Il bilancio di fine anno

Com'è andata? Che cosa mettere in cantiere? Il confronto come buona occasione per approfondire la prospettiva di papa Francesco che chiede di valorizzare i processi, senza eccessiva preoccupazione per i risultati immediati
29 Maggio 2018

Anche quest’anno catechistico volge al termine. Per la nostra Collaborazione Pastorale – sei parrocchie – si è trattato di un anno speciale. Abbiamo infatti completato il percorso di armonizzazione dei cammini parrocchiali che, pur muovendosi all’interno del Progetto catechistico italiano, erano tra loro abbastanza eterogenei: adesso seguiamo tutti con più precisione i nuovi itinerari diocesani. Questa scelta, oltre a consolidare il senso di appartenenza alla diocesi (tema delicato: siamo fuori provincia e molto periferici, il legame con il centro non è facilmente percepito …) consente ai diversi gruppi di catechisti di parlare la stessa lingua, di seguire una formazione condivisa, ed offre dei vantaggi anche ai bambini: permette a quanti (per motivi familiari, scolastici o sportivi) non riescono a frequentare il catechismo nella propria parrocchia, di spostarsi dove gli orari sono più favorevoli (in venti minuti d’auto si copre la massima distanza tra le parrocchie), ricevendo sostanzialmente la stessa formazione e potendo poi accostarsi ai sacramenti di Iniziazione cristiana lì dove abitano, e dove ci sono i compagni. E’ un primo tentativo di corrispondere a Evangelii gaudium 27: “sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale”.

Mercoledì sera, quindi, si è riunita l’equipe della nostra collaborazione per un momento di verifica e per iniziare la progettazione per il prossimo anno; l’equipe è composta da un parroco, un collaboratore pastorale, i laici coordinatori della catechesi ed alcuni catechisti.

Il primo tema all’ordine del giorno riguarda il tratto più forte dei nuovi itinerari, rappresentato dal coinvolgimento costante dei genitori: chi già lavorava con le famiglie ha visto consolidarsi la tradizione, chi ha intrapreso da poco questa prassi sottolinea risultati inferiori alla mole di energie messe in campo. Il confronto diventa una buona occasione per approfondire la prospettiva di papa Francesco (Evangelii gaudium 222-225), che chiede di valorizzare i processi, senza eccessiva preoccupazione per i risultati immediati.

Tutti i catechisti chiedono comunque più formazione: gli incontri con i genitori in alcune realtà sono ancora affidati totalmente al parroco, per la mancanza di figure che possano sostituirlo.

Un altro elemento emergente, di segno opposto, è l’entusiasmo dei bambini. I piccoli vengono tutti, vengono sempre, chiedono “Perché non restiamo di più?”. Le cose si fanno più complesse con l’ingresso alla scuola media, ma questo ha spinto ad adottare approcci testimoniali, a far uscire il catechismo dalle stanze degli edifici parrocchiali: sostanzialmente una situazione di work in progress.

In ogni caso, le percentuali ‘bulgare’ della frequenza durante gli anni delle elementari rappresentano un patrimonio che non vorremmo disperdere. Nei prossimi appuntamenti dovremo lavorare ancora per una catechesi esigente e di qualità, che metta al centro il dialogo tra la vita e il Vangelo: i ragazzi riconoscono la bellezza quando la incontrano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)