Il sinodo delle Chiese della Romagna – 1

Una rilettura organica delle sintesi sinodali prodotte dalle sette diocesi della Romagna
20 Ottobre 2022

L’Istituto superiore di scienze religiose in cui insegno (Sant’Apollinare – Forlì), mi ha chiesto già a Luglio, assieme ad un altro amico docente, di tentare una rilettura organica delle sintesi sinodali prodotte dalle sette diocesi della Romagna. Assieme al collega, ci siamo divisi i compiti e a me è toccato analizzare le metodologie utilizzate per la realizzazione del primo anno del cammino sinodale e provare a offrire un quadro di sintesi dello stato di salute delle nostre chiese locali. Qui riporto qualche riflessione, a partire da quello che ho trovato.

La media nazionale di coloro che frequentano la messa domenicale è del 9,1% (post pandemia). Diciamo che la Romagna è una terra che, storicamente, vede pochi praticanti, perciò possiamo scendere a un 7% circa. I numeri di persone raggiunte dall’ascolto dichiarano che al massimo 1/5 (in alcuni casi anche 1/13) delle persone che frequentano la messa sono state ascoltate. Rispetto al numero totale di residenti nelle diocesi andiamo da uno 0,45 a quasi il 2 per cento. Poche o molte? Sembra che non ci siamo resi conto che se avessimo coinvolto anche solo le persone presenti alle nostre messe, avremmo raggiunto almeno un numero di persone cinque volte più grande.

Sempre in termini di quantità, i risultati migliori sono stati ottenuti in concomitanza di una serie di fattori. Il primo è quello di aver attivato il cammino sinodale attraverso una organizzazione appositamente creata, ma non lasciata all’improvvisazione. In genere il Vescovo ha costituito il referente/commissione diocesana, poi sono stati individuati i moderatori/facilitatori dei gruppi di ascolto, ai quali si è fatta una formazione metodologica e relazionale, che poi hanno provveduto a costituire i vari gruppi per discutere sulla domanda e/o sulle dieci parole, a gestirli e a redigere i propri report (di solito utilizzando una griglia fornita a livello diocesano), inviati poi al referente/commissione diocesana.

Gli altri fattori metodologici efficaci sono stati: utilizzare, per il lancio, una comunicazione mista (assemblea, canali istituzionali e web); l’uso complementare di ascolti fatti in presenza e di quelli fatti on line; aver fatto costruire le sintesi finali diocesane, non da una sola persona, ma da un gruppo, magari con la verifica finale dei moderatori dei gruppi. Sarà un caso? Si può rilevare una correlazione causa effetto?

I processi sinodali che, invece, hanno seguito solo le vie istituzionali, già presenti in Diocesi, (consigli, parrocchie, ecc..) hanno raggiunto soltanto i cosiddetti “cerchi magici”, cioè il gruppo di fedeli più addentro all’attività pastorale vera e propria, quasi sempre anche più vicini al sacerdote. I processi organizzativi creati ad hoc, invece, sono stati in un po’ più grado di dare voce a coloro che vengono a messa, con frequenza variegata, e non hanno spesso quasi nessun altro contatto con la Chiesa, ma soprattutto hanno colto anche la parola, pur se rara, di chi si ritiene fuori dalla Chiesa.

Il risultato è stato di cogliere che fuori dai cerchi magici ci sono molti “carismi sopiti” che aspettano di essere risvegliati (come molti report hanno evidenziato), e la richiesta di maggiore umiltà che chi, da fuori dalla chiesa ci guarda ben oltre quello che pensiamo, ci fa, perchè ci trovano spesso “incoerenti e non credibili”.

La nota davvero positiva è che c’è stata una partecipazione attiva e sorprendente da parte dei laici sia come quantità che qualità degli interventi. “Finalmente la Chiesa mi chiede come sto”, una delle espressioni emblematiche di ciò, che mostra una grande disponibilità e fiducia di fondo, con la richiesta di “essere coinvolti” in maniera attiva e non passiva nella vita ecclesiale, mostrando molta critica costruttiva e propositiva, che ha aperto possibili processi di discernimento. Come mai sentiamo che questo dato è al di sopra delle aspettative, che si avevano all’inizio? Non abbiamo abbastanza consapevolezza e stima del potenziale del popolo di Dio?

La nota meno positiva: la categoria ecclesiale che maggiormente ha faticato sono stati i sacerdoti. Alcune espressioni di sacerdoti, riportate nei report da laici, sono significative: “un altro impegno pastorale!”, “il sinodo è roba dei vescovi”, “tanto alla fine non si ricava nulla”. Laddove, però, si sono messi in gioco abbiamo avuto splendide esperienze narrative di comunità che ancora riescono a trovare forme efficaci di evangelizzazione. Quali motivi di questa resistenza? Potrà avere efficacia un sinodo che è partito quasi “nonostante” i sacerdoti?

Indubbiamente si è vissuta la bellezza del confronto e dell’ascolto reciproco, di potersi incontrare ed ascoltare senza altra intenzione che non fosse semplicemente conoscersi e raccontarsi, senza pregiudizi e paure. L’essere stati cercati e ascoltati è stato uno stile che ha incontrato le esigenze profonde delle persone, che si sono ritrovate in un grato consenso e una franca libertà di parola. Tanto che da più parti si segnala il desiderio di continuare questa esperienza, al di là del momento ufficiale del sinodo. Ma almeno, possiamo immaginare che anche nel secondo momento del cammino sinodale questa forma di “conversazione spirituale” possa continuare?

Ciò, infatti, ha visto, quasi dovunque, decollare l’entusiasmo a fronte di resistenze, dubbi e spaesamenti iniziali, perché è un metodo nuovo, centrato sull’ascolto e non su una proposta di contenuto. Ciò ha portato ad evidenziare i punti di conversione necessari alla Chiesa, per tornare ad evangelizzare. Possiamo adottare la “conversazione spirituale” come metodo per altre attività comunitarie e/o pastorali?

 

3 risposte a “Il sinodo delle Chiese della Romagna – 1”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    In qs mom sono al convegno diocesano.
    Ad occhio almeno 1/3 sono clerici, i giovani laici direi il 10/15%.
    Sicuramente età media oltre i settanta..
    Le 5 domande poste ai tavoli di lavoro:
    tre chiedono chi porre come obiettivo di missione..
    due come comunicare ( noi a loro e tra noi).
    Cosa fare di qs soggetti oggetto della NOSTRA missione? Non è detto.
    Forse ci hanno insegnato che vanno trattati come pecoroni smarriti..?!🤩😷

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Ok.
    Qualcuno avrà steso la sintesi delle proposte emergenti?
    Si possono conoscere?
    tks

    • gilberto borghi ha detto:

      Non ci sono sintesi specifiche relative alle proposte, ma quelle emerse sono sparse dentro alle sintesi diocesane rintracciabili tutte sui siti delle sette diocesi.

Rispondi a Pietro Buttiglione Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)