La Messa è finita: Don Bruno ha appena impartito la benedizione e si avvia verso la sacrestia, preceduto dai numerosi ministranti. Chi, durante la celebrazione, non ha svolto alcun servizio (non ha suonato i campanelli, o portato i ceri, o versato l’acqua…) adesso ha in mano qualcosa, uno il calice, un altro la patena, un terzo la pisside vuota, Luca, il più piccolo (sette anni), porta la scatolina con le chiavi del tabernacolo. Bisogna pure offrire un piccolo segno perché sappiano di essere tutti importanti, ognuno a suo modo … In sacrestia mentre don Bruno si toglie i paramenti Luca si avvicina e gli chiede: “Don, che cosa c’è nella scatolina che ho portato prima?”
“Le chiavi del tabernacolo, Luca”
“Ma che cos’è il tabernacolo?”
Il parroco sorride, lo prende per mano e lo conduce all’ingresso della sacrestia, indicando l’altare: “Vedi quella porticina d’oro? Quello è il tabernacolo”
“Ah quello, il posto dove Gesù gioca a nascondino!”
Un istante di silenzio sorpreso e divertito, poi don Bruno conferma: “Esatto. Il posto dove Gesù gioca a nascondino, aspettando di farsi trovare”.
Ecco. Io vorrei mettere Luca, e tutti i nostri bambini, nel presepe vicino a Gesù, con l’augurio e la preghiera che crescano insieme, giocando a nascondino. Sarà un’esperienza gioiosa, ogni tanto costerà fatica, ma se diventeranno amici fin da piccoli, Gesù non mancherà di farsi trovare.