Il figlio del falegname

Credo che il lavoro, prima di avere un fine ascetico o funzionale abbia soprattutto il fine di glorificare Dio
30 Gennaio 2021

Quando ascolto o leggo l’espressione con la quale nei Vangeli viene definito Gesù e cioè “Il figlio del falegname” (Mt 13,55), il mio cuore si riempie di stupore e mi commuovo profondamente.

Mi sembra una cosa così grande che il Dio eccelso, creatore del Cielo e della Terra, non solo abbia assunto la natura umana, ma abbia anche condiviso in tutto la condizione della povera gente, del più comune degli uomini, partecipando anche all’umile dimensione del lavoro. Quelle dita che hanno creato e, per così dire, posato nel posto giusto miriadi di stelle nel firmamento del cielo, quelle mani che hanno dipinto i monti e fatto fiorire i prati, alimentato le sorgenti, creato il letto ai fiumi e ricamato e intessuto ogni essere umano nel grembo materno, hanno anche faticato in una piccola falegnameria di un piccolo paese e hanno avuto a che fare con legno, trucioli, pialla, polvere e sicuramente anche con qualche cliente petulante.

Che meraviglia! Com’è bello pensare che nostro Signore Gesù Cristo ha condiviso tutto della nostra vita, eccetto il peccato: le fatiche, le gioie, le tribolazioni, l’amicizia e persino l’umile lavoro quotidiano.

A me piace molto lavorare, lavoro volentieri e mi piace qualsiasi tipo di lavoro, da quello più umile a quello più nobile, anzi sono convinta che non esista un lavoro meno nobile di un altro. Da buona figlia di S. Francesco e S. Chiara D’Assisi, credo che il lavoro, prima di avere un fine ascetico o funzionale (finalizzato cioè al sostentamento economico), abbia soprattutto il fine di glorificare Dio. Con un atto di grande fiducia, Dio ha affidato all’uomo il compito di custodire la creazione e di realizzare sempre nuove conquiste. Il lavoro va svolto perciò con fedeltà, competenza, zelo e precisione. Attraverso di esso siamo chiamati a restituire a Dio, moltiplicati, i talenti che  abbiamo  da  Lui  ricevuti.  Durante lo svolgimento del nostro lavoro poi, non dobbiamo mai perdere di vista che stiamo lavorando  per  la  gloria  di  Dio  e  per  l’utilità  dei  fratelli.

Proprio  per  questo dobbiamo mettere tutta l’attenzione e l’amore possibili, memori che il Figlio di Dio ha santificato il lavoro, non disdegnando di compiere i lavori più umili, lavorando con le Sue stesse mani. Alcuni, che conoscono poco la vita che si svolge dentro un Monastero, non sanno che la nostra vita, integralmente contemplativa, e quindi principalmente dedita alla preghiera, è però una vita anche molto laboriosa. Spesso le mie giornate iniziano molto presto, all’alba, e ben si addicono le parole del Sal 108,3 “Voglio svegliare l’aurora”, così come la sera le parole del Sal 4,9 “In pace mi corico e subito mi addormento”.

Fra gli altri servizi che svolgo in fraternità, mi piace lavorare in “falegnameria” (come il mio Sposo del resto), mi occupo infatti anche della realizzazione di icone, quadri e portachiavi in legno. Ecco, vi confido che, spesso la sera sono “super” stanca, ma anche “super” felice e mi piace pensare che anche Gesù la sera era stanco, dopo una giornata estenuante di lavoro o di apostolato, ma felice. Quando guardo le mie mani, non del tutto raffinate, penso alle Sue, che non solo hanno avuto probabilmente qualche callosità a motivo del lavoro che svolgeva, ma sono state anche forate dai chiodi, per amor mio, per amor nostro.

Una risposta a “Il figlio del falegname”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Si il Gesù operaio,artigiano, Lui il Figlio di Dio, Lui non ha iniziato a farsi conoscere per i suoi nobili, altissimi natali, di questo si parla di rado,eppure senza conoscere la fatica come comprendere quella di altri?come valutare cosa è la giusta mercede se non sei stato lavoratore con l’aspirazione di mirare a libertà con un lavoro che promuova le attitudin e qualità che una persona ha in serbo, anziché subire la condizione di servo . Diventare Costruttori di Pace, pescatori di uomini, Missionari del Vangelo, Pastori di popoli, tutti discepoli del Maestro Gesù Cristo, per come diventare Figli di Dio facendo il Suo Vangelo. Questo è lo Spirito che fa la Chiesa diversa da ogni altra Pubblica Organizzazione sociale; e’ artigiana in umanità: adoprando ogni intelligenza, conoscenza e capacita tutto al servizio della persona umana, traendo lumi da divina Sapienza la quale onnipresente non fa mancare in ogni tempo Servitori volontari della Parola..

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