Il complesso di Valdocco a Torino è chiamato anche “la terra santa” salesiana perché Don Bosco portò qui il suo primo Oratorio, vi fondò i Salesiani e lì visse fino al giorno della morte, il 31 gennaio 1888. Sorge nel quartiere di Borgo Dora ed è considerato il cuore della Famiglia Salesiana in quanto proprio qui Don Bosco iniziò a realizzare il suo “sogno dei nove anni”: la trasformazione dei lupi in agnelli. Ogni angolo della “casa madre” ricorda infatti l’opera da lui svolta nell’educare, assistere e formare i giovani poveri e abbandonati, in particolar modo quelli che oggi sarebbero definiti “a rischio”. Il luogo trasmette messaggi di fiducia in Dio e in Maria, di sfida alle difficoltà di ogni genere, di amore e dedizione verso i giovani e di grandi sacrifici per dare loro una salda formazione cristiana e civile. Il complesso salesiano che occupa e caratterizza il quartiere Valdocco, nome che ormai lo identifica, comprende attualmente la Basilica di Maria Ausiliatrice, la Chiesa di San Francesco di Sales, la Cappella Pinardi, gli edifici della scuola media e di quella professionale, il museo, la parrocchia e l’oratorio.
Il cuore è costituito dalle “camerette” di Don Bosco, situate al secondo piano dell’edificio che si estende fino al cortile a lato della Basilica. In queste camerette, oggi inserite nel percorso museale, Don Bosco è vissuto per quasi quarant’anni portando avanti con grande coraggio e determinazione la sua opera di carità e di contributo all’attività pastorale della Chiesa torinese. In questi luoghi s’incrociarono le storie e i cammini di molti uomini e donne di Dio. Oltre a Don Bosco, vengono qui ricordati in special modo Domenico Savio, Michele Rua, Maria Domenica Mazzarello, i benefattori e collaboratori dell’opera salesiana delle origini.
La Basilica Maria Ausiliatrice è il gioiello di Valdocco. E, da qui, la comunità religiosa salesiana continua a raccontare la bellezza del carisma ricevuto da Don Bosco, rendendo questi luoghi sempre più idonei per i cammini formativi con il desiderio di accogliere e di far vivere una rinnovata esperienza di oratorio. La Basilica è frequentata da migliaia di pellegrini dall’Italia e dall’estero. Questo è particolarmente visibile durante le Festa di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice. È diventata nel corso del tempo, secondo lo spirito del Santo fondatore, un centro di irradiazione di spiritualità mariana e di propagazione di quel Sistema Preventivo che colloca al centro della crescita educativa i sacramenti dell’eucarestia e della riconciliazione.
Gruppi di pellegrini vengono a Valdocco per conoscere Don Bosco, la sua storia, il luogo del suo primo oratorio, le chiese da lui costruite, l’area museale. A disposizione per il pellegrino due strutture di accoglienza per pernottare, altre per ristorarsi e per acquistare un ricordo dei momenti vissuti.
Fin dagli inizi del XIX secolo i salesiani hanno custodito gli ambienti delle origini che ora ospitano il “Museo Casa Don Bosco”. La visita permette di realizzare un vero e proprio incontro con le origini della spiritualità e della pedagogia salesiana, attraverso un ideale dialogo con i protagonisti dei suoi inizi. Percorrere i luoghi fondativi dell’esperienza dell’oratorio, conduce quasi a sentire l’atmosfera nella quale il grande sogno caritativo, pedagogico e spirituale di Don Bosco ha preso forma.
Sembra che per la scuola cattolica in generale non vi sia tutta quella affluenza come in altri tempi, molti Istituti di Istruzione di vari Fondatori sono via via stati chiusi.Le Scuole di Don Bosco invece hanno resistito, sono aperte a una carità che sfida i tempi ormai sempre più critici per le famiglie, impoverite ; eppure quanto vi sarebbe bisogno di orientamenti educativi dove la persona è fatta segno di particolare cura, proposti ideali quali nel cristianesimo sono l’acqua viva .E’noto quanto sia florido il mercato della droga, offerta e consumata anche da giovanissimi, convinti di poter resistere all’assuefazione.A Giovanni Bosco sono Sorti altri Fondatori però di centri di recupero, come Don Benzi, . Ecco fare di più, in prevenzione anche attraverso la Scuola. aiutare lo studente a difendersi, da questo cibo che non è pane, problema serio per la famigliaoggi, e perciò come Giovanni Bosco, salvare il futuro dei tanti giovani che anche Collodi ha ben identificati.?