Carlo Acutis, adolescente e beato

Domani verrà beatificato ad Assisi Carlo Acutis: ma chi era questo ragazzo spentosi nel 2006, a soli 15 anni? E cosa può dire agli adolescenti di oggi?
9 Ottobre 2020

Elevato alla gloria degli altari avendo vissuto solo 15 anni? Sembra una cosa inverosimile ma è quello che avverrà il 10 ottobre nella basilica di san Francesco ad Assisi con la beatificazione di Carlo Acutis. Nato a Londra nel 1991, fu colto da una leucemia fulminante e morì, a soli 15 anni, il 12 ottobre 2006 a Monza, offrendo le sue sofferenze per il Papa e la Chiesa; è sepolto nel Santuario della Spogliazione ad Assisi.

Ma cosa ha fatto di così eccezionale questo adolescente tanto da diventare beato? Diciamo che non è un “santo” lontano dalla vita concreta (è difficile che un adolescente lo sia), come un modello irraggiungibile, ma è un esempio luminoso di come la vita, pur breve, può essere gustata, spesa bene e vissuta fino in fondo seguendo Gesù e mettendo Dio al centro della vita.

Faccia pulita, sguardo vivace e intelligente con quei capelli un po’ arruffati, Carlo era un ragazzo normale come tanti altri: come i suoi coetanei ama i cartoni animati, i film, gioca a pallone, gli piace studiare (questo forse non da tutti…), gli piacciono gli animali, è un ragazzo affettuoso nei confronti dei genitori e dei nonni, ha un carattere solare, fa il catechista ed è dotato di una geniale capacità per i computer e i programmi informatici in genere.

Accanto a tutti questi interessi e predisposizioni d’animo Carlo “aggiunge” un quid particolare, scopre una Persona speciale: Gesù; trova in Lui un amico, un punto di riferimento e la ragione stessa della sua esistenza. Questo è stato il segreto della sua breve vita, del suo comportamento, del suo modo di essere… Egli si nutre ogni giorno dell’Eucarestia, partecipa con fervore alla santa messa, trascorre ore davanti al Santissimo Sacramento, facendo diventare questo tempo come una “scuola d’amore”: capisce che deve fare di più. Ecco allora il suo zelo per la salvezza delle anime: non si limita a pregare ma parla spesso di Gesù anche con i coetanei che ritrova a scuola o nel tempo libero, o che lo cercano per farsi insegnare come usare il computer; cerca di far capire qual è il destino di salvezza che li attende, si sforza di aiutare le persone “lontane” da Gesù che vivono nel peccato e nell’indifferenza. Se da una parte è apprezzato dai suoi compagni di scuola, talvolta viene preso in giro per la sua devozione (quale adolescente non lo farebbe!), ma Carlo non teme gli scherni, li ha messi in conto: è consapevole di aver incontrato Gesù e, per rimanergli fedele, si dà da fare in ogni modo per farlo conoscere e incontrare ai suoi amici perché, a loro volta, trovino in Lui il senso della vita, siano felici.

Carlo ha, poi, una grande devozione per la Madonna: a Lei affida la sua vita e a Lei ricorre nei momenti più bui. Dai racconti delle apparizioni di Lourdes e Fatima impara a pregare e ad offrire sacrifici in riparazione delle offese arrecate dagli uomini; recita fedelmente il Rosario, dedicando a Maria i suoi sacrifici come fioretti. Carlo, inoltre, è molto devoto al Sacro Cuore di Gesù e confida nel suo amore misericordioso; in particolare si comunica tutti i primi venerdì del mese e questa sua assidua abitudine di comunicarsi alimenta il suo ardore nei confronti di Gesù, si lascia condurre da Lui sicuro che Gesù ha scelto per lui la parte migliore, ha la certezza di essere amato da Dio e, per questo, si prodiga per essere annunciatore della misericordia divina.

Ma un ragazzo così, praticamente loro contemporaneo, può essere un modello per i ragazzi dei nostri giorni? Attira di più un “influencer” del mondo della moda e dello spettacolo oppure un “normale” coetaneo che ha vissuto “sopra le righe” (in senso positivo) perché ha conosciuto Qualcuno che gli ha dato senso e pienezza alla vita?

La risposta non è facile sia perché bisogna entrare nella testa, spesso un po’ ‘strana’, degli adolescenti, sia perché bisogna vedere l’educazione che hanno ricevuto fin da piccoli… ma credo che Carlo Acutis possa stimolare tanti, possa far  loro “accendere la lampadina” (che poi diventa fuoco travolgente) un ragazzo così, normale come loro, socievole, brillante ma che aveva un “qualcosa in più”, uno “step superiore” nell’affrontare la vita, perché aveva incontrato Qualcuno che a questa vita dà pienezza (e sappiamo che gli adolescenti, magari inconsciamente, cercano un significato alla vita)… anche  perché … le mode passano e a furia di rivolgerti ai diversi “abbagli” che si presentano e che passano abbastanza velocemente resti disorientato…

La testimonianza squisitamente evangelica (è sepolto ad Assisi perché era affascinato dalla radicalità evangelica di san Francesco) di Carlo Acutis stimola e provoca anche i sacerdoti e gli educatori in genere a porsi delle domande sulla qualità e le modalità della formazione cristiana che essi danno ai ragazzi degli anni venti del Duemila e come renderle poi efficaci e fruttuose.

2 risposte a “Carlo Acutis, adolescente e beato”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    E’ in corso il talk show “a sua immagine” è sono presenti operatori che fanno conoscere iniziative di aiuto in corso, in comunità ecclesiale, Tutto questo sembra però venir recepito come se non fosse così influente nel contesto sociale, come da “luce tenuta sotto il moggio”per timore. Quando invece ieri sera a “otto r mezzo”‘ la signora Gruber ha intervistato una giovane la quale ha messo in luce per quanto di bene e interesse sta sperimentando nella conoscenza di una fede che forse prima non aveva, sopratutto dopo diagnosi medica poco bella. Tutti esempi importanti a essere conosciuti è per quanto di bene altri possono conoscere. Condivido quella sicurezza impavida di un Cardinale Ruini quando intervistato non si sottrae a risposte schiette reali che non temono critiche e obiezioni da opposti convincimenti, . Quale e come La comunicazione ,oggi sia dotta e istruttiva dventa strumento importante a fare conoscenza.Da Cristo un esempio

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Questa storia conferma come Cristo esista, sia presente, faccia scelte a dimostrarlo, perché un giovane si distingua in modo così marcato da essere notato tra i contemporanei.a esempio. Il Signore e Maestro di vita entra nel tempo di Internet come è stato nel medioevo di Francesco, un flash di luce più penetrante raggiunge la persona umana, la fa ardere perché tutti la vedano di Lui, strumento in opera. Il mondo così avvolto da satelliti, il nuovo firmamento consente di scoprire nuove meraviglie.e ben poca cosa a confronto. Forse questo esempio di ragazzo serve a richiamare l’attenzione dei mortali coetanei che non è questo il paradiso cui aspirare, un paradiso senza vita futura, per quanto di robot similuomini si costruisca, di miracoli la ricerca abbia raggiunto ,il DNA del corpo umano.E’ dunque questa una manifestazione che induce a credere nell’esistenza del Dio della vita, nel quale come a Tommaso è dato toccare con mano anche oggi la Sua realtà viva e vera

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