Enrico, Desi e il «ministero di coppia»

Proprio oggi - mentre si apre il Sinodo per la famiglia - ricorrono i 10 anni dalla scomparsa di Enrico Ceccarelli. Che sognava un «ministero di coppia» accanto al diaconato.
5 Ottobre 2014

Il modo più bello che ho per ricordare oggi e far conoscere ad altri, nell’anniversario della sua morte, Enrico Ceccarelli è riportarvi – da un articolo uscito su Popoli e missione nel 2006, che invito a leggere – uno dei “suoi” temi, uno dei pensieri che ho ascoltato spesso dalla sua viva voce e che ho negli anni fatto mio. E che custodisco come un’intuizione, una visione preziosa.

Enrico era un uomo normale con difetti e limiti come tutti, ma dalla sua vita emerge prepotente una santità laicale e quotidiana che amiamo far conoscere.

Essere coppia

Per chi li ha conosciuti sa che non era mai possibile nominare l’uno senza l’altra. Con la riscoperta della fede Enrico e Desi riscoprirono anche il senso del matrimonio cristiano e i quattro comandi che Dio dà alla coppia nei primi tre capitoli del Genesi, sono stati vissuti in pienezza da loro due insieme. Enrico si sentiva profondamente cristiano, discepolo di Gesù, nella scelta e consacrazione matrimoniale (così la chiamava) che aveva fatto con Desi. Alla proposta fattagli un giorno perché lui diventasse diacono, così scriveva: «È un onore grande che mi sia stata fatta questa proposta per l’ineguagliabile servizio che il diaconato svolge, ma io leggo la mia storia a partire dall’essere coppia con Desi, non lasciando in ombra nessuno dei due membri. La nostra conversione è stata di coppia. Il servizio ecclesiale al Cotone (nel quartiere delle acciaierie di Piombino, ndr) e ora a S. Bernardino (parrocchia di cui era stata affidata la cura a Enrico e Desi, e dove Desi vive e opera ancora), così come quello sociale e di accoglienza, è stato di coppia. Far parte del Centro Fraternità Missionarie e partire per il Mozambico è stata ancora una scelta e un impegno di coppia. Non sarebbe forse bene riconoscere e valorizzare di più il “Ministero di coppia”, tentando strade che costruiscano la pastorale ordinaria non solo attorno a un prete, ma anche a una famiglia, che è chiesa domestica? In una chiesa che si propone come “Comunione di Comunità” o “Famiglia di Famiglie”, il ministero di coppia avrebbe una grande potenzialità nel contribuire a realizzare questa visione di chiesa». Quanta passione metteva parlando di queste cose! Erano coppia in profonda sintonia e comunione e proprio per questo coppia continuamente aperta e accogliente, coppia anche oggi nella separazione perché Enrico sembra “aver gettato il suo mantello” su Desi che con forza e coraggio continua il cammino di fede, apertura, accoglienza.

Enrico mi ha voluto bene. Senza giudicarmi. Questo non lo scorderò mai.
Era un uomo senza retorica, ma nei suoi occhi appassionati ho visto l’amore di Dio per me.
Grazie, Enrico!

ps. un abbraccio grande a Desi – che continua ancora il servizio cominciato con Enrico nella parrocchia di S. Bernardino a Piombino, a loro affidata in assenza di presbiteri – e ai suoi figli.

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