione attuale, la confusione antropologica e morale nella quale vive, la convinzione che “non esiste niente, solo del fumo” (“Habel  habalim”- Qo 1,2). Ma l’uomo non riesce a placare la domanda di senso: “Chissà perché”, dice Vasco, c’è qualcuno che crede in un aldilà?. L’uomo si ribella a questo apparente “nulla” che permea tutte le cose e che il nichilismo del pensiero dominante individua come il destino dell’uomo e del mondo.

Vasco, che si dichiara ateo, è uno degli artisti che più spesso parlano di Dio, lo interroga, lo maltratta anche, ma perché ha sete di risposte. Le sue canzoni manifestano un desiderio di infinito che si ribella ad un mondo corrotto e chiuso nei suoi angusti confini. “Voglio trovare un senso” è il desiderio dell’uomo che vive la fatica di credere, comprende la propria fragilità ma, in fondo al cuore, ha la speranza che tutto possa cambiare – a tal punto che Vasco Rossi ha voluto il battesimo per suo figlio Luca e ha accettato che gli venisse offerta un’educazione cattolica.

6 risposte a “La religione di Vasco”

  1. Luisa Anna Colombo ha detto:

    La fame di senso della vita appartiene a tutte le età. La ritrovo ogni volta che incontro i bambini del mio gruppo di iniziazione cristiana a catechismo, carichi di domande talmente profonde su Dio e sui perché della esistenza, che a volte, mentre stanno infilandosi la giacca per tornare a casa, continuano fino all’ultimo a parlare e a chiedere soprattutto delle ” cose ultime” aspettando risposte che spesso rimando ” alla prossima volta, che intanto mi informo…” in un rapporto educativo reciproco di scoperta e di Bellezza continue. È lo Spirito Santo che fa il resto , suggerendo modalità creative che generino interesse e curiosità, perché la modalità è importante quanto il messaggio! Ben venga , allora Vasco Rossi e le sue canzoni !

  2. Gian Piero Del Bono ha detto:

    La ricerca di un “senso della vita” , e il senso di un “ vuoto” da colmare , e inquietudine della giovinezza l’ aveva anche il giovane Agostino, prima della conversione, e il giovane Benedetto , e il giovane Francesco d’ Assisi , e il giovane Ignazio di Loyola e il giovane CHarles de Foucault, …….. solo che , diventati adulti non si sono accontentati di fare gli eterni adolescenti tormentati dai dubbi .
    Perche’ ogni tanto non parlare ai giovani di questi santi, che infine hanno trovato un “ senso” alla loro vita , e che sono diventati “ padri” dopo essere stati figli, a volte prodighi?

  3. Giuseppe Risi ha detto:

    Esperienza interessante. Anche quando ero un ragazzo io 40 anni fa ho vissuto esperienze analoghe, proprio sulle canzoni di Vasco Rossi (ricordo Vita spericolata).
    Comunque, ritengo che il passaggio più difficile non sia quello del riconoscere l’esistenza di Dio, o di un dio, ma quello di accettare (e/o sperimentare) che il Dio che esiste è quello che si è rivelato nella Bibbia e nel suo figlio Gesù, che ha istituito la Chiesa, attraverso la quale (anche se non esclusivamente>) continua ad operare nella storia; Chiesa che nei suoi 2000 anni di storia ha costruito tutto un corpus di norme, teologia, morale, strutture e organizzazioni.
    Questo passaggio da un dio al Dio di Gesù testimoniato dalla Chiesa Cattolica non è nè automatico nè scontato.

  4. claudio bottazzi ha detto:

    Ma dove siamo arrivati!!!! A mio avviso non è una questione di fantasia, forse manca qualche cosa: alla gente semplicemente non interessa, non trovano interesse nel catechismo, in questo caso.
    Io trovo che ormai è una società anticristiana, dove manca il messaggio dalle famiglie che spesso non esistono, dalla scuola ecc…..

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    ..uomini come il Taddeo della Parabola, che mosso dalla “forza del desiderio” si arrampica su un albero a vederlo passare. Ma Dio, il Maestro apprezza, sente questo è si invita a casa sua. L’esempio di un Vasco Rossi, ci dice quanto Dio si faccia vicino anche oggi a un Vasco Rossi che nel suo mestiere canta la vita da uomo stimolato a cercare ciò che più vale, e fa piu di un Taddeo, porta al Maestro ciò che. Ho ascoltato il Card.Cantalamessa, e anche il commento del sacerdote del “sabato” al Vangelo, mi sembra che la Chiesa non dorma ma abbia colto essa stessa, questa esigenza a dare risposte a un mondo invecchiato che rischia di non sapere, conoscere il valore da dare alla propria vita e metterlo al sicuro, in mani aperte “consolatrici, misericordiose, amorevoli, tutti i campanili dovrebbero suonare la stessa musica.Alle note necessità la Parola”ilGloria a Dio”. Qui si è fatto è riuscito!

  6. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Molto interessante, stimolante voler scoprire di parlare e desiderare interrogarsi su Dio, partendo da un non credere. Forse il Clero di oggi ha pure questo impatto e pensa ed è preparato a rispondere a dei fedeli che siano già conoscenti della Parola. Ssembra emergere da questo esperimento, che il parlare di Dio con uno che si dichiara ateo ma si interroga e si sente attratto ad avere certe risposte circa il valore all’esistenza,e per questo l’ inconsapevole desiderio di avere risposta, comporterebbe un approccio diverso nel nel rispondere a “Chi è Dio?” Da parte del Clero? Ai bambini bastano le formule perché il bambino crede al l’insegnante e ripete e manda a memoria, ma all’ adulto la Parola si inserisce in una più profonda esigenza, maturata Dal conoscere il mondo quale è e si vive, e dal quale si riceve una sua istruzione,quella di un senza Dio. Però c’è ci sono quelli che come il Taddeo

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